Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Uno dei più bei posti della Val Sangone? Il Colletto, una sella erbosa tra Forno di Coazze e la Comba del Rio Fronteglio. Bello di una bellezza mite, dove il verde stanco dei prati si perde nel ritaglio dei boschi invadenti e sparisce sotto il calpestio di chi attinge alla fontana.
Posta sullo spartiacque offre acqua agli assetati e due panorami opposti. Ad est la deserta “Cùmba” del Fronteglio che sfuma nell’eterno smog che annebbia oltre Giaveno la pianura torinese, ad ovest una corona di pietra, un profilo di vette familiare a chi frequenta le nostre montagne.
Dalla fontana del Colletto lo sguardo spazia ad est fino a perdersi nella caligine della pianura torinese. (Foto di Liliana Goncean).
A ovest, oltre il dosso del Colletto, la corona di cime che chiude la Val Sangone. Foto di Bartolomeo Vanzetti.
Le “mille voci” che le attribuì Gerardi accompagnano in sottofondo la pace bucolica del Colletto, mentre l’assolo di qualche rudùŋ proveniente dagli sparsi armenti ricorda che le prese, che presidiano il luogo da posizione elevata, continuano la tradizione della transumanza, che portava in passato al Colletto tanti animali e diverse famiglie.
Il quadretto bucolico che oggi accoglie il visitatore non deve far dimenticare la vicenda tragica avvenutavi il 23 settembre 1943 ,quando il pittore Maurizio Guglielmino viene ucciso, senza un vero motivo, sulla soglia della sua baita.
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La sua abitazione, una costruzione articolata che sporgeva dal declivio verso Forno, nel dopoguerra è stata ricostruita in modo semplice ed è diventata la chiesa del luogo, dedicata a San Bartolomeo. Al suo fianco un modesto cippo ricorda Maurizio Guglielmino.
L’interno molto semplice e lineare della chiesetta.
La cappella, priva di sagrato, sorge sopra un muretto a secco, lungo il ripido pendio erboso a valle della strada sterrata che conduce alla cima del Colletto, circondata da castagni e faggi. Presenta una semplice facciata a capanna in pietra cementata con copertura aggettante sorretta da due pilastri quadrati, tetto in tegole marsigliesi e interno rettangolare intonacato bianco con arredi lignei e quadretti devozionali.
Le cure sono affidate ai fedeli che in estate abitano le baite circostanti, viene celebrata la messa una volta l’anno, il 24 agosto. in occasione della festa del Colletto, sempre molto partecipata.
Il luogo ameno e panoramico è raggiungibile con breve camminata sia da Forno che dalle borgate della Maddalena e della Cùmba e da diversi anni è servito da una carrozzabile sterrata che sale da Pontepietra. La fontana generosa d’acque, i prati e i boschetti ombrosi sono accoglienti. Tanti i motivi per trascorrere al Culët du Forn l’ultima domenica di agosto.
Anche al Colletto, come a Selvaggio, i confini civili e religiosi non coincidono: il Comune di Giaveno si estende su tutto il versante fino al Sangone e al Monte Uia, ma la chiesetta appartiene alla Parrocchia coazzese di Forno.
Testo di Guido Ostorero
Indirizzo
- Colletto del Forno
- Giaveno TO
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