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La tranvia Torino-Orbassano-Giaveno, realizzata grazie ad una concessione statale e con il contributo dei Comuni interessati dal suo passaggio, fu inaugurata sul finire dell'Ottocento. Il servizio utilizzava locomotive a vapore, e di notte le carrozze erano illuminate da lanterne a petrolio.
Il capolinea a Torino era in via Sacchi, all'angolo con Corso Vittorio Emanuele II; solo in seguito, quando la linea venne elettrificata, si spostò in via Sacchi 15. Dopo Orbassano la linea si divideva in due: una prendeva la direzione della Val Sangone, attraversando Bruino, Sangano, Trana e quindi Giaveno. L'altra si dirigeva verso Piossasco, Cumiana, Frossasco e quindi Pinerolo.
Già proposta nel 1877 senza successo, l'opera divenne fattibile nel febbraio 1880 grazie all'approvazione dei preliminari di una concessione da parte dei Comuni di Orbassano e Giaveno. Tale accordo permetteva all'ingegner Giovanni Corti la costruzione e messa in esercizio di una linea tranviaria a vapore che collegasse Torino, Orbassano e Piossasco, con una diramazione fino a Giaveno.
Fu invece abbandonata la proposta contemporanea del banchiere Ulrich Geisser, che suggeriva una ferrovia a scartamento ridotto sullo stesso percorso. L'ingegner Corti ottenne la concessione, e il 3 luglio 1881 fu inaugurato il primo tratto da Torino fino a Orbassano. Ad assistervi un parterre di celebrità nel quale, oltre al sindaco di Torino, figurava lo scrittore Edmondo De Amicis.
La stazione di Orbassano.
L'11 settembre dello stesso anno si tagliava il nastro del successivo tronco tra Orbassano e Piossasco, mentre il prolungamento fino a Trana fu inaugurato il 12 marzo del 1882. Per arrivare fino a Giaveno si dovette attendere il 4 febbraio 1883: per ottenere il collegamento, il Comune di Giaveno spese 300 mila lire. Da Piossasco, la linea raggiunse infine Cumiana il 1 dicembre 1889 e Pinerolo il 6 agosto 1899.
L'avvento della tranvia fu accolto con entusiasmo da Giaveno: l'intensa rete di collegamenti ferroviari del torinese fino a quel momento tagliava fuori la Val Sangone. Erano infatti già state realizzate la Torino-Ciriè nel 1865 e la Torino-Rivoli nel 1870, cui si erano aggiunti la Settimo-Rivarolo nel 1875 e i tratti Torino-Poirino e Torino-Moncalieri nel 1878.
La Val Sangone, allora, era raggiungibile solo tramite carrozze trainate da cavalli, che collegavano Torino con Orbassano e Piossasco ed erano impiegate anche per garantire il servizio postale. Giaveno era capoluogo di mandamento ma, pur facendo parte del circondario di Susa, non poteva beneficiare nè della ferrovia del Frejus nè della strada statale del Moncenisio. Con la tranvia disponeva finalmente di uno snodo viario per i suoi commerci industriali che interessavano i settori tessile, cartario e conciario. Al contempo, la tranvia serviva Cumiana, dove erano dislocate importanti cave lapidee.
La fermata del tram a Bruino.
Nel febbraio 1883, la cronaca raccontava con enfasi il viaggio inaugurale:
"Il nuovo tronco di tranvia, partendo dal Santuario di Trana, uscendo per sei chilometri fino all’abitato di Giaveno, attraversando campi, boschi, vigne e percorrendo un paesaggio stupendo, in un certo punto gira sulla cornice di un immenso anfiteatro morenico, nel cui fondo stanno le torbiere e i laghi d’Avigliana. La strada è interamente nuova pel tracciato e per la costruzione ed il panorama non si potrebbe immaginare più splendido.
La grande meraviglia dei convenuti è stata, arrivando a Giaveno, la tettoia dell’ampia stazione, che copre 150 dei 1500 metri quadrati occupati da tutta la palazzina, la più vasta e comoda v’abbia in Italia per una tranvia (la vedete nella foto sopra al titolo)".
Complessivamente la linea tranviaria si sviluppava per oltre 57 km, con raggio minimo di curva di 50 metri, pendenza massima del 43,5 per mille e velocità massima ammessa di 30 km l'ora. Elettrificata tra il 1928 e il 1937, la sola tratta Torino-Orbassano-Giaveno era lunga 31,769 km.
Su di essa, fino al 1937, prestarono servizio locomotive a vapore Krauss e carrozze Locati. Dal 1928 arrivarono le elettromotrici costruite alle Officine di Savigliano e quelle provenienti da altre tranvie gestite dalla Step (Società Trazione Elettrica Piemontese).
La stazione di Sangano.
Dal 1890 la tranvia era affidata alla gestione della STTFE, acronimo di Società Torinese di Tramways e Ferrovie Economiche, che si occupava anche della tranvia Torino-Vinovo. Dal 1926 il consorzio Etos (Esercizio Tranvie Orbassano Stupinigi), si occupò di elettrificare le tratte: nel luglio del 1928 venne inaugurata l'elettrificazione della linea Torino-Stupinigi, seguita nell'ottobre dello stesso anno da quella della Torino-Orbassano, con attivazione della diramazione per il sanatorio del San Luigi.
Ad inizio del 1936 la società di gestione della tranvia assunse la denominazione di Satto (Società Anonima Tranvie Torino Ovest) e partirono gli interventi di trasformazione ed elettrificazione anche della Orbassano-Giaveno. Vennero quindi ricostruite le tratte Orbassano-Bruino e Bruino-Trana, edificata la nuova stazione di Orbassano e videro la luce lo scalo merci torinese e la centrale elettrica tranese. Nell'ottobre dello stesso anno il servizio a vapore per Cumiana e Pinerolo venne sostituito dal tragitto con autobus.
Ad agosto del 1937 la Satto, divenuta Satti, inaugurò la nuova linea elettrificata verso Giaveno, incrementando l'utenza trasportata.
1890: il treno in via Nazionale a Trana.
Durante la seconda guerra mondiale la linea venne utilizzata dagli sfollati che si trasferivano da Torino: il 9 gennaio 1945 un convoglio diretto a Giaveno fu bombardato e mitragliato, con il tragico bilancio di 45 morti e 100 feriti.
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L'attività della linea proseguì poi a pieno regime fino al dicembre 1957, quando alla tranvia fu affiancato un autoservizio, che garantiva il trasporto grazie ad un consistente parco mezzi. Nel febbraio 1958 erano infatti operative 12 coppie di tram tra Torino e Giaveno e 19 coppie di autobus tra Torino, Giaveno e Cumiana.
Salendo verso Giaveno: la stazione di San Bernardino (Trana).
Il 1 luglio 1958 il capolinea torinese fu trasferito da via Sacchi la tranvia in Corso Unione Sovietica, all'altezza dell'Ospedale Mauriziano: in questo modo i binari poterono essere eliminati dal centro di Torino.
Così lo annunciava "La Stampa": "Anche il trenino di Giaveno, ultimo superstite del vecchio sistema di comunicazioni interurbane, scomparirà presto dal centro della città: ciò non significa la morte della linea della SATTI. Infatti i dirigenti dell'azienda non ritengono che l'autobus possa servire soddisfacentemente tutta la massa dei viaggiatori che da Orbassano, Beinasco, Trana, Bruino e Giaveno vengono a lavorare a Torino. Il viaggio è disagevole soprattutto d'inverno, poichè la strada è molto tortuosa nell'ultimo tratto ed è soggetta al gelo in quello di pianura".
In realtà l'autoservizio si rivelò più efficiente e quella che era l'ultima tranvia interurbana torinese chiuse pochi mesi dopo, il 31 ottobre 1958.
Giaveno, fermata Brossa, con la linea già elettrificata.