Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
I 17 castanicoltori che nel 2003 diedero vita ad una cooperativa per la raccolta e la commercializzazione dei Marroni della bassa Valle di Susa possono a buon diritto essere orgogliosi: oggi infatti i soci sono ben 118 e la raccolta dei frutti, che il primo anno era stata di 280 quintali, raggiunge mediamente i 900 quintali, conferiti sia da soci che da semplici produttori non associati
Il rappresentanti dell'associazione sono a buon diritto molto soddisfatti: "Possiamo ben dire che il nostro progetto di sostenere la castanicoltura e i produttori locali ha avuto successo. Non è stato sempre un percorso facile: ci sono state annate complicate dalle condizioni meteorologiche avverse, che hanno avuto effetti negativi su fioritura e impollinazione, e quindi sulla qualità e quantità finale del prodotto. E ci sono state annate condizionate dai parassiti: il cinipide galligeno, un insetto di origine cinese molto dannoso, alcuni anni fa ha rischiato di compromettere seriamente la salute delle piante. Fortunatamente la lotta biologica introdotta, effettuata tramite un insetto antagonista, ha prima limitato e poi ridotto i danni alla produzione, ora tornata a livelli più che accettabili.
Dal 2010 il marrone della Valle di Susa ha ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta: 10 soci della cooperativa hanno iscritto i propri castagneti nel registro della nuova IGP e la cooperativa è diventata confezionatrice autorizzata del prodotto. L'indicazione geografica protetta "Marrone della Valle di Susa" è riservata ai frutti ottenuti da alberi di castagno (Castanea sativa) dei comuni di Bruzolo, Meana, San Giorio, Sant’Antonino e Villar Focchiardo, a quote tra i 350 ed i 1.050 m.
Dal 2013 abbiamo inoltre avviato un progetto sperimentale di coltivazione della nocciola, e 15 soci hanno messo a dimora 2500 piante di nocciolo nei comuni di Bussoleno, Chianocco e Chiomonte. Quest'anno le piante hanno dato i primi frutti: è un progetto a cui siamo particolarmente affezionati perché consente lo sfruttamento di aree marginali e di terreni che fino ad ora erano incolti".
La coltivazione del Marrone: una tradizione millenaria
Il Marrone, pregiato e prelibato frutto autunnale, fratello nobile della castagna, è coltivato in Valle di Susa da centinaia di anni, e per secoli ha rappresentato uno degli alimenti fondamentali delle popolazioni locali. Ancora oggi la castanicoltura è praticata utilizzando le antiche e tradizionali tecniche colturali, che non si esauriscono certamente nelle 4 settimane dedicate alla raccolta.
Terminata questa fase si procede infatti alla pulizia del sottobosco da ricci e foglie e poi alla potatura, che deve essere effettuata nel periodo invernale da professionisti del settore. Dalla primavera si torna a pulire il terreno ed a tagliare l'erba, in modo che il sottobosco sia sempre libero, ed in estate si deve provvedere all'irrigazione, da 2 a 4 volte a seconda del clima dell'annata.
Paolo Chiaberto, della Cooperativa La Maruna, alla trasmissione televisiva Geo.
La raccolta avviene da fine settembre a fine ottobre ed al termine i frutti vengono conferiti alla cooperativa, che effettua la selezione automatica in base alla pezzatura.
I marroni vengono infatti suddivisi in base al calibro, che va dai 26 ai 31 mm ed oltre. I più piccoli saranno destinati alla lavorazione (farine, creme, marmellate), quelli di pezzatura media soprattutto alle caldarroste e quelli di 31 mm e oltre alla pasticceria: quando gusterete un prelibato Marron Glacé sappiate che il frutto può essere stato prodotto dai castagni della Valle di Susa.