Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Monica Castagnero, giovane, combattiva e superattiva: dopo una laurea e un lavoro nel settore marketing si è buttata in una nuova avventura, e da qualche anno ha creato a Rosta il Birrificio Castagnero. Il piccolo opificio è l’emblema dell’artigianalità: ora le attrezzature sono più moderne ma all'inizio l’impianto di bollitura e i fermentatori erano fatti a mano dal papà, la cottura era controllata a vista e l’imbottigliamento veniva fatto manualmente.
Si tratta di un birrificio agricolo, dove il malto arriva direttamente dai campi della famiglia. «Abbiamo cominciato con la produzione di orzo nel 2013, prima di avviare il birrificio. E in questo caso si tratta di una scommessa nella scommessa. Il raccolto cambia di anno in anno a seconda dell’andamento della stagione, e così anche il colore del malto, e quindi quello della birra, non sono mai gli stessi. Il prodotto è meno standardizzato ma questo lo rende davvero unico e solo nostro: so da dove viene e come viene ottenuto».
Al momento in produzione ci sono otto tipi di birra: La Bionda B27 (Golden Ale), La Ramata R52 (Brown Ale), La Buianca B19 (Weizen), La Rossa R18 (Strong Ale), la A.P.A. Hip Hip Apà!, la "belgian blond" Wey Tipa! e la Eclipse (Imperial Stout).
«La birra è in continuo mutamento, la ricerca non si ferma mai. Si parte dal nostro malto e dai miei luppoli preferiti, ma continuiamo a sperimentare. Non mi fermo mai e ho dovuto imparare tutto sul campo» ci dice ancora Monica. «Mi sono laureata in economia e ho conseguito un master in marketing, entrambi ambiti lontani dal mondo brassicolo. E ora la mia vita si divide tra l’azienda e un continuo degustare in giro per l’Italia; a ogni festival, a ogni fiera cerchiamo nuovi spunti che potrebbero risultare vincenti».
Monica ha ereditato tutta questa passione dal papà Andrea: «Mio padre ha cominciato da "homebrewer": è lui la vera anima del birrificio, il "signorino" utilizzato come simbolo dell'azienda, che tutti in realtà scambiano per Don Bosco. È lui che ha costruito con un suo amico tutto l’impianto di cottura e i fermentatori, e rimane il piccolo genio di questo luogo: ora funge da criticone delle birre, il suo è sempre l’ultimo giudizio sul gusto delle nuove nate».
Tutto rigorosamente in famiglia dunque, ed ora alla squadra si è poi aggiunto anche Mattia Soster, proveniente dal corso di Alto Apprendistato dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
La birra Castagnero è una birra locale che fa del territorio la base di partenza: «La mia è una birra “rostese” a tutti gli effetti: i contadini mi aiutano a lavorare i campi del mio orzo con macchinari che non posso permettermi, e anche la carne che usiamo per gli hamburger dei food truck viene dal macellaio di paese. Crediamo in questa filosofia di produzione e vogliamo portarla avanti con consapevolezza e senza paura di aprirci al mondo e alle sue idee», conclude sorridendo.