Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
“È stato allora che mi si è aperto un mondo”: Flavia Giai Miniet ha ancora gli occhi sognanti quando ricorda com’è cominciata la sua passione per la tessitura, che la porta oggi a vendere in tutto il mondo le sue coloratissime fasce porta bebè.
Si riferisce a quando seguì, nel 2016, un corso organizzato dall’Ecomuseo Alta Valsangone dedicato alla riscoperta della tessitura, un tempo una colonna portante dell’economia della Val Sangone e di Coazze in particolare. Tempi in cui c’era un telaio in ogni casa e nelle lunghe notti invernali si producevano tantissime pezze per lo più di canapa. A tenere il corso l’ultimo depositario di quei segreti, il Maestro Bruno Tessa, insegnante di scuola elementare per tanto tempo e oggi appassionato cultore dei mestieri di un tempo.
Dettaglio di una fascia in costruzione al telaio.
Nel frattempo Flavia, già mamma di Sole, segue anche un corso di qualifica come “consulente del portare” ovvero per imparare a utilizzare le fasce nel miglior modo possibile. Portare il bebè in fascia permette un contatto più stretto, è una sorta di continuazione della maternità rendendo il distacco meno traumatico, inoltre lascia le mani libere. “Poi ho unito le due cose. Il telaio utilizzato per il corso era a due pedali e non consentiva di realizzare dei disegni. Così mi sono rivolta a Mirella, una tessitrice di Settimo, e ho imparato a utilizzare quello a più pedali”. L’estro artistico, che è di famiglia, ha fatto il resto.
Nascono così, con filati del tutto naturali e con colori che sono tinti direttamente da Flavia nel suo laboratorio in via Musinè 65, sulla “collina” di Giaveno in zona Villanova, pezze lunghe da due a cinque metri, con orditi e trame che creano intrecci colorati e anche belli al tatto. All’inizio il telaio era in salotto, fatto realizzare da un artigiano di Luserna San Giovanni, e le prime fasce non sono venute come pensava. Ma quando c’è la determinazione c’è tutto.
Gli acquirenti sono in tutto il mondo, Cina compresa, perché gli ordini si possono gestire online, ma Flavia predilige ogni volta che può il rapporto diretto, in modo da seguire insieme al cliente tutte le fasi del progetto, scegliendo insieme filati e colori. Il filato ad esempio può essere di cotone, seta, canapa, seta di gelso, in genere più morbido per i più piccoli e più resistente invece man mano che il peso del bambino da portare cresce. “La tessitura di per sé è la parte più veloce del lavoro – racconta – Ci concentriamo molto su tutte le fasi preliminari affinché la fascia, che è assolutamente unica e personalizzata, venga esattamente come si aspetta il cliente”.
Oggi i suoi tessuti vengono utilizzati anche come stole da molte donne. Il sogno è di poter realizzare un domani una linea di abiti: sarebbe un prodotto artigianale al cento per cento. Inoltre, tiene corsi per bambini in cui si utilizzano speciali telai piccoli che creano simpatici arazzi.
Intanto, con la seconda figlia Laila, Flavia ha potuto sperimentare in prima persona la bellezza di portarla in una fascia tessuta da lei, su progetto della sorellina. Un incanto.