Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Una serie di buchi ravvicinati, affiancati da un mucchietto di terra. In piemontese si chiamano darbunere, e caratterizzano un terreno infestato dalle talpe (darbun o, in alcune zone, tarpun), vero e proprio incubo di qualsiasi agricoltore o appassionato di giardinaggio.
La talpa è lunga circa 15 cm esclusa la coda (2,5-3,3 cm) e pesa dai 60 ai 120 g. La pelliccia è fine e vellutata di colore nero o grigio scuro, le orecchie sono prive di padiglioni auricolari, la punta del naso è color carne e le zampe hanno unghie corte e molto robuste che le consentono di scavare rapidamente il terreno.
"Darbunere" a Condove.
Animale poco socievole, in genere non invade territori già occupati da altri e molto raramente si fa vedere all’esterno dei suoi cunicoli. Abitualmente predilige i campi più umidi, dove è facile si nascondano vermi e lombrichi.
Si accoppia tra marzo e maggio e la sua gestazione dura soltanto 30 giorni, al termine dei quali vengono alla luce da 3 a 6 cuccioli, che in un paio di mesi saranno autonomi. Predata da tasso e volpe, la talpa ha tra i suoi nemici anche l’uomo, da sempre impegnato a contrastarne la diffusione nel tentativo di preservare le colture.
Se la sua presenza è utile perché libera i giardini da rettili, vermi e lombrichi e l’opera di scavo smuove il sottosuolo consentendo una migliore aerazione del terreno, al contempo la talpa rappresenta una minaccia perché la sua attività sotterranea danneggia le radici delle piante.
Come fare per liberarsene? Le varie soluzioni, più o meno efficaci
Senza affidarsi a metodi cruenti di uccisione, esistono alcuni rimedi naturali per allontanare questi mammiferi dai propri terreni. Il primo espediente consiste nel mettere a dimora delle piante che producono un odore che alle talpe non piace.
L’olfatto della talpa è molto sviluppato, tanto che, se individua una preda, l’animale la segue nel sottosuolo scavando lunghi cunicoli nel terreno. La pianta di ricino, l’euforbia catapuzia e la corona imperiale sono tre specie delle quali non gradisce gli effluvi.
Se invece non vogliamo disturbare l’olfatto delle talpe, possiamo metterle in crisi dal punto di vista uditivo. Alla ridotta capacità visiva dell’animale, in grado soltanto di scorgere la luce (non a caso per definire qualcuno con poca vista si usa il termine di paragone “cieco come una talpa”) fa da contrasto un udito molto sviluppato. Ecco allora che può rivelarsi utile il posizionamento di un’asta di ferro nei buchi del terreno, collocando all’estremità superiore una bottiglia capovolta: il rumore conseguente al passaggio di aria al suo interno risulterà fastidioso per l’animale.
Talpa europea (Wikipedia).
Queste soluzioni un po’ casalinghe possono forse funzionare in caso di presenze sporadiche, ma dove la talpa ha ormai preso dimora fissa è probabile sia necessario un intervento più deciso. In tal caso si può ricorrere al calciocianammide, un concime azotato che nutre il terreno ma emette anche un gas che le allontana. Ovviamente, essendo comunque un composto chimico, non va usato negli orti biologici.
Sarà sufficiente mescolarne un cucchiaio con un po’ d’acqua e versarlo in uno dei cunicoli sotterranei, avendo cura di chiuderne l’imbocco con la terra per non far uscire l’animale. Il gas che si sprigionerà si diffonderà nello scavo, mettendo in fuga la talpa.
Meno funzionali, a giudicare dai commenti di chi li ha impiegati, sembrerebbero essere i diffusori di onde sonore; in commercio ne esistono anche versioni alimentate da piccoli pannelli solari, privi di qualsiasi inquinamento ambientale, che vengono conficcati nel terreno e si dice infastidiscano anche topi e rettili.
Resta poi la possibilità di usare trappole a gabbietta, per catturare gli animali e successivamente liberarli in luoghi distanti dai nostri orti e giardini.
Se le avete provate davvero tutte e nulla vi sembra funzionare, giocate l’ultima chance. Vi basterà liberare un gatto lasciando che, specialmente nelle ore notturne nelle quali la talpa è maggiormente attiva, passeggi nell’area infestata. Pare infatti che il pelo di questo felino infastidisca il roditore, allo stesso modo di panni imbevuti di olio di ricino o benzina e di sfere di naftalina da inserire nei buchi del terreno.
Anche il regno vegetale offre dei repellenti naturali: aglio e cipolla, infatti, sono sgraditi alle talpe. Per invitare la talpa ad abbandonare l’area basterà spargere intorno alle buche dell’aglio o della cipolla tagliata a pezzi. Meglio ancora, un mix di entrambi. Oppure, se anche a voi questi odori danno fastidio, utilizzare dei fondi di caffè che hanno il vantaggio di potenziare la fertilità del terreno.
Se non volete optare per il fai da te, sappiate che in commercio sono disponibili repellenti a base vegetale, innocui per le coltivazioni e l’uomo ma validi per fronteggiare il problema e già pronti per la somministrazione. Oppure, ma questa è una soluzione da adottare preventivamente e non quando la talpa è già arrivata, interrare una rete metallica a maglia fine sull’intero perimetro del giardino o terreno, collocandola ad almeno un metro di profondità. Evitate invece fumigatori o pastiglie di veleno, che insieme alle talpe uccidono anche gli insetti necessari per l’impollinazione delle piante e lasciano a lungo residui tossici nell’ambiente.
Infine, fate tesoro di un consiglio che potrebbe apparire superfluo ma al quale molti non prestano la necessaria attenzione. Ricordatevi che i residui di cibo attirano molte specie di animali: evitare di collocare bidoni della spazzatura o contenitori per il compostaggio nelle vicinanze di terreni e giardini consente di ridurre la probabilità dell’arrivo dell’indesiderato ospite.