Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
«La vita non è fatta per essere vissuta in solitudine. La vita è fatta di mani e cuori che si uniscono: è una rete di persone o IoP, letteralmente “Intranet of People”, in italiano “rete di persone”. È facendo squadra che possiamo ripartire oggi in questo momento di difficoltà legato al coronavirus. Dobbiamo farlo anche sul posto di lavoro, mettendo al centro le persone come fecero Adriano Olivetti a Ivrea e Napoleone Leumann a Collegno (nella foto l'ingresso dello stabilimento). Solo così potremo ripartire oggi».
È questa la lettura proposta dal libro “Tempo di Iop: Intranet of People” scritto dal giornalista Filippo Poletti, di casa a Bardonecchia dal 1992. Stampato da Dario Flaccovio, il volume sarà al centro del dibattito pubblico organizzato dal Comune, nell’ambito della rassegna estiva “Scena 1312”, venerdì 14 agosto alle ore 18 al Palazzo delle Feste.
«L’idea di questa parola mi è venuta a Bardonecchia in cima al Ban, osservando la vista sulla corona di montagne in cui spicca la Barre des Écrins, di oltre 4000 metri – spiega Poletti –. Dall’alto risulta evidente come occorra guardare alla nostra vita con una visione complessiva, immaginandola come una rete di persone o IoP. È quello che devono fare le aziende, mettendo al centro dell’attenzione i collaboratori, promuovendo il fare squadra e la sostenibilità interna ed esterna al posto di lavoro».
«Il coronavirus ha creato una frattura tra le aziende e i lavoratori – si legge nel libro –. Anche chi ha potuto fare smart working o home working si è trovato distante, almeno fisicamente, dai colleghi. È giunto il momento di ritrovare la piena unità d’intenti a partire dalla comunicazione interna aziendale, promuovendola ad esempio con la intranet intesa come il sito dedicato ai collaboratori. Attraverso questo strumento è possibile incentivare, ad esempio, la formazione continua, il benessere o welfare, e la sostenibilità dell’impresa tramite l’adesione ai principi dell’economia circolare».
“Può l’industria darsi dei fini che non siano solo i profitti?”, domandava Olivetti, scomparso 60 anni fa. Il manager piemontese volle legare il lancio della macchina da scrivere Lettera 22 alla fabbrica di produzione con questo payoff “glocal”: “La vostra macchina da scrivere portatile viene da Agliè”. Il testo della campagna di comunicazione del 1957 faceva riferimento alla centralità sul posto di lavoro: “Agliè è un piccolo comune del Canavese, in provincia di Torino. Oggi c’è una fabbrica Olivetti, dove lavorano operai di elevata qualificazione. Il piccolo comune canavese partecipa dell’economia e dello sviluppo della società contemporanea. Ora da quella fabbrica escono le portatili Lettera 22. Vanno in tutto il mondo, esempio della nostra industria meccanica di precisione”.
Tra le imprese pensate per le persone, nel paragrafo del libro intitolato “Il lavoro è per l’uomo”, Poletti presenta l’esperienza di Napoleone Leumann fatta a Collegno: «Alle porte di Torino fu creato un villaggio operaio, legato al cotonificio, ispirato a sostenere “il benessere fisico e morale” dei dipendenti e l’“educazione e l’istruzione dei loro figli”. Già allora, all’inizio del Novecento, era chiaro come l’istruzione fosse un leva imprescindibile per la crescita umana e professionale dei collaboratori: per questo fu realizzata una vera e propria scuola». Viene in mente – venendo ai nostri giorni – la casa di moda Ermenegildo Zegna che ha fatto un investimento da 25 milioni di euro, sostenendo a partire dal 2014 le spese di master o dottorato di ricerca all’estero per le nuove leve.
Nel corso delle 288 pagine Poletti presenta diversi casi di comunicazione aziendale lanciati in Piemonte: il libro si apre presentando quella adottata da Terre di Barolo. «Fondata nel 1958 a Castiglione Falletto in provincia di Cuneo, ha saputo catturare l’attenzione dei consumatori, presentando loro la storia delle famiglie socie». Terre di Barolo ha invitato le persone a scoprire i 165 soci della cooperativa vitivinicola: nel sito, infatti, è presente la galleria fotografica dei loro volti, pubblicati in bianco e nero.
«In questa fase storica di grande difficoltà per il mondo del lavoro – conclude Poletti, tra i principali influencer sul social media LinkedIn Italia per quanto riguarda i temi del lavoro – i nostri sforzi devono essere indirizzati a sviluppare la comunicazione interna sul lavoro. Possiamo realizzarlo mettendo in condivisione le ragioni del nostro fare. Facciamo nostro l’esempio di FCA che, dopo la scomparsa del ceo Sergio Marchionne, avvenuta a Zurigo il 25 luglio 2018, diffuse il 31 ottobre 2018 internamente una lettera destinata ai dipendenti, dov’era indicata la strategia di gruppo, a firma del successore Mike Manley. Solo mettendo al centro le persone e coinvolgendoli nelle sfide aziendali, le persone saranno motivate dare il massimo oggi, domani e sempre».
Giornalista professionista classe 1970, Filippo Poletti ha scritto per oltre 20 testate giornalistiche come il “Corriere della Sera”, il “Giorno”, “Libero” e “L’Eco di Bergamo”. Già consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti è oggi uno degli influencer su LinkedIn, il social media dedicato ai professionisti. Lavora nell’ambito della comunicazione interna ed esterna e collabora con il blog dedicato al lavoro del Fatto Quotidiano.