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Pragelato si trova in alta Val Chisone, a 1500 s.l.m. Il comune si compone di molte frazioni, la maggior parte delle quali situata alla sinistra del torrente Chisone.
Sopra l'abitato, sulla destra orografica della valle, si apre la val Troncea, tutelata e valorizzata dal Parco naturale della val Troncea.
La storia
La presenza umana nella zona è confermata sin dalla preistoria ma le prime notizie storiche sul paese risalgono all’8 settembre 1064: si trovano sull’atto di fondazione dell’abbazia benedettina pinerolese di Santa Maria che ebbe numerosi benefici da parte della contessa Adelaide di Susa.
Tra il XI e il XII secolo fu conquistata dai delfini di Vienne, come tutta l'alta val Chisone, chiamata allora valle di Pragelato.
In seguito fu il paese capoluogo dell'Escarton dell'Alta Val Chisone che dal 1343 al 1713 fece parte della Repubblica degli Escartons, una comunità che godeva di una certa autonomia e che comprendeva il Briançonnais, il Queyras, la valle di Oulx, la val Pragelato e Castel Delfino in val Varaita. La capitale era Briançon: il nome deriva dal termine escartonner, cioè ripartire equamente le imposte.
Il 29 maggio del 1343 il delfino Umberto II e 18 rappresentanti di oltre 50 comunità delle valli alpine firmarono infatti la Grande Charte, una sorta di costituzione, scritta su pelle di pecora, che divenne il patto per mezzo del quale quelle popolazioni ottennero l'affrancamento dalle servitù feudali, il diritto alla libertà individuale, alla proprietà e all'auto gestione del territorio. I capifamiglia potevano, per esempio, decidere sull'utilizzo dei pascoli, sulla costruzione di ponti e strade, sull'elezione dei consoli o sulla risoluzione delle controversie.
Allorché il duca di Savoia, nel 1690, entrò a far parte della Lega asburgica, quest'area divenne strategica e la Francia del Re Sole cominciò le grandi costruzioni militari per fortificare Briançon.
In seguito alle guerre di successione spagnola e al trattato di Utrecht la Francia perse il territorio degli Escartons italiani, che passarono ai Savoia, così la Repubblica degli Escartons perse la sua unità e cessò di esistere nel 1790.
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Ormai però le montagne avevano creato un'unità culturale di tradizioni e di vita, i cui segni si riscontrano nell'uso della lingua francese parlata fino agli inizi del '900, nella lingua d'oc (area linguistica Occitana) parlata in ambito famigliare ancora oggi, nell'architettura delle case, nell'uso delle meridiane, nei gigli e delfini che ornano ancora i battacchi dei portali e le numerose fontane poligonali.
Pragelato ha scritto importanti pagine di storia anche durante le guerre di religione, che misero a ferro e a fuoco queste vallate. Una numerosa comunità Valdese si stabilì in paese nel XIV secolo; per sfuggire alle truppe francesi alla vigilia di Natale del 1386 dovettero rifugiarsi sulle pendici del monte Albergian (3043 m), dove molti bambini morirono assiderati.
Il 19 aprile 1904 una valanga distrusse le capanne dei lavoratori nella miniera del Beth, uccidendo 81 persone, ricordate ora da una lapide al piccolo cimitero della borgata Laval.
Pochi anni dopo, nel gennaio del 1924, un'altra sciagura funestò il paese: nella borgata di Grand Puy (“Grande Poggio”) scoppiò un grande incendio che distrusse le case di quasi tutti i suoi 200 abitanti.
Nel 1934 dal territorio di Pragelato si staccò la frazione di Sestriere, da allora comune autonomo.
L'arte e lo sport
Chiesa parrocchiale alla Ruà.
La chiesa parrocchiale alla Ruà, eretta nel 1686-88 e dedicata all'Assunta, conserva un dipinto di Gabriele Dufour ed è raffigurata in un francobollo emesso dalle Poste Italiane nel 2004 in occasione dei XX Giochi olimpici invernali.
Le borgate Troncea, Laval e Seytes conservano esempi di architettura tradizionale occitana e nelle borgate ci sono numerosi esemplari di meridiane, alcune delle quali firmate da Zarbula, un autore girovago. Caratteristico è anche il tradizionale mercatino locale, che si svolge tutto l'anno ogni domenica mattina nel centro del paese.
Grazie alla pista olimpica e ai tracciati che permettono di sciare nel Parco della Val Troncea, Pragelato è una vera e propria capitale dello sci di fondo. Durante i Giochi olimpici invernali di Torino 2006 e l'Universiade invernale 2007 è stata sede di gara dello sci nordico; qui sono state organizzate alcune gare valide per la Coppa del Mondo di combinata nordica, di salto con gli sci e di sci di fondo.
Pragelato è attrezzata anche per la pratica dello sci alpino, con i comprensori Pragelato ski (due seggiovie e cinque skilift, circa 50 km di piste) e Via Lattea (circa 400km di piste).
D’estate il paese offre le sue risorse naturali: le stradine delle frazioni, le escursioni sulle cime, i sentieri tematici nel Parco si affiancano a proposte più strutturate come il golf, che nel suggestivo campo di Plan e Pattemouche, all’imbocco della Val Troncea, è ideale anche per la mountain bike e le passeggiare a cavallo.
Il comune ospita un centro di documentazione sulle meridiane e un museo del costume e delle tradizioni delle genti alpine.
Dal 1982, solitamente nel mese di agosto, si tiene la Festa della Ghironda, una manifestazione internazionale interamente dedicata a questo antico strumento.