Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Questo piccolo museo fu allestito nel 1939 a cura della Società di Studi Valdesi e dalla Comunità Valdese di Massello, in occasione del convegno annuale del XV agosto, tenuto in quell'anno proprio alla Balziglia, e sistemato nei locali della scuola valdese costruita nella borgata cinquant'anni prima come edificio commemorativo del 200 anniversario del "Rimpatrio".
Il materiale esposto nel museo ricorda uno dei periodi particolarmente significativi della storia dei Valdesi in Piemonte: gli anni del loro esilio in Svizzera ed in Germania a partire dal 1687, il loro rientro in patria nel 1689 e la loro strenua resistenza alla Balziglia nell'inverno 1689-1690, terminata con la fuga avventurosa attraverso le balze del Pan di Zucchero verso la parte alta del vallone del Ghinivert (maggio 1690).
Un video e un plastico dei luoghi favoriscono la comprensione, mentre la visita ai luoghi dell’assedio è oggi parzialmente possibile risalendo il sentiero.
L'esilio
Nel 1686 gli editti di proscrizione del Duca Vittorio Amedeo Il, che imponevano l'abiura o l'abbandono delle terre natie alle popolazioni valdesi del Piemonte, avevano provocato la loro disperata e strenua resistenza. Dopo mesi di guerriglia, decimati dagli stenti, i superstiti giacevano rinchiusi nelle fortezze del Piemonte.
Su intervento delle potenze protestanti europee il Duca Vittorio Amedeo concesse infine ai valdesi la facoltà di esiliare; essi vennero quindi avviati, d'inverno, attraverso le Alpi verso la Svizzera e la Germania. Non tutti gli esuli accettarono però supinamente la loro condizione di profughi e tentarono più volte di rientrare in patria forzando la sorveglianza piemontese e savoiarda.
Fra gli esuli di Ginevra emerge in particolare la figura di Giosuè Gianavello, l'uomo che aveva organizzato in Val Pellice la resistenza dei valdesi durante le persecuzioni del 1655. Le sue "Istruzioni", raccolta di consigli per la spedizione del rimpatrio, servirono come guida militare alla terza spedizione guidata dal pastore Enrico Arnaud.
Il rimpatrio
Il rimpatrio dei valdesi fu reso possibile da una serie di fatti collegati alla storia politica europea. Nel 1689 in Europa è nuovamente in corso la guerra che vede lo scontro tra il blocco franco-piemontese di Luigi XIV e le potenze imperiali rappresentate da Spagna, Olanda, Inghilterra e Svezia. Guglielmo d'Orange, che nel 1688 era salito sul trono d'Inghilterra, asseconda le aspirazioni degli esuli valdesi con l'intenzione di aprire un fronte alle spalle delle linee francesi.
La spedizione, organizzata dal pastore Enrico Arnaud e sovvenzionata dalle potenze imperiali, ha successo, ed alcune centinaia di valdesi riconquistano le terre natie nell'agosto del 1689.
Episodi fondamentali del Rimpatrio sono la battaglia notturna presso il ponte di Salbertrand, il culto tenuto dal pastore Enrico Arnaud nel tempio di Prali ed il patto di fedeltà al Signore e di unione fra gli uomini della spedizione pronunciato a Sibaud in Val Pellice.
L'assedio
Incalzati dalle truppe franco-sabaude i valdesi si ritirano, come suggeriva Giosuè Gianavello nelle sue "Istruzioni", alla Balziglia, e ne fanno il loro campo trincerato. La posizione strategica si rivela ottima ed il Maresciallo di Francia Catinat, quando nell'autunno decide l'assalto, non riesce a conquistare le trincee valdesi.
I trecento assediati trascorrono l'inverno nei loro baraccamenti, inquadrati da una rigida disciplina, riescono a sopravvivere tra estreme difficoltà; provvidenziale fu la possibilità di recuperare il grano che non era stato mietuto nell'estate precedente e che giaceva ancora sotto la neve.
Nella primavera del 1690 i franco-sabaudi tornano all'attacco sotto la guida del Marchese De Feuquières. Muniti di artiglieria bombardano le posizioni dei valdesi e, dopo giorni di attacchi furiosi, li respingono verso l'alto, sulla cima del Pan di Zucchero.
La Balziglia in una cartolina d'epoca
La sorte degli assediati sembra decisa: la morte, la prigionia o la condanna alle "galere" di Francia... Con il coraggio della disperazione i valdesi tentano una fuga e riescono a compiere, di notte e nella nebbia, un'evasione attraverso i dirupi della montagna ormai accerchiata guadagnando la libertà sul versante opposto del vallone del Ghinivert, in direzione dell'attiguo vallone di Salza.
Negli stessi giorni il duca di Savoia stava cambiando politica e si alleava con l'Inghilterra e l'Austria, scendendo in guerra contro i suoi ex alleati francesi: il 28 maggio Vittorio Amedeo II propose così una tregua ai valdesi.
Da allora la Balziglia simboleggia, nella storia dei valdesi, da un lato l'eroica resistenza della fede, dall'altro la miracolosa liberazione divina.
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La visita è libera: Telefonare posto tappa GTA (tel. 0121.808816) o tel. 0121.808692 o ufficio il Barba tel 0121.950203.
Visite guidate: per gruppi su prenotazione presso ufficio il Barba
Il museo non è accessibile ai disabili (carrozzelle)
Indirizzo
- Borgata Balziglia
- Massello TO
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