Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Lo stambecco (sopra al titolo in una bella immagine di Andrea Nurisso scattata a Chiomonte), mammifero appartenente alla famiglia dei bovidi, predilige gli ambienti rocciosi, dove si arrampica con agilità e dove trascorre gran parte delle sue giornate, fino all'imbrunire. La sua presenza risale a tempi remoti: già gli uomini del paleolitico lo raffiguravano nelle loro pitture murali all'interno delle grotte in cui vivevano. Alla progressiva riduzione degli elementi in natura contribuirono, oltre alla diffusione delle armi da fuoco, le credenze popolari che attribuivano alle sue corna, ridotte in polvere, la facoltà di rimediare all'impotenza, mentre il sangue pareva essere taumaturgico per fronteggiare i calcoli renali e lo stomaco in grado di curare la depressione.
Nel XIX secolo lo stambecco era ormai scomparso in Svizzera, e sulle Alpi italiane e francesi ne sopravvivevano solo un centinaio di esemplari. Fu il re Vittorio Emanuele II, nel 1856, a far proteggere gli esemplari rimasti, facendoli catturare e condurre in una riserva privata dove cacciava personalmente, ponendo un gruppo di guardacaccia a difesa dalle predazioni. La valle d’Aosta ed il Piemonte sono dunque oggi le uniche regioni dell’arco alpino nelle quali la specie non sia mai scomparsa.
Lo stambecco si gode il meritato riposo - Mirella Giacone
Lo stambecco, che vive ad altitudini comprese fra i 500 ed i 3000 metri, dispone di numerose aree protette nelle quali la sua sopravvivenza è tutelata. Tra di esse rientra anche il parco Alpi Cozie, che proprio recentemente ha attivato un progetto di monitoraggio e conservazione dello stambecco.
Il maschio, che può vivere fino a 14-16 anni, possiede lunghe corna arcuate e nodose, che possono anche superare il metro di lunghezza. La femmina, più piccola e con corna che raggiungono al massimo 35 centimetri, è più longeva e può superare i 20 anni.
Stambecco - Adventures Wildlife
Il manto dello stambecco assume diversi colori a seconda della stagione. D’estate è corto e di color beige o bruno chiaro fino al ventre, che invece è bianco. In autunno invece la pelliccia ha peli più lunghi e scuri, tendenti al nero, che lo aiutano a ripararsi dal freddo e ad assorbire meglio i raggi solari. A maggio e giugno è facile vedere gli stambecchi grattarsi contro le rocce e i tronchi: in questo modo l’animale cerca di alleviare il fastidioso prurito dovuto alla muta, sfregandosi anche con le corna.
LEGGI ANCHE: Il mistero dello stambecco bianco e senza corna sulle pendici del Rocciamelone
Il pelo delle femmine è invece, beige giallo o castano chiaro d’estate, d’inverno si scurisce solo leggermente, molto meno di quello dei maschi. Il manto dei cuccioli, beige rossastro, rimane invece immutato fino ai due anni di vita. Le corna dello stambecco, permanenti, permettono di datarne l’età anagrafica. Ogni anno a novembre, infatti, la loro crescita si ferma e sulla parte laterale e posteriore si forma una sorta di anello. Contando i vari anelli si riesce a capire quanti inverni siano trascorsi. Le corna delle femmine sono lisce e dopo i 5 anni crescono pochi millimetri per volta, quindi gli anelli sono molto ravvicinati.
Giovani femmine di stambecco - Evelina Perron
Lo stambecco vive in famiglie separate: i branchi di maschi, che in primavera possono anche raggiungere le 100 unità, da una parte, le femmine dall’altra. Si incontrano solo nel periodo riproduttivo, a dicembre e gennaio, quando il maschio va alla ricerca della femmina in calore, che lo attende con caratteristici atteggiamenti: la coda alzata a pennacchio, il collo teso, le corna rovesciate sul dorso. I maschi combattono tra di loro per determinare la supremazia all’accoppiamento.
La gravidanza dura tra i 160/180 giorni, al termine dei quali nasce un cucciolo, di rado due. Il piccolo di stambecco si erge sulle zampe pochi minuti dopo la nascita ed è immediatamente in grado di seguire la mamma anche sulle ripide pareti rocciose. D’estate è possibile scorgere le cosiddette "nurseries", gruppi di una ventina di capretti controllati da un paio di femmine, mentre le altre madri sono alla ricerca di cibo.
Piccolo di stambecco in Alta Valle - Federico Milesi
Animale gregario, quando l’età avanza lo stambecco tende a divenire solitario o sceglie di vivere in piccoli gruppi, al massimo di 6 elementi, nei quali figurano anche animali giovani. Lo stambecco è erbivoro: può mangiare fino a 15 kg di erba quotidianamente, ma apprezza i germogli di ginepro, rododendri, muschi e licheni. Ghiotto di sale a causa della necessità di sodio, beve poco, limitandosi spesso a leccare la rugiada mattutina.
La caccia allo stambecco in Italia è vietata, ma la sua carne viene importata, abitualmente surgelata, dalle nazioni ove è consentita. Prima del consumo deve essere marinata per eliminare il gusto di selvaggina che la contraddistingue e viene utilizzata anche per la preparazione di affettati quali la mocetta, tipica del Piemonte e della valle di Aosta.
Stambecchi ai Denti di Chiomonte - Cristina Gulivetto