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Innanzitutto, si scrive Villar Dora, staccato: la denominazione ufficiale è del 1885.
L’edificio più antico del paese è la Chiesa parrocchiale: si ritiene che sia stata fondata nell’VIII secolo ad opera dei monaci benedettini dell’Abbazia della Novalesa. L’impianto romanico è andato perso con la ristrutturazione del XVII secolo, che l’ha resa barocca; alcuni capitelli preromanici appartenuti al primo edificio si trovano nel parco del Castello e nel cortile della canonica.
La prima volta in cui viene citato il nome del Villar è nel diploma del 31 luglio 1001 con cui l’imperatore Ottone III conferiva un’investitura feudale ad Olderico Manfredi. In un documento del 1287 sono descritti invece i principali edifici: la Torre del Colle e il Castello.
La prima si trova a circa due chilometri dall’abitato, a ridosso della statale 24, sotto la borgata omonima alle pendici della collina della Seja. Fu fatta costruire dalla famiglia Provana, probabilmente nel XV secolo: è un possente torrione cilindrico in stile romanico. Faceva parte di un sistema di vigilanza e difesa che comprendeva castelli, torri, forti e casematte dislocati lungo tutta la valle.
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Per quanto riguarda il Castello, è situato su uno sperone roccioso che domina l’abitato. Sin da epoche antiche svolgeva funzioni di controllo e difesa. Era collegato visivamente con il Castello di Avigliana e con la Sacra di San Michele; tramite segnali con le fiaccole in pochi minuti a Torino giungeva notizia di invasioni di nemici dalla Francia.
La residenza ha un’origine medievale, datata XII-XIII secolo. La struttura attuale risale al XV secolo quando, per volere dei feudatari della famiglia Provana, furono costruiti il Palacium, l’ala di Margaretha de Rotariis e la torre. La dipendenza detta Ca’ Bianca risale al XVII secolo, mentre i giardini furono realizzati nel XIX secolo per volere del conte Annibale Antonielli d’Oulx. Alla fine del Seicento venne saccheggiato, come molti altri in zona, dal generale francese Catinat.
I Provana erano i feudatari del Villar, vincolati da legame vassallatico al conte di Savoia ed erano per questo tenuti, in caso di guerra, a provvedere al reclutamento degli uomini abili. Divennero feudatari del paese dopo diverse altre famiglie: De Thouvet sive De Sala, De Mont Vernier, Aiguebelle, Bergognino.
Durante l’epoca fascista, nel 1928, Villar Dora venne unificata con Almese e Rivera in un unico comune; questa unione durò fino al 1955 quando il Presidente della Repubblica ristabilì l’autonomia amministrativa di ciascuno.
Un prodotto simbolo di Villar Dora è la ciliegia: un tempo la coltivazione di questo frutto costituiva una delle più rilevanti attività agricole del territorio.
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