Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Pinasca, il comune più esteso della media Val Chisone, è formato dal capoluogo e da 27 frazioni. Comprende i centri abitati di Dubbione, sorto sulle rive del rio Grandubbione (poco prima della sua confluenza con il torrente Chisone) ai piedi di una scoscesa scarpata, e Pinasca, adagiata in un ampio bacino lungo la statale del Sestriere.
Il territorio culmina con i 2.119 m della Punta dell'Aquila, al confine con Giaveno e la Val Sangone. È unfrequentato centro di villeggiatura estiva, soprattutto nel Vallone del Grandubbione e nel borgo di Albarea, con escursioni ai Colli del Besso (1466 m) e dell'Asino (1300 m) e al monte Cucetto (1692 m).
La festa patronale è il 15 agosto (Assunta). Fiere si tengono il terzo giovedì di maggio (fera dle caplin-e di Pinasca), ed il terzo lunedì di novembre (fiera autunnale di Dubbione).
Luoghi d'interesse
La chiesa parrocchiale di Pinasca, dedicata all'Assunta e consacrata nel 1753, è la più grande di tutta la valle e conserva all’interno un altare progettato da Filippo Juvarra nel 1721 e ultimato nel 1724.
Realizzato in legno di pioppo e marmo, era stato stato creato come modello per l'originale in marmo che venne poi realizzato nella chiesa di S.Uberto della Reggia di Venaria. Fu collocato a Pinasca nel 1727 per ordine di Vittorio Amedeo II di Savoia ma successivamente se ne persero le tracce e la sua storia è stata riscoperta soltanto nei primi anni 2000. Alto più di sei metri, l'altare è stato più volte ridipinto in questi 300 anni, ma non sembra che abbia subito manomissioni gravi.
A Dubbione la Chiesa parrocchiale, dedicata a S. Rocco, porta la data del 1847 ma in realtà restò per anni incompiuta e fu inaugurata solo nel 1907. Al centro della frazione il ponte Annibale scavalca il rio Grandubbione: la leggenda vuole che sia stato costruito dal condottiero cartaginese per andare ad attaccare Roma nel 218 a.c.
Il ponte attuale è però sicuramente di fattura più recente: i più antichi documenti conosciuti risalgono alla fine del 1700 e riguardano la ristrutturazione di un ponte corrispondente a quello che conosciamo oggi, costruito magari su un ponte o su un attraversamento preesistente forse proprio nel punto ove i Cartaginesi superarono il Rio.
Pinasca possiede inoltre un monumento di carità, la Piccola casa della Divina Provvidenza, un imponente caseggiato a forma di "U", noto anche con il nome del fondatore: il Cottolengo.
La storia
La valle era compresa nel territorio su cui regnavano i Cozi: nel 13 a.C. Cozio I divenne prefetto romano e nel 63 d.C. il territorio divenne Provincia Romana. Monete con l’immagine dell’Imperatore Nerone (54-68 d.C.) sono state ritrovate dinnanzi alla Chiesa Parrocchiale di Pinasca.
Dal V secolo la Valle fu interessata dall’occupazione dei Goti e subì le invasioni di Vandali, Svevi, Burgundi e Alemanni, e nel 573 i Longobardi cominciarono ad espandere il loro territorio in Val Chisone.
Il riferimento a Pinasca, che fu tra i centri più antichi della valle, compare per la prima volta in un documento del 720 firmato da Abbone, fondatore del monastero della Novalesa, in cui si indicano alcuni fondi posseduti in valle “Dubiasca”.
Nel 941 Arduino III divenne il primo Marchese di Torino; in una carta del 1020, Pinasca è indicata come sede di chiesa pievana appartenente all’Episcopato di Torino.
Nel 1064 Adelaide di Savoia cedette ai Benedettini dell’Abbazia di Santa Maria di San Verano in Pinerolo (l’attuale Abbadia Alpina) parte dei suoi territori, compresi Pinasca e la bassa valle “Vallis Pineirasca” (Val di Pinasca). L’alta valle invece (val di Pragelato) era parte del Delfinato governato dai Conti di Albon.
In seguito alla crociata contro gli Albigesi (1202) numerosi seguaci di Pietro Valdo provenienti da oltralpe, giudicati eretici con il Concilio di Verona del 1184, iniziarono a popolare le Valli Chisone e Pellice. I Savoia e gli Albon, che in un primo momento li accolsero di buon grado, ben presto, in seguito alle pressioni esercitate dalla Chiesa di Roma, iniziarono a reprimere l’eresia ed a perseguitarne i fedeli.
Nonostante le uccisioni e le abiure forzate, realizzate in particolare dai francesi nel 1487, su richiesta di Papa Innocenzo VIII, un documento del 1512 testimonia che la Chiesa di Dubbione di Santa Maria veniva utilizzata anche come Tempio dai protestanti, che avevano già superato in numero i cattolici.
Emanuele Filiberto tra il 1560 e il 1561 affida al Conte di La Trinità una sanguinaria repressione dei Valdesi. La moglie Duchessa Margherita di Valois, figlia di Francesco I, forse di segreta fede riformata, riuscì però a far ottenere ai Valdesi la libera professione nella Valle, a patto di non interferire con la professione della religione cattolica.
A Pinasca venne permesso di professare solo a Grandubbione, dove si trova ancora un anfratto nella roccia chiamato la “Gleiza di Barbet” (Chiesa dei Valdesi).
Qualche anno dopo ai Valdesi, cui fu vietato celebrare le funzioni nella cappella di San Rocco a Dubbione, venne concesso di costruire un nuovo Tempio a Pinasca, che sarà poi fatto demolire nel 1686, e su cui probabilmente verrà costruita la Chiesa di Santa Maria Assunta nel 1750.
Carlo Emanuele I nel 1602 con un editto obbligò tutti i protestanti, circa 5/6 della popolazione totale, ad abiurare; nel caso non l’avessero fatto avrebbero dovuto lasciare i territori di Perosa, Porte, Dubbione e Pinasca per andare ad abitare all’Inverso della Valle sotto pena della confisca dei beni.
Nella primavera del 1655 il Ducato iniziò un’aspra e sanguinaria repressione contro i Valdesi chiamata “Pasque Piemontesi”. Per dieci anni si vissero spaventosi combattimenti tra l’esercito e i Valdesi “ribelli” guidati da Giosuè Janavel, che durò fino al 1664 dove con le “patenti di Torino” vennero riconosciuti l’amnistia per i Valdesi e diritti per la religione riformata.
Dopo l’esilio in Svizzera del 1686 e il “Glorioso ritorno” del 1689, Luigi XIV nel 1690 decise di impegnare 4000 dragoni capitanati dal Maresciallo Catinat per assediare Balziglia, roccaforte Valdese.
Il Catinat fece costruire sopra Fenestrelle un piccolo forte in località Tre Denti e dei baraccamenti per le truppe su un pianoro a 1800m che prenderà poi il nome di “Pracatinat”. Sul colle del Besso, al confine tra Pinasca e Giaveno, sono ancora visibili dei trinceramenti costruiti tra il 1690 e il 1693 per ordine dello stesso Catinat, come opere di difesa dai Savoia per la città di Pinerolo.
Colle del Besso.
Nel 1693 nella Battaglia della Marsaglia (Volvera) l’esercito francese sbaragliò le truppe sabaude in ripiegamento dal fallito assedio di Pinerolo, che però tornò ai Savoia in virtù del Trattato di Torino del 1696.
Il Duca di Savoia si accordò con il Re di Francia in modo tale che i protestanti sudditi francesi, che non avessero scelto di abiurare, avrebbero dovuto lasciare la valle entro sei mesi perdendo tutti i loro beni. In 2500 lasciarono le loro case e trovarono ospitalità in Svizzera o nel Wurttemberg, dove fondarono nuovi insediamenti con il nome del loro paese di origine: Pinache, Serres, oggi parte del comune di Wiernsheim, Großvillars nel comune di Oberderdingen, Perouse a Rutesheim.
Il numero degli esiliati nel periodo che va dal 1685 al 1699, solo dal comune di Pinasca, ammonta a 536 persone su 1780 abitanti. Il Duca concesse i terreni confiscati ai Valdesi ai fratelli Piccone nel 1700, con il titolo di Conti del feudo di Perosa.
Solo con il Trattato di Utrecht del 1713 si sancì che l’intero corso del Chisone fosse definitivamente assegnato ai Savoia, ma nel 1801 il Piemonte venne nuovamente annesso alla Francia napoleonica e l’occupazione francese durò fino al 1814 quando il Piemonte ritornò al Re Vittorio Emanuele I. Proprio nel periodo Napoleonico venne costruita la Strada Nazionale che collegava Pinerolo a Briancon sul tracciato dell’antica Strada Reale.
Nel 1848, il Re Carlo Alberto, con le “Lettere Patenti” e l’Atto di Emancipazione firmato il 17 febbraio, concesse piena libertà di culto ai protestanti piemontesi.
Nell’800 In Val Chisone inizia l’industrializzazione con la nascita dell’industria tessile (setifici e cotonifici) e l’affermarsi dell’industria estrattiva. A Pinasca nella seconda metà dell’Ottocento venne costruita la Filanda vicino al Rio Grandubbione che sarà operativa fino al 1918; vennero anche scavate alcune gallerie per l’estrazione della grafite ma senza grosso successo.
Nel 1882 fu inaugurata la tranvia Pinerolo-Perosa, per portare gli operai alle fabbriche, che rimase operativa fino al 1968, quando venne dismessa. Nel 1906 venne aperto lo stabilimento Riv di Villar Perosa per la produzione di cuscinetti a sfera.
Durante il periodo fascista a Pinasca venne annesso il Comune di Inverso Pinasca, che tornò autonomo al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Indirizzo
- Pinasca
- Pinasca TO
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