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Cumiana (Cumian-a in piemontese) è un comune di oltre 7800 abitanti, attraversato del torrente Chisola, il cui territorio culmina con il Monte Sperino (1452 m), nei pressi del Monte Freidour.
Il capoluogo è in località Motta dove si trova anche la principale parrocchia, ma il comune è formato da una sessantina di borgate e frazioni. Tra queste, Tavernette, che per vari anni fu comune autonomo, con la denominazione di "Oliva", e venne annesso a Cumiana nel 1928. Pieve invece è sede di una parrocchia autonoma.
Nella frazione Verna passa il 45º parallelo, e la particolarità geografica è ricordata da due cartelli indicatori sulla strada che porta alla frazione.
La Storia
Col termine “Cominana” il villaggio è già citato in un documento datato 810 e conosciuto come “Donazione di Teutcario”, che contiene la cessione volontaria da parte di questo guerriero longobardo delle terre “da Montegrosso fino alla pietra del Bess” a favore dei monaci della Novalesa, in Valle di Susa. Una copia originale dell'atto è conservata negli archivi dell'Abbazia stessa; nel 2010 il comune ha festeggiato i 1200 anni di storia.
Dopo la caduta dell’impero carolingio Cumiana passa di mano varie volte. Dapprima appartiene al marchesato di Susa, poi agli Orsini-Falconieri, signori di Rivalta (980), prima vassalli dei vescovi di Torino e poi vassalli dei Savoia. Alla calata di Federico Barbarossa i signori di Rivalta sono nuovamente fedeli alla Chiesa: per questo, nel 1176, il loro castello viene smantellato e saccheggiato dallo stesso imperatore.
Tra il 1239 e il 1291 i Savoia acquistano il territorio dai signori di Rivalta; il nuovo conte Amedeo V “Il Grande” (1285-1323) nel 1294 cede il Piemonte al nipote Filippo, figlio primogenito di Tommaso III, con il quale ha inizio la linea dei Savoia-Acaia.
I principi d’Acaia, che solitamente risiedono a Pinerolo, soggiornano volentieri nel castello di Cumiana, che fanno restaurare e spesso utilizzano come prigione per personaggi d’alto rango.
La pace nella contea dura fino a quando il figlio Giacomo d’Acaia tenta di liberarsi dalla subordinazione al ramo principale. Nel 1356 Amedeo VI “Il Conte Verde” attraversa le Alpi per stroncare la ribellione del cugino: anche il castello di Cumiana viene occupato (1359) dalle truppe sabaude. Il figlio di Giacomo, Filippo II d’Acaia, riprende la lotta, e nuovamente Cumiana è destinata a patire un assedio (1368) questa volta da parte del principe d’Acaia, finché il Conte Verde non ha ragione del ribelle che viene incarcerato e poi annegato nel lago di Avigliana.
Il 24 agosto 1366 il principe Giacomo d’Acaia per diecimila fiorini d’oro vende Cumiana alla famiglia Canalis, che resterà legata al paese fino al 1801.
Tra il 1429 ed il 1661 Cumiana venne proclamata Comune e si affranca dal dominio dei Canalis, pur versando loro un canone annuo ed ottenendo una limitata libertà di legiferare ed imporre tasse. Durante questo periodo, nel 1517 il territorio fu invaso dai Francesi che lo tennero fino al 1559 quando il duca Emanuele Filiberto I di Savoia riconquistò tutti i suoi territori.
Nel 1580 il figlio Carlo Emanuele I decide di schierarsi con gli spagnoli. Per questo il generale Lesdiguières scende in Piemonte e nel 1593 il vecchio castello della Costa è distrutto. Cinque anni dopo sopraggiunge la peste, che ricompare violentissima nel 1630.
Nel 1690 il duca Vittorio Amedeo II si unisce all’alleanza contro il re Sole Luigi XIV e viene sconfitto dai francesi del maresciallo Catinat nella tragica battaglia delle Marsaglie (detta anche di Orbassano, 4 ottobre 1693).
La Rivoluzione e l’occupazione Francese è salutata a Cumiana dal nuovo consiglio comunale repubblicano (21 dicembre 1798); nel 1802 il Piemonte è annesso alla Francia e vi resta fino al 1814, anno in cui ritornano sul trono i Savoia.
Nel 1801 viene aperto l’ufficio postale, nel 1834 entra in funzione l’ospedale e tre anni dopo viene tracciata la nuova strada per Pinerolo. Cumiana è in espansione ma, verso il finire del secolo, la rapida crescita demografica costringe ancora numerosi cumianesi all’emigrazione in cerca di lavoro, soprattutto in Francia e in Sud America.
Nel 1944 un’altra tragedia segna profondamente il paese: il 3 aprile le SS italotedesche fucilano 51 cittadini prelevati a caso tra la popolazione maschile del paese per rappresaglia, dopo uno scontro a fuoco avvenuto due giorni prima in piazza Vecchia.
Punti di interesse
Chiesa parrocchiale della Natività di Maria
Situata sull'altura della località Motta, deve la sua struttura attuale agli architetti Morari: Giovan Battista, progettista, deceduto prima della realizzazione, e Felice Nicolao, figlio di Giovan Battista, che la realizzò a metà del XVIII secolo. Si tratta di un edificio in stile barocco, costituito da una navata sormontata da una cupola ellissoidale: è la maggior chiesa a pianta ovale del Piemonte, dopo il Santuario di Vicoforte,[ misurando ben 50 metri in lunghezza per 26 in larghezza.
Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano
Chiesa dell'omonima confraternita, sita sull'altura della località Motta, proprio di fronte alla chiesa parrocchiale della Natività di Maria. Da 18 anni tra l'Immacolata e l'Epifania viene allestito nelle sue sale un presepe animato di 60 metri quadrati, rinnovato ogni anno.
Castello della Marsaglia
Al confine con il comune di Piscina sorge il castello della Marsaglia, celebre per l'omonima battaglia che si combatté nei suoi pressi il 4 ottobre 1693 fra i soldati francesi guidati dal Catinat e i piemontesi comandati dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia. La struttura si presenta con una pianta a quadrilatero a tre piani, anche se in origine doveva essere più alto, con una torre di spigolo, l'unica rimasta. Sulla facciata rimangono i deboli segni delle antiche aperture del ponte levatoio, che doveva essere inserito nella torre di ingresso. Il preesistente fossato e le difese esterne sono completamente scomparse, mentre l'interno è stato pesantemente ristrutturato rispetto al progetto originario.
L’antico castello ed il palazzo della Costa
Dell’antico castello ad est del borgo della Costa rimangono oggi solo resti di mura di cinta e alcuni ruderi raggiungibili attraverso un percorso di grande interesse artistico e ambientale. L’edificio, eretto nel XIII secolo con la funzione di castello fortificato, appartenne in un primo tempo ai Falconieri, primi signori di Cumiana.
Dominante sopra il borgo, in un’ottima posizione panoramica, sorge invece la costruzione che comunemente nota come il Castello della Costa, che in realtà fu dall’inizio una villa residenziale senza alcuno scopo difensivo.
La prima ala del castello nuovo, quella esposta a sud - ovest, venne fatta costruire nel XVI secolo da Guglielmo Bernardino dei Canalis con le pietre dell’antico castello distrutto. A quel primo nucleo architettonico cinquecentesco si aggiunsero nel corso dei secoli XVIII e XIX altre aree edificate fino a ricoprire una superficie di 4470 mq.
L’edificio ha subito negli anni diversi passaggi di proprietà; oggi la parte aulica dell’edificio appartiene alla famiglia Vaglio, che ne ha fatto la propria residenza e vi ha allestito un’interessante raccolta di mobili ed arredi antichi aperta al pubblico.
Il palazzo della Costa ospitò nella storia diversi personaggi famosi. Vi dimorò alla fine del 1600 Anna Carlotta Teresa Canalis, marchesa di Spigno. Le cronache del tempo narrano che Vittorio Amedeo Il, alla vigilia della battaglia della Marsaglia, si invaghì della giovane e ne fece la sua amante, per poi sposarla solo poco prima della sua abdicazione (settembre 1730) in favore del figlio Carlo Emanuele III, vanificando così le speranze della marchesa di diventare regina.
Lo storico palazzo conobbe anche Vittorio Alfieri che nel 1764, appena quindicenne, vi si recò in villeggiatura in occasione delle nozze di sua sorella, la contessina Giulia, con il conte Giacinto Canalis. Il grande tragediografo italiano vi soggiornò ancora e vi ritornò in altri momenti della sua vita. Altro illustre ospite del palazzo fu San Giovanni Bosco, che è ricordato nella cappella privata adiacente al salone centrale.
i Tre denti di Cumiana
Il monte Tre Denti (1.361 m) si trova al confine tra Cumiana e Cantalupa. È piuttosto noto per la presenza di molte vie di roccia di varia difficoltà e lunghezza; il suo versante settentrionale è incluso nel parco naturale del Monte Tre Denti - Freidour.
Sui Tre Denti di Cumiana e sulle pareti rocciose circostanti sono state nel tempo aperte molte vie di arrampicata, alcune delle quali si possono considerare tra le più classiche della Provincia di Torino. Alcune descrizioni delle vie alpinistiche per la salita alle varie sommità la compongono risalgono a famosi alpinisti degli anni Trenta del Novecento come R.Chabod, G. Boccalatte, R.Ravelli, e tra gli appassionati che frequentavano i Tre Denti viene citato anche Pier Giorgio Frassati.
Indirizzo
- Cumiana
- TO
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