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Bricherasio è un comune che si trova all'imbocco della Val Pellice e fa parte dell'Unione Montana del Pinerolese.
Il suo nome viene fatto derivare dal nome celtico di persona Briccarius o Brittgarius; secondo altri viene invece dal termine brich, che in lingua piemontese vuol dire "altura".
La prima testimonianza storica dell'esistenza di un centro denominato "Bricarasio" risale al 1159 e consiste nel nome di un "Guglielmus de Bricarasio", che fece da teste in una donazione in favore dell'abbazia di Staffarda disposta dai signori di Luserna.
Tracce di insediamenti precedenti si possono comunque ritrovare sia in epoca preistorica (incisioni rupestri sulle pendici del monte Vandalino) sia in età romana (monete e mattoni).
Il nucleo primitivo del paese si trovava in posizione presso l'attuale abitato di San Michele; la presenza dei pedaggi, la scomodità delle comunicazioni e la diffusione del commercio attraverso le vie della Val Pellice fecero sì che nel 1324 fosse fondata presso la collina del Castello, dove ha sede ora il capoluogo, la nuova Bricherasio.
Il paese che fin dal 1243 aveva giurato fedeltà ai Savoia-Acaja di Pinerolo, si sviluppò anche grazie alla conquista dell'autonomia comunale nel 1291 ed alle franchigie, ai privilegi e alle esenzioni concesse dal principe Filippo d'Acaja. Nel 1360 la sconfitta di Giacomo d'Acaja nella guerra contro Amedeo di Savoia determinò un cambio di signoria per Bricherasio, che fu concessa in feudo ad una famiglia di origini monferrine, i Cacherano.
Sotto il loro controllo Bricherasio conobbe un silenzioso ma cospicuo sviluppo commerciale ed economico, che trovò il suo momento di spicco nella redazione nel 1467 degli Statuti comunali contenenti le consuetudini giuridiche e i privilegi ottenuti dal comune nei secoli.
Nel XVI secolo Spagnoli e Francesi in lotta sulla terra italiana devastarono a più riprese il paese, finché un contingente francese giunse ad assediare e a costringere alla resa una prima volta la fortezza nel 1537. Il fatto d'armi che resta però indelebilmente nella storia di Bricherasio è il grande assedio del 1594.
L'ascesa al trono di Savoia del duca Carlo Emanuele I significò per il Piemonte un periodo di guerre con la Francia. In particolare la conquista del Marchesato di Saluzzo ed il tentativo di espansione in Provenza fu pagato a caro prezzo: un esercito agli ordini del duca di Lesdiguières penetrò nel 1592 in val Chisone, occupò Perosa Argentina e si insediò a Bricherasio, ricostruendo e potenziando con sei bastioni ed altrettanti cannoni la fortezza distrutta 57 anni prima.
Dopo alterne vicende militari ed un fallito assedio, il 18 settembre 1594 comparve sotto le mura di Bricherasio un esercito ducale composto da circa 10.000 soldati lombardi, piemontesi, svizzeri e spagnoli e pose l'assedio alla potente rocca difesa da soli 800 soldati stremati dalle malattie e dalla fame. Il duca stesso guidò le operazioni allestendo una potente batteria che negli ultimi momenti giunse a contare 18 pezzi.
Nonostante la preponderanza delle forze savoiarde e la disparità di mezzi i Francesi resistettero per un mese, ottenendo la resa il 23 ottobre con l'onore delle armi. La dura battaglia, cantata da poeti e celebrata dall'incisione del pittore di corte dei Savoia Caracca (Johan Kraeck), costò forti perdite alla popolazione civile, ridotta a soli 349 sopravvissuti, e provocò ingenti distruzioni in tutto il paese, come riferiscono le cronache del tempo.
Le guerre che sconvolsero l'Europa nel Seicento portarono i loro lutti anche a Bricherasio; il castello fu preso e perduto varie volte e il paese fu riconsegnato ai Savoia solo nel 1630 in condizioni deplorevoli: i mulini erano distrutti, la peste mieteva vittime, l'80 % della superficie delle campagne era rovinata, i sette decimi del paese devastati.
Alle contese politiche si aggiunsero i contrasti religiosi tra cattolici e valdesi, che provocarono morti e distruzioni; un eccidio, che costò la vita ad 80 abitanti, fu perpetrato dalle truppe francesi del colonnello Sailly nel 1690.
Dopo la Rivoluzione Francese a Bricherasio nel 1797 furono cacciati i Cacherano e venne proclamata la fedeltà al governo provvisorio repubblicano del Piemonte; la Restaurazione del 1814 vide il ritorno dei Cacherano.
Il paese si sviluppò grazie anche all'opera di personaggi illustri come il generale Filippo Brignone ed Edoardo Giretti: furono migliorate le scuole, sistemato l'ospedale e organizzato l'asilo infantile. Crebbero le industrie: la seta, i distillati ed il cioccolato assunsero un peso assai significativo nell'economia locale, mentre l'arrivo delle linee ferroviarie favorì le comunicazioni con il resto del Piemonte.
Punti di interesse
Palazzo dei Conti di Bricherasio. Insieme a palazzo Castelvecchio è il più illustre palazzo di Bricherasio.
Risalente al XVII secolo, in origine era una casa popolana e venne ampliata in stile barocco nel Settecento dalla nobile famiglia dei Cacherano. Dagli anni ottanta il palazzo è proprietà dei conti Calleri di Sala. Alla villa è annesso un grande parco di diversi ettari.
Palazzo Castelvecchio. Risalente al XVI secolo, venne ampliato nel Seicento e ingrandito a metà Ottocento, mentre la facciata verso il giardino fu modificata nel 1910 in stile Liberty. Il palazzo oggi è di proprietà dei baroni Andreis, ereditato negli anni ottanta dall'ultima contessa di Castelvecchio (famiglia che è sempre stata rivale dei Cacherano per il controllo del feudo).
Villa Daneo: la villa è proprietà della famiglia Daneo ed oggi è sede del consolato di Danimarca in Piemonte e Valle d'Aosta.
Villa Viancino e belvedere. Vi soggiornò San Giovanni Bosco, ospitato più volte dai conti Viancino. Alla villa era annesso il parco adiacente e il belvedere, un edificio a pianta pentagonale costruito sulla collina del castello nel corso dell'Ottocento. Abbandonato a fine Novecento, è stato restaurato agli inizi del Duemila ed oggi è proprietà pubblica.
Indirizzo
- Bricherasio
- Bricherasio TO
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