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Massello, con poco più di 50 abitanti, è uno dei comuni più piccoli d’Italia e si trova in una stretta valle laterale della val Germanasca. Il nome deriva probabilmente dalla tribù dei Magelli che, dalla pianura pinerolese, si spinse fino all'estremità occidentale della val San Martino (attuale Val Germanasca) per sfruttarne pascoli e legnami.
Il vallone è percorso dalla Germanasca di Massello, che nasce dalle sorgenti sottostanti il Colle del Pis e forma la bella cascata del Pis, ed a valle confluisce nella Germanasca di Prali, poco prima dell'abitato di Perrero.
Sul vallone principale si aprono tre valli laterali: sulla destra idrografica, nei pressi di Balziglia, il vallone di Ghinivert, sulla sinistra, tra le borgate del Gros e del Piccolo Passet il vallone del Rabiur, e quello di Culmian tra le borgate Reynaud e Roberso. Ciascuno di essi è percorso da un rio, che ne prende il nome e che confluisce nella Germanasca.
Come per altri comuni montani della Val Germanasca l'economia del paese era basata su pastorizia e agricoltura; integravano un'economia di sussistenza le attività minerarie dirette all'estrazione del talco e della pirite (miniere del Beth).
Nonostante la sua eccentricità e la sua esigua popolazione, Massello occupa un posto di grande importanza nella storia valdese e nelle guerre combattutesi nelle valli per la libertà di coscienza, che gli ha dato nel secolo XVII una rinomanza europea.
La storia
Il suo nome compare solo nel 1347, quando i conti di Savoia riuscirono ad acquistare da Guglielmino di San Martino gran parte della valle, fra cui le ville di Balziglia e di Massello, che dovevano costituire i due centri abitati di maggior importanza.
Le prime persecuzioni contro i valdesi nella valle di San Martino sono documentate verso la metà del '400, quando iniziano i primi processi per eresia. In questo caso però, come pure nelle persecuzioni del 1560-61 e 1655, il ruolo di Massello risulta tutto sommato marginale.
Non fu così per le guerre del 1686 e del 1689-90 quando il re di Francia, alleato con il duca Vittorio Amedeo II, decise di cacciare i valdesi dalle loro valli.
Incaricato dell'operazione fu il generale Catinat, che il 22 aprile 1686 sferrò un attacco alla testa di circa 4000 soldati francesi attraverso la bassa valle di San Martino, mentre altrettanti soldati ducali avevano assalito Angrogna nella val Luserna.
Il 28 aprile tutta la popolazione delle valle di San Martino e del Pellice si era arresa per aver salva la vita, ad eccezione della comunità di Massello, ostinatamente decisa a resistere.
Contro questi ultimi, riparati sui contrafforti dirupati che sovrastano Balziglia, si portò personalmente il Catinat, assalendoli con 2000 uomini contemporaneamente da tre lati. Per tutto il 3 maggio cercò invano di vincere la resistenza dei valdesi, ma dopo l'insuccesso si ritirò e incaricò di proseguire le operazioni il Colonnello De Magny, che assalì senza successo i valdesi con 600 uomini.
Catinat ritentò qualche giorno dopo, ma la pioggia ed una fitta nebbia che avvolgeva il Pelvu lo costrinsero a tornare indietro. Il terzo tentativo fu però fatale per i ribelli: il 17 maggio Catinat riprese per la strada per Massello e dopo due giorni riuscì ad assalire ad ogni lato le posizioni di difesa dai valdesi, che rimasero senza via di scampo e furono tutti massacrati: circa 60 tra uomini, donne e bambini.
L’assedio della Balziglia
Quattro anni dopo Massello torna protagonista quando i valdesi, rientrati nelle loro valli dopo due anni di esilio in terra svizzera, si videro di nuovo attaccati dalle truppe ducali e francesi sia in Val Pellice sia nella valle di San Martino.
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Nell'ottobre 1689 un gruppo di poco più di trecento di loro trovò rifugio sull'altura rocciosa sovrastante Balziglia, detta Castello. Mentre i francesi, per il freddo intenso e per la neve caduta ai primi di novembre, si ritirano a Perosa e Pinerolo, i valdesi, guidati da Enrico Arnaud, trascorsero l’inverno a fortificare il costone che dal Castello si innalza fino al bric d'l'Autin.
Il 29 aprile del 1690 Catinat con 4000 uomini mosse da Pinerolo per Balziglia. Il 2 maggio, attaccò i 370 valdesi superstiti ma fu respinto in mezzo ad una bufera di neve e perse 200 soldati e 20 ufficiali; da parte valdese vi fu un solo ferito.
Dopo questo insuccesso il Catinat lasciò il compito dell’attacco al comandante De Feuquières, che aprì le strade al trasporto di 5 cannoni e il 22 maggio cominciò a prendere di mira gli assediati, ricacciandoli verso il centro del costone, sul cosiddetto "Pan di Zucchero".
Quando tutto sembrava perduto, grazie ad una nebbia provvidenziale, i valdesi col favor delle tenebre riuscirono ancora una volta a mettersi in salvo sgusciando tra le maglie della sorveglianza francese, proprio mentre il duca di Savoia stava cambiando politica e si alleava con l'Inghilterra e l'Austria scendendo in guerra contro i suoi ex alleati francesi.
Il 28 maggio Vittorio Amedeo II propose così una tregua ai valdesi, che ebbero dunque la meglio su un esercito fra i meglio armati d'Europa, 10 volte più numeroso e guidato dai migliori generali della Francia.
La Cascata del Pis
A monte della frazione Balziglia (1.370 m) è situata la cascata del Pis, di notevole bellezza paesaggistica e vero e proprio simbolo del paese. La cascata, sul sentiero che conduce al colle dell'Albergian, è a quota circa 2.000 m, occupa il centro del vallone ed è ben visibile dopo neanche un'ora di cammino.
Il Museo valdese della Balsiglia
Sistemato nei locali dell'antica scuola è stato allestito nel 1939 e concentra l'attenzione sul Ritorno dei Valdesi dall'esilio (1689) e sull'assedio delle forze valdesi da parte delle truppe franco-sabaude. Un video e un plastico dei luoghi favoriscono la comprensione, mentre la visita ai luoghi dell’assedio è oggi parzialmente possibile risalendo il sentiero.
Visita libera: Telefonare posto tappa GTA (tel. 0121.808816) o tel. 0121.808692 o ufficio il Barba tel 0121.950203.
Il Percorso "la ruota e l'acqua"
Il percorso, che segue per lo più sentieri preesistenti, a tratti molto antichi, tocca 4 mulini nel territorio di Massello, la Chiesa cattolica, il Tempio valdese ed alcune antiche meridiane.
Info: Comune di Massello Tel. 0121.808834 - Scopriminiera: tel. 0121.806987 - CAI Val Germanasca tel. 0121.808629 e 339.5810607 - Ufficio turistico Prali: tel 0121.807418
Indirizzo
- Massello
- Massello TO
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