Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Elogio della lapide della valanga del Beth in Val Troncea
Elogiare una lapide? Può apparire inopportuno, ma in questo caso il vero oggetto dell’elogio è la necessità di preservare la memoria.
Alta Val Chisone, Val Troncea, il Sestriere è lì vicino. Ma, all’inizio del 1900, l’oro non ha il colore bianco della neve, ma ha il colore ambrato della calcopirite, minerale ricco di rame che si estrae dalle miniere che si trovano a 2700 metri, nei pressi del Colle del Beth. Nonostante la quota si scava tutto l’anno, estate e inverno, fino al 1904.
È il mese di aprile, sulla montagna nevica da giorni, neve umida e pesante di primavera. Il rischio di rimanere bloccati in quota con scarsi viveri è elevato. Pur sconsigliati, i minatori decidono di scendere, di lasciare il sicuro rifugio in quota.
Un’imprudenza che costò la vita a 81 minatori, travolti da una grande massa di neve partita il giorno 19 dai ripidi pendii del Monte Ghinivert. Ciò nonostante, l’attività estrattiva proseguì, per cessare solo nel 1910.
La tragedia della valanga del Beth oggi è storia: di fatica e di lavoro montanaro, testimoniato dai resti delle gallerie, dalla fonderia sul fondovalle.
Oggi il sentiero che valica il Colle del Beth fa parte della GTA, Grande Traversata delle Alpi, si cammina per diletto, gli escursionisti hanno sostituito i minatori. E dal 1980 la Val Troncea è parco naturale, un’isola di montagna protetta al confine con la montagna luna park, dove la neve ormai “si programma”. Un parco istituito anche per far conoscere la storia di questi luoghi. Un luogo appropriato per queste parole:
“Natura né madre, né matrigna, ma un teatro nel quale si sviluppa la vita di tutti noi, un teatro di cui la nostra vita è una parte, non possiamo avere la presunzione di dominarla, la vicenda del Beth lo dimostra, così come lo dimostra la vicenda dei nostri giorni…”.
Gianni Oliva, 19 aprile 2020, discorso commemorativo nella ricorrenza della valanga.
Consigli di viaggio (Itinerario 24):
La lapide che ricorda la valanga del Beth si trova poco alta sul fondovalle, affissa a una roccia nella zona in cui furono recuperate le salme dei minatori.
Si può raggiungere solo a piedi in una decina di minuti di discesa su sentiero segnalato dalla Borgata Troncea. Oppure con breve salita dal fondovalle: dalla località Fournet sentiero per Troncea.
Il consiglio di viaggio è molto semplice: dall’area di sosta poco dopo Laval si va sulla strada bianca di fondovalle fino alla Bergeria del Meys, a 2000 metri di quota (consigliabile bici da sterrato). A circa metà valle una deviazione laterale conduce a Troncea, dove si trova l’omonimo rifugio.
La strada di fondovalle e la deviazione per Troncea sono percorribili in bicicletta, pur con la dovuta attenzione ai camminatori. Tutti gli altri percorsi del parco sono invece opportunamente riservati agli escursionisti (niente biciclette!).
Strada chiusa ai mezzi motorizzati.
Nel periodo estivo è attivo un servizio di navetta per Troncea e per il Meys.
Lunghezza: 10 km a/r
Dislivello: 290 m
Una mostra sulla valanga del Beth è esposta alla sede del parco a Pragelato.
L’itinerario è visualizzabile:
sulla piattaforma digitale di mappe e percorsi online"bikemap.net"
sul sito cuboviaggiatore.net, curato da Max Ubicini, a questo link: 24.Elogio della lapide della valanga del Beth in Val Troncea.
Qui trovate anche tutti i percorsi localizzati su Google maps.La guida completa “Elogi di Piemonte”si può acquistare in libreria e sul sito dell’editore Atene del Canavese