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Roure è un comune della Val Chisone che si sviluppa tra i 750 m e i 2890 m della punta Orsiera.
Il nome del paese, che in provenzale significa "quercia", si riferisce all'intero territorio comunale, che comprende le quattro frazioni principali Castel del Bosco, Chargeoir (ora Roreto, nome variato durante il fascismo), Balma e Villaretto, e le numerose borgate, alcune ancora abitate e fiorenti, come ad esempio Gleisolle, e altre abbandonate o utilizzate solo per le vacanze.
Non c’è infatti alcuna frazione o borgata denominata Roure: il fatto che anche in passato non esistesse un agglomerato con questo nome è dimostrato anche da quanto scritto nel 1842 dallo storico Casalis nel censimento dei comuni appartenenti al Regno di Sardegna.
Cenni storici
Questa zona è stata abitata dall'uomo fin dalla preistoria: ne sono testimonianza le numerose incisioni rupestri e reperti rinvenuti in diverse località ("Balm canto" e "Peiro d'la cru").
Non sono certe le popolazioni che abitarono queste valli prima dell'occupazione romana ma i toponimi fanno pensare a tre strati linguistici: preindoeuropeo, ligure e celtico.
I Romani si insediarono nelle valli molto probabilmente nel I secolo a.C; intorno al 500 si registra l'occupazione dei longobardi, a a cui seguirono i Franchi a fine 700. È probabile che in questo periodo le valli subirono le incursioni dei saraceni.
Intorno all'anno 1000 con Adelaide il pinerolese passò sotto i Savoia: a partire dal 1064 il territorio, da Porte a Pragelato, viene annesso all'abbazia S. Maria di Pinerolo. Fu in questo periodo che si sviluppò notevolmente l'agricoltura, con relativo disboscamento e istituzione della pratica dell'alpeggio, ed è probabilmente a questo periodo che risale la nascita di agglomerati nelle zone più alte delle nostre montagne, insediamenti favoriti da un clima mite in quel periodo.
Dopo la morte di Adelaide (1091 circa) i signori di Vienne (Delfinato) invasero l'Alta Val Chisone portando il loro confine al Fons Olagnerii tra Castel del Bosco e Serre. A questo periodo risale la prima documentazione scritta dell'esistenza del villaggio alpino di Bourcet.
Le prime presenze valdesi si registrano agli inizi del XIII secolo. Dal 1349 si passò sotto il dominio dei re di Francia. Alla fine del 1600 i Valdesi erano diventati la stragrande maggioranza che abitava le nostre Valli, ma l'annullamento dell'editto di Nantes, che dava loro maggiori libertà di culto, costrinse i valdesi a convertirsi al cattolicesimo o ad emigrare soprattutto in Germania dove fondarono villaggi che ancora riportano i nomi dei paesi della nostra Valle.
Fu in questo periodo che il re di Francia stanziò notevoli somme per la costruzione in tutta la valle di nuove Chiese: Santo Stefano a Castel del Bosco, la Visitazione a Bourcet, la ricostruzione della Chiesa di Villaretto.
La distruzione del castello che da il nome al villaggio di Castel del Bosco risale alla fine del 1600.
I Francesi dominarono il paese fino al 1709, quando la Valle passò sotto Casa Savoia.
Il nome di Roure, presente nei documenti storici a partire dal 1484, nel periodo fascista fu modificato in Roreto Chisone, ma ha ripreso la sua denominazione originale nel 1975 in seguito a referendum popolare e conseguente legge regionale.
L'economia degli abitanti di Roure si basa principalmente sul lavoro in bassa Valle, nelle industrie presenti fin dai primi del '900, sull'artigianato edile e sul terziario, mentre l'agricoltura e l'allevamento del bestiame, un tempo prioritari, si sono drasticamente ridotti.
Le potenzialità del territorio offrono un turismo a misura d'uomo, basato sulle risorse paesaggistiche e sulla cultura materiale.
Agli sportivi il vallone di Bourcet, che dopo circa duemila metri di dislivello culmina con la vetta del Becco dell'Aquila (2.809 m), propone la via ferrata "Nicola Ciardelli" e numerose vie di arrampicata di varie difficoltà (fino al VII grado).