Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Gravere è un piccolo comune posto a monte di Susa, caratterizzato nella sua parte più antica da case in pietra e in legno costruite arditamente su affioramenti rocciosi a picco sulla Dora e sul torrente Gelassa.
Il nome Gravere deriva dal latino glarea ("ghiaia"), e si riferisce ai depositi ghiaiosi dovuti allo scorrere dei corsi d'acqua, in particolare del torrente Gelassa, il cui corso nel 1728 fu in parte deviato; dalla stessa radice deriva anche, ad esempio, l'idronimo Gravio.
Nei secoli la zona ove sorge il paese fu conosciuta con diversi nomi: Luximonte (nel testamento di Abbone, fondatore della Novalesa), Yallasse (dal nome del torrente Gelassa) e, infine, Le Graviere (da cui l'odierno Gravere).
Il comune è costituito da una decina di borgate, nessuna delle quali porta il nome di Gravere. Alcune di queste (Morelli, Olmo, Saretto, Mollare e la moderna Valdisogno) si trovano lungo la strada del Monginevro e costituiscono attualmente un abitato quasi continuo, altre (Grande e Piccolo Essimonte, Bastia e Refornetto, dove hanno sede il Municipio e la Chiesa Parrocchiale) sono nelle vicinanze del Gelassa.
Arnodera e Armona sono situate in posizione isolata a mezza costa, ad est del capoluogo; Madonna della Losa e Deveys sono frazioni ormai esclusivamente di villeggiatura, mentre l'Alteretto, una delle più popolate in passato, è ormai disabitata e in rovina.
Centro ideale del paese è la piazza Cesare Meano, che si raggiunge salendo da Susa dopo un paio di tornanti, punto di partenza per partire alla scoperta delle varie frazioni.
La storia
Gravere, che in origine era dipendente a livello amministrativo e religioso da Susa, ottenne autonomia di culto e amministrativa tra il 1598 e il 1622. La chiesa della Natività di Maria venne costruita per adempiere un voto, contratto nel corso dell’epidemia di peste del 1598 e consacrata nel 1701, mentre nei secoli successivi venne consacrata anche a S.Barbara. Poche notizie si hanno dell’antica chiesa romanica dei SS. Giacomo e Filippo a Croaglie andata in rovina.
Fino al 1713 Gravere era il primo comune del Ducato di Savoia che si incontrava provenendo dalla vicina Chiomonte, che era invece parte del Delfinato e quindi, come tutta l'Alta valle di Susa, Regno di Francia a tutti gli effetti.
Per la vicinanza al confine il paese ospitò diverse strutture militari fin dal Medioevo: la prima fortificazione nota è la bastita de Paladruco, fatta costruire tra il 1300 ed il 1301 dal conte Amedeo V, da cui prende il nome la borgata Bastia.
Nella borgata montana di Madonna della Losa celebre è la presenza della Certosa: sorta nel 1189 è affidata a monaci certosini su iniziativa di Tommaso I di Savoia. La sua storia si intreccia con l’abbazia di Novalesa per l’origine della comunità benedettina, e poi con Montebenedetto dove la comunità monastica si trasferì all’inizio del Duecento. L’impianto della certosa della Losa differiva dalle altre certose presenti sul territorio perché non possedeva un edificio con le celle per i monaci, ma questi possedevano ciascuno una piccola abitazione indipendente.
L’interno della cappella di Madonna della Losa fu ornata nella seconda metà del Trecento da un ciclo di affreschi raffiguranti gli apostoli, distribuiti sulle due metà della volta. Dell'edificio romanico restano tracce nel minuscolo campanile, mentre l'interno conserva dei begli affreschi del primissimo 1400 d'ispirazione lombarda.
Proveniente dalla Certosa, ma ora conservato al Museo Diocesano di Arte a Sacra a Susa, è il Baldachinaltar di tema mariano, della prima metà del secolo XV, attribuito ad un ignoto scultore della Germania medioevale. L’ancona è una sorta di tabernacolo, sorretto anteriormente da esili pilastrini, ospita al centro un sistema di immagini lignee dorate e dipinte che evocano il momento della Deposizione di Cristo, mentre gli sportelli dipinti narrano la vita e passione di Cristo.
Certosa di Madonna della Losa, Apostoli, Affresco.
Un’interessante testimonianza del passato celtico della zona sono le incisioni presenti sulla sommità del roccione che sorregge la croce in pietra, a fianco della Chiesa Parrocchiale. Si distinguono due impronte di zoccolo equino, come se un cavallo o un mulo vi avesse fatto pressione con i posteriori per spiccare un gran salto.
Naturalmente non mancano le leggende sulla loro origine. Una attribuisce le impronte al cavallo di Erode, avviato verso l’esilio oltre le Alpi. Un’altra racconta del diavolo che dalla sommità di quel roccione dominava Gravere, ma che, con la costruzione della chiesa, spiccò il volo verso luoghi più ospitali premendo con rabbia sulla roccia i suoi piedi cavallini.
Vicino alle impronte altre incisioni aiutano a spiegare la vera origine storica: si tratta di sei piccole coppelle, segni di antico culto pagano: i sacerdoti druidi, infatti, sacrificavano vittime (anche umane) alle divinità e, da come il sangue si disponeva nelle coppelle, traevano delle profezie.
Poco sopra l’Arnodera esiste una cava argentifera, la Miniera del Rugèt, formata da varie gallerie sotterranee. Si ignora il periodo dal quale è stata sfruttata: gli archivi conservano solamente il ricordo di un effimero tentativo di ripresa nel XVIII secolo.
Le fortificazioni e Pian Gelassa
Sopra il roccione che sovrasta la frazione di Bastia fu costruito nel 1592 il Forte di San Francesco, su progetto di Gabrio Busca, ingegnere militare di Carlo Emanuele I: sfruttando il rilievo venne realizzato un semplice parapetto che correva sul bordo con delle torrette agli angoli. All’interno due baraccamenti per l’alloggio delle guarnigioni ed una cappella.
Faceva parte dei tre forti graveresi, con la Rocca di Molaro e Monmorone, posti a difesa della frontiera con il Delfinato, che videro i sabaudi cercare invano di fermare, nel 1629 e nel 1690 le armate francesi del cardinale Richelieu e del maresciallo di Catinat.
Gravere non venne mai coinvolta in vere battaglie ma fu fortemente provata dal passaggio di numerose soldatesche che operavano saccheggi ai danni delle popolazioni e più volte rasero al suolo le cappelle delle borgate.
La Batteria Militare del Trucco, detta anche Batteria della Losa, fu realizzata nel 1891; era costituita da un fossato che racchiudeva due distinte batterie su due livelli di quota, la Alta e la Bassa, collegate da una strada interna che permetteva poi l’accesso ad un osservatorio.
Batteria Militare del Trucco
Due costruzioni, una di un piano ed una di due, erano in grado di accogliere 200 uomini; una leggenda dice che nei sotterranei fosse operante una zecca.
Pian Gelassa (situata a 1.535 m s.l.m.), è stata una stazione sciistica piuttosto nota negli anni sessanta. A differenza della vicina Pian del Frais non era dotata di un impianto di risalita che la collegasse con il fondovalle e si raggiungeva da Susa con una carrozzabile, inaugurata il 27 luglio 1966. Nella primavera del 1969 viene ultimata la funivia e un anno dopo la cabinovia; la stazione sciistica però durò meno di dieci anni, complice una valanga che colpì gli impianti e portò alla sua chiusura.
Indirizzo
- Piazza Cesare Meano
- Gravere
- Trova sulla mappa.