Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Alcuni progetti hanno una forza visionaria. È questo il caso della Cantina Alpina di Eclause, piccola e splendida borgata a 1400 m.s.l.m situata nel territorio comunale di Salbertrand. Fra i suoi vecchi vicoli e le sue antiche case Alessandra e Maurizio, coppia di architetti di Torino, sono riusciti nel 2017 a riaprire i battenti della vecchia piola del paese, chiusa dal 1981, quando ormai il villaggio era quasi del tutto disabitato. Oltre al ristorante, che propone deliziosi piatti tipici della montagna cucinati con ingredienti genuini, negli ambienti originali dell’antica locanda ora di nuovo in vita sono state create moderne camere per ospitare turisti, trekker, sportivi e appassionati di montagna.
dettaglio in ingresso della locanda
Come racconta Maurizio, “la nostra intenzione è stata fin da subito quella di costruire le basi per far rivivere questa splendida borgata tramite la promozione di molteplici attività che ben si intersecano con ristorazione e ricettività”. Colpita sempre dal sole durante il giorno, Eclause gode di una posizione speciale che la rende accessibile in qualsiasi periodo dell’anno e crocevia di molti percorsi escursionistici - Seguret, Vallonetto, Sommelier, Niblé, la Rocca d’Ambin.
Che l’idea di Alessandra e Maurizio vada oltre alla semplice funzione ricettiva e punti a ridare linfa vitale al vecchio paese è evidente con le numerose iniziative organizzate in loco: “oltre a valorizzare i prodotti del territorio in locanda (siamo orgogliosi di non avere un freezer in cucina) e oltre alle camere con diverse soluzioni per il pernottamento, siamo particolarmente felici di proporre stagionalmente eventi, manifestazioni e mostre per far conoscere la storia e l’anima di questo luogo, che non deve essere dimenticato e, al contempo, deve guardare al futuro”.
una delle tante camere a disposizione in borgata
Ne è un esempio il Grangia Fest, appuntamento fisso di ogni estate che vede salire in borgata artigiani, artisti e musicisti: riutilizzando gli spazi ristrutturati di alcune grange (nome delle abitazioni tipiche dei contadini del 1700-1800 in montagna), il villaggio si ripopola per un intero fine settimana, mettendo a disposizione dei suoi visitatori un’importante varietà di iniziative fra concerti, mercatini, attività all’aperto, seminari sulla biodiversità, corsi di yoga, mostre. Fra queste, “la più emozionante per noi è quella sulle migrazioni da Eclause all’Argentina, che documenta la partenza di circa 60 eclasuini verso il paese sudamericano fra il 1878 e il 1890”, racconta ancora Alessandra.
“Tra gli anni ’90 e i primi 2000 Agostino Jannon, decano di Eclause, fece numerosi viaggi per conoscere i discendenti di quei migranti e, accolto calorosamente dall’altra parte del mondo, tornò con tante fotografie di quegli incontri. E se quegli avvenimenti significarono l’inizio dello spopolamento, è emozionante ricordare che ogni anno, grazie a questi scambi, sono molti gli argentini che tornano qui in borgata per visitare le terre dei loro avi.”
un momento del grangia fest con una piccola rassegna artigiana all'interno di una grangia restaurata
A testimonianza di una nuova vitalità per la borgata anche la ristrutturazione di altri edifici, un piccolo aumento dei residenti, attività rivolte alle famiglie e ai più piccoli come la proposta del centro estivo in lingua inglese. “Vedere d’estate i ragazzi studiare qui nella vecchia grangia e ritrovarseli in giro a scoprire gli angoli più remoti della borgata o nei campi scoscesi che la circondano è impagabile”, afferma Alessandra.
Nuovo cuore pulsante delle Eclause, la Cantina Alpina è quindi anche questo, un progetto ricco di storia che delinea scenari futuri per la montagna: un messaggio di fiducia che sembra confermato dagli sguardi dei vecchi abitanti della borgata immortalati con il “vestito del dì di festa” nelle bellissime foto ingrandite che arricchiscono la sala principale. “Le abbiamo trovate qui durante la ristrutturazione della Cantina, come se gli eclasuini di quel tempo ci consegnassero idealmente questi spazi” conclude Maurizio. “Perché questa è la ricetta che ispira il nostro lavoro: coltivare le radici del luogo, riscoprendone la bellezza e i valori da costruire, innestando contributi culturali venuti da lontano, germogli capaci di far rifiorire un borgo dimenticato, dove tornare ad abitare.”
Orario di apertura
Orari stagionali - si consiglia di contattare la struttura.