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Perchè una carrozzabile da Bardonecchia raggiunge i 3009 metri del colle del Sommeiller? Non ci sono alpeggi o frazioni da raggiungere, nè il tracciato mette in comunicazione con il versante francese che, nel territorio del comune di Bramans, ospita solo pietre ed i resti di un ghiacciaio.
Proprio il ghiacciaio è la risposta: la strada, oggi percorsa da mountain-bike, moto e fuoristrada, una delle più alte dell'intero continente europeo, fu costruita da Edoardo Allemand, un visionario imprenditore di Bardonecchia che aveva realizzato una piccola stazione per lo sci estivo sul ghiacciaio del Sommeiller.
Foto d'epoca degli impianti (Foto Roberto Guasco)
Un centro per lo sci estivo al Sommeiller: dal sogno alla realtà
Edoardo Allemand
Edoardo Allemand, detto "Edo", fu partigiano, prigioniero di guerra, deportato in un campo di concentramento, impiegato delle ferrovie, guardiano della diga di Rochemolles e maestro di sci.
Nel 1958, proprio per festeggiare il superamento degli esami da maestro di sci, Edo salì sulle piste dello Jafferau, ma con un salto si ruppe una gamba in 18 pezzi. I lunghi mesi di convalescenza gli permetteranno, assieme al suo amico Piero Bosticco, direttore della scuola di sci di Bardonecchia, di sviluppare l’idea che aveva maturato nelle passeggiate dalla diga di Rochemolles al ghiacciaio: un centro per lo sci estivo al Sommeiller.
“Il problema più grande da risolvere – racconta il figlio Fulvio Allemand - era creare una strada carrozzabile che arrivasse fino al colle”: allora infatti la strada carrozzabile si fermava a Rochemolles.
Allemand e Bosticco fondarono la Va.Ro, società per azioni che prendeva il nome dalla Valle di Rochemolles, coinvolgendo anche allievi, clienti e alcuni maestri della scuola di sci di Bardonecchia. Raccolto un capitale di 40 milioni di lire, cifra che per l'epoca era davvero consistente, i lavori vennero avviati la mattina del 7 maggio 1962.
Alla fine del mese successivo la strada aveva già raggiunto la diga, il 25 luglio dello stesso anno il collegamento arrivava al rifugio Scarfiotti e, alle soglie dell'inverno, a fine ottobre, la strada era quasi terminata: mancavano gli ultimi 100 metri, che furono completati nella primavera del 1963.
I primi sciatori misero piede sul ghiacciaio del Sommeiller nell'estate del 1963, quando entrarono in funzione i primi due impianti di risalita, alimentati dal un motore diesel con avviamento a manovella. I pali di sostegno erano in legno, piantati direttamente nel ghiaccio, con un ulteriore supporto sempre fatto di pezzi di ghiaccio. Il ghiacciaio però era in continuo movimento, e bisognava controllare spesso l'allineamento dei cavi d'acciaio.
I due primi skilift, chiamati "i corti", erano il Niblè (con partenza a quota 3.000 metri ed arrivo a 3.150) e l’Ambin (da 2.800 a 2.950 metri di quota). Solo nel 1976 si aggiunse un terzo skilift, il Sommeiller, che aveva pali in metallo e portava da 2.850 a 3.200 metri di altitudine.
Il Colle era raggiungibile dalle auto, ma presto Edo organizzò un servizio di autobus da Bardonecchia per trasportare gli sciatori. I mezzi, da 25 a 32 posti, venivano poi riutilizzati in inverno per il servizio di trasporto pubblico di Bardonecchia.
Nel 1963 vide la luce anche il rifugio "Ambin", una struttura prefabbricata in acciaio composta da due edifici: nel primo un negozio, locali per il personale, servizi igienici, un ristorante da 80 posti e un bar. Il secondo edificio, invece, conteneva inizialmente 20 camere con 50 posti letto, e successivamente fu ampliato con altre 4 camere per altri 12 posti letto.
L’impegno era enorme: all'inizio di ogni stagione era necessario scavare metri di neve per fare riemergere le stazioni di partenza e di arrivo degli impianti di risalita. Alla fine della stagione,invece, si dovevano smontare gli impianti di risalita e coprire i motori.
“Ho lavorato con mio padre dall'età di 15 anni - ricorda Fulvio con entusiasmo -. Le stanze del nostro rifugio avevano tutte l'acqua corrente, cosa eccezionale per quei tempi, ed a mezzogiorno potevamo servire fino a 100 coperti. Avevamo una cantina con oltre 100 vini diversi, italiani e francesi, compreso il Châteauneuf-du-Pape!” .
I maestri di sci erano nove. “In quegli anni abbiamo lavorato davvero molto, nonostante la concorrenza di altre zone estive come Stelvio, Courmayeur o Cervinia - ricorda Fulvio -. Negli anni '60 la squadra di sci francese venne ad allenarsi da noi perché c'erano due cambi di pendenza, meglio che all’Iseran dove ce n'era solo uno”
La valanga del 1968 e l’inizio del declino
Durante l'inverno 1968 - 1969 una valanga proveniente dalla Rognosa d'Etiache distrusse la stazione, procurando un danno di 40 milioni di lire. Da Bardonecchia arrivò l’aiuto di un plotone di alpini ed anche alcuni volontari contribuirono ai lavori: venne ricostruito il bar e rimessi in funzione gli impianti di risalita, e così già nell'estate del 1969 il ghiacciaio Sommeiller potè nuovamente essere utilizzato per lo sci.
Edo però non aveva i fondi per ricostruire il rifugio-albergo, che sognava di spostare cinque chilometri più a valle, al Pian dei Frati, collegandolo al ghiacciaio tramite una funivia. "I clienti avrebbero potuto soggiornare più in basso (a 3.000 metri non è facile dormire) ed avremmo potuto aprire a maggio, con un mese e mezzo di anticipo, risparmiando energie e denaro”, racconta Fulvio.
Purtroppo nessuno ha voluto sostenere questo progetto. “La delusione di non averlo realizzato - conclude Fulvio - e il fatto che ero partito per il servizio militare, e dunque non potevo più aiutarlo nello sgombero e nella gestione della neve, nel 1975 spinse mio padre a vendere la stazione ad un industriale torinese, Agostino Gessarolli”.
Tre anni dopo anche Gessarolli getterà la spugna, e negli anni successivi la gestione sarà estemporanea. Nel 1983 il giornalista Pier Luigi Griffa, sulla rivista Sci, si rammaricava del declino della struttura, “il cui potenziale turistico è enorme".
I resti degli impianti (ora smantellati) e la strada che sale al colle.
Intanto il ghiacciaio iniziava a ritirarsi: si iniziò così ad utilizzare solo più i due skilift situati nella parte più alta per arrivare, nel 1984, alla chiusura definitiva.
Nel 2001 sono iniziati i lavori per lo smantellamento degli impianti e del rifugio Ambin: realizzati dai comuni di Bardonecchia e Bramans sono terminati nel 2006.
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Nella roccia del Colle oggi è posizionato un pozzo profondo 100 metri nel quale l'Arpa registra la temperatura, monitorando le variazioni climatiche, mentre dello sci sul ghiacciaio rimangono soltanto immagini sbiadite dal tempo. Rimpiazzate dai selfie di chi sale al Colle per mettere alla prova le proprie capacità di pilota, di ciclista e di escursionista.
Anni '70, spilla del Centro Sci Estivo Sommeiller (Emanuele Bafico). Sullo sfondo Punta Sommeiller e Rognosa d'Etiache.
La strada Rochemolles – Colle Sommeiller
Il Colle del Sommeillerè considerato da motociclisti e appassionati di fuoristrada il "tetto d'Europa": la strada carrozzabile si arrampica infatti fino a 3 mila metri di altitudine, attraversando la valle di Rochemolles ed arrivando fin sul confine italo-francese.
Il colle, che deve il suo nome a Germano Sommeiller, l'ingegnere capo che diresse la costruzione della galleria ferroviaria del Frejus, è accessibile solo dal versante italiano.
La strada Rochemolles – Colle Sommeiller, salvo eventi meteo eccezionali, è percorribile dal 1 maggio al 30 novembre, ma dal 1 luglio al 30 settembre l'accesso è a pagamento per tutti i veicoli a motore.
Bikers sulla strada del Sommeiller (Foto Alpsmototours)
In questo periodo il giovedì la strada è riservata a bici e pedoni; negli altri giorni della settimana il transito alle auto è consentito dalle 8,30 alle ore 18.00 dietro il pagamento di un pedaggio (8 euro) riscosso dopo l'abitato di Rochemolles.
Ogni anno, la seconda domenica di luglio, viene organizzato un raduno internazionale motociclistico, denominato Raid Stella Alpina.
Ringraziamo per le immagini Archivio Fulvio Allemand, Roberto Guasco, Alpsmototours.
FONTI:
Archivio Allemand
Storia di un uomo e di un ghiacciaio, di Roberto Guasco
La grande histoire du ski d'été en France: sur la ligne frontière