Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
"Doi povron bagnà 'nt 'l'euli". Saper pronunciare questa frase è una sorta di lasciapassare per decretare la vera piemontesità. Già, perchè il peperone, sebbene coltivato anche nel sud Italia e gustato in ogni sorta di preparazione culinaria meridionale, è uno dei vanti del Piemonte: questo ortaggio trova spazio tutto l'anno sulla tavola piemontese, in svariate portate, dall'antipasto al contorno. Ottima inoltre, da accompagnare ai formaggi, è la confettura di peperoni, che con il suo sapore agrodolce si sposa alla perfezione con le forme più stagionate.
Il peperone è un vero e proprio scrigno di benessere: povero di calorie (100 gr di peperoni crudi apportano solo 22 kcal), è ricchissimo di vitamina C, ancora più delle arance. 100 grammi di peperoni ne contengono infatti 191 milligrammi. La buccia, anche se a qualcuno risulta poco digeribile, è ricca di fibre, regola la digestione e contribuisce a fornire un senso di sazietà.
Per tutte le varietà, al momento dell'acquisto, il consiglio è uno solo: preferite quelli con la buccia lucida, tesa, con polpa soda, privi di rugosità.
Verdi, rossi o gialli (i peperoni rossi sono più spessi e croccanti, i gialli più succosi e teneri, i verdi hanno un maggior sapore "vegetale"), i peperoni possono essere lunghi o quadrati.
Tipici del Piemonte, i peperoni quadrati, contraddistinti da un base a quattro lobi, di colore rosso o giallo, sono ideali crudi, in pinzimonio od intinti nella bagna cauda.
Poi ci sono i lunghi, chiamati anche Corno di Bue, talvolta di dimensioni superiori ai 20 cm, ottimi crudi, arrostiti al forno o serviti come contorno insieme alle carni.
Dal centro sud arrivano il Pontecorvo Dop, leggermente piccanti,ideale per le insalate o per le caponate, ed il friggitello, di colore verde, con forma affusolata.Si tratta di una varietà particolarmente dolce, che ben si presta ad essere appunto, come dice il nome stesso, fritto in padella e, se particolarmente giovane, senza necessità che vengano eliminati semi e peduncolo. Tra le nuove varietà giunte sui banchi ortofrutticoli spicca il Cornelio, proveniente dalla Sicilia, con buccia molto fine, che non necessita di essere pelato.
Peperoni arrostiti
Se le tipologie e la zona di provenienza sono differenti, una delle classiche ricette piemontesi è quella dei peperoni arrostiti. Semplice ma gustosa, rappresenta un ottimo contorno, oltre che essere la base di successive preparazioni.
Il procedimento può essere effettuato in svariati metodi: c'è chi vi si dedica sulla fiamma viva, chi opta per la piastra, chi predilige il forno.
Arrostire il peperone al forno è, tra i tanti metodi possibili, quello meno laborioso. Per ottenere un abbrustolimento omogeneo sarà sufficiente disporre i peperoni, ben lavati ed asciugati, su una placca ricoperta da carta da forno e cuocerli per circa 30 minuti a 220/250°, avendo cura di girarli con frequenza con un guanto da forno (non usare forchette che potrebbero forarli facendo uscire l'acqua di vegetazione e "sgonfiandoli").
Trascorso il tempo indicato, i peperoni andranno collocati, ancora caldi, in un sacchetto di carta o plastica per alimenti, dove andranno lasciati riposare per un quarto d'ora. Sarà quindi il momento di spellarli, uno alla volta, lasciando gli altri nel sacchetto, tirando via la pelle piano piano, sfregandoli nei punti dove è meno facile ottenere il risultato.
Al termine di questa operazione, potrete tagliarli, rimuovere i semini e filamenti interni ed i peperoni saranno pronti per essere conditi od impiegati in altre preparazioni.
Richiusi in un contenitore ermetico o coperti da pellicola per alimenti, si conserveranno in frigo per qualche giorno.