Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Della pianta di gelso, orginaria dell'Asia ed ora diffusa anche in Africa e Nord America, in Italia esistono due specie: il gelso bianco (Morus alba) e il gelso nero (Morus nigra).
Il primo, originario della Cina, venne importato in Europa alla fine del XV secolo con il baco da seta, vorace estimatore delle sue foglie. Il secondo invece giunse in tempi più antichi, probabilmente intorno al '500, ed è caratterizzato da foglie più piccole rispetto al gelso bianco. I suoi frutti, dal colore nero violaceo, sono particolarmente gustosi, e le sue foglie sono altrettanto apprezzate dal baco da seta.
Gli alberi di entrambe le varietà hanno un aspetto molto gradevole e, grazie alla loro chioma a forma di globo, vanno ad impreziosire elegantemente un giardino, oltre a fornire un cospicuo raccolto di frutti.
Una pianta di cui parlava anche Confucio
Citato addirittura da Confucio, il gelso veniva coltivato migliaia di anni prima di Cristo ed è una pianta particolarmente longeva, oltre ad essere in grado di crescere in maniera consistente, specialmente nella varietà che produce more bianche. Resistente agli agenti atmosferici, non teme la siccità ed in autunno si spoglia delle sue foglie.
Le more di gelso in realtà non sono frutti: in gergo botanico sono definite come sorosi, ovverosia una serie di piccoli frutti accostati, disposti su uno stelo, che hanno origine da altrettanti fiori monoici, in grado di impollinarsi da soli con il vento.
Pur essendo famoso per fornire con le sue foglie nutrimento ai bachi da seta, il gelso è stato a lungo coltivato anche per altre finalità. La pianta produce infatti more gustose, frutti particolarmente ricercati ed apprezzati che hanno però durata breve, in quanto vanno raccolti entro 3/4 giorni dalla loro maturazione, pena la marcescenza.
Se vi capita di andare in Sicilia, che con la Calabria è una delle regioni in cui l'allevamento dei bachi da seta ebbe maggior diffusione, assaggiate la granita con le more di gelso, ne vale la pena!
Utilizzato anche come pianta ornamentale, il gelso consente di ottenere buona legna da ardere o da impiegare in ambito lavorativo. Inoltre, fornisce un vimini che ben si presta ad essere impiegato per la realizzazione di cesti.
Fornisce ottime more, ma non è parente del rovo
Benchè le loro more siano simili, il gelso non ha alcuna parentela con il rovo. Appartiene invece alla famiglia delle Moracee, di cui fa parte anche il fico.
Il gelso bianco, se non opportunamente potato, può assumere dimensioni decisamente considerevoli, più di quello nero. I suoi frutti sono chiari, meno gustosi della varietà più scura, ma altrettanto gradevoli al palato.
Il gelso, specialmente quello bianco, resiste bene alle temperature rigide, mentre il gelso nero produce frutti più pregiati e le sue foglie sono più grandi. Inoltre, se infuse, vantano proprietà antibiotiche, mentre la polpa delle more viene utilizzata in cosmesi perchè ha azione lenitiva sulla pelle.
Le piante di gelso si adattano al clima ed al terreno e non necessitano di grandi accortezze. Non bisogna preoccuparsi d'altro che non siano periodiche potature e giuste concimazioni, perchè il gelso è in grado di trovare l'acqua da solo grazie alle sue radici profonde. La sua attuale scarsa diffusione ha contribuito a renderlo piuttosto resistente nei confronti di parassiti e malattie.
La scelta di piantare un gelso nel vostro giardino non richiederà quindi particolare impegno, ma all'inizio dell'estate vi regalerà una generosa fornitura di succulente e altrettanto delicate more, che vi riporteranno con nostalgia alla dolcezza della vostra infanzia.
Tornate da qualche tempo in auge, le more di gelso sono difficili da reperire sul mercato (si trovano solo essiccate nelle più fornite erboristerie).