Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Domenica 6 ottobre escursione guidata sul sentiero della Resistenza numero 5, dedicato alla maestra Carola Cristina Rolando, con alla fine una gustosissima merenda sinoira presso la Casa Alpina Evelina Ostorero. L’evento è organizzato dall’Ecomuseo della Resistenza e dall’Ecomuseo Alta Valsangone con la collaborazione dell’Associazione Abbonamento Musei e di Aleghe Mountain Guide. Ritrovo alle 14,30 a Forno di Coazze, al pilone di fronte al piccolo cimitero, poi si parte per l’escursione che comporta circa 220 metri di dislivello su 4 km di percorso ad anello.
Il sentiero, fortemente voluto da Elio Ruffino e inaugurato nell’aprile 2023, è dedicato alla Maestra Cristina, nata il 6 febbraio 1908, impavida staffetta partigiana in Val Chisone dove insegnava. Fu tradita e arrestata, condannata a morte e poi a una vita in carcere, liberata e subito tornò in Val Chisone con i partigiani del comandante Marcellin. Ma, finita la guerra, ha calato il sipario su questa fase della sua vita ed ha proseguito la sua carriera scolastica, insegnando vent’anni a Forno di Coazze, dov’era nata e dove ha voluto essere sepolta, proprio nella scuola che oggi è stata trasformata in Casa Alpina, dove termina l’escursione.
Il sentiero parte dal cimitero dove è sepolta, costeggia l’Ossario e passa a valle di Prialli, la borgata dove è nata. Con rapidi tornanti sale al Molè, un tempo frazione popolatissima. Attraversa il Rio Cevrero (Ri Cëvrèi), non distante dalla Miniera di Garida, e al Colletto dell’Arià si congiunge all’itinerario del Ciargiùr.
Il costo dell’accompagnamento è di 8 euro, quello della merenda sinoira, che comprende salame e lardo nel tagliere; mini brioches con tartare di Fassona; frittatine con zucchine; trancetti di polenta con fonduta di Toma; assaggio di gnocchi con ragù di bovino casereccio e una bevanda inclusa di 15 euro. È possibile partecipare soltanto all’escursione.
Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente preso l’ufficio turistico di Coazze al numero 011 9349681 o tramite mail a turismo@comune.coazze.to.it
Presentazione del primo romanzo di Gianni Oliva
Sabato 12 ottobre prima presentazione nazionale del primo romanzo di Gianni Oliva, il noto storico che ha pubblicato con Mondadori tantissimi libri di storia tra cui i più noti “Foibe”, “Anni di piombo e di tritolo”, “I Savoia, Novecento anni di una dinastia”, “Il purgatorio dei vinti” e molti altri, tra cui “45 milioni di antifascisti” presentato all’Ecomuseo lo scorso febbraio.
Oliva, di origini coazzesi, ha chiesto di utilizzare la Sala dell’Ecomuseo per una storia che nasce proprio a Coazze: “Il pendio dei noci”. Appuntamento alle ore 17, introdurrà Alessandra Maritano, l’autore dialogherà con Bruno Gambarotta e vi saranno delle letture a cura dell’attore Mario Brusa. L’ingresso è libero, i posti sono limitati. La storia narrata nel libro si svolge tra la fine dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale. Il lettore conosce Julien Vertou nel 1918 presso il Monte Grappa, in un aprile senza primavera. Lì dove si è spostata l’ultima linea di difesa italiana dopo Caporetto, gli alpini del battaglione Susa hanno allestito il loro campo. Ma Julien non è uno di loro, la cicatrice sulla mano destra racconta un’altra storia. Negli ultimi sedici anni, la Legione Straniera è stata il suo rifugio e la sua penitenza. Ciò che è stato prima non ha più importanza. Sono perduti i sogni, ed è perduto l’amore, che per una breve stagione gli ha fatto credere di poter inventare il futuro. La guerra che ha conosciuto sull’Atlante aveva una sola regola: uccidere per non farsi uccidere. Ma i ragazzi con cui ora condivide la trincea questa certezza non ce l’hanno, molti sanno a malapena imbracciare un fucile. Vengono da montagne in cui sperano di tornare presto, magari da una fidanzata che li aspetta. Come Gildo e Valdo, che insieme non fanno trentasei anni, o Domenico, che ne ha ventidue e da tre combatte e sopravvive. Tra i colpi di artiglieria, i loro sguardi impauriti iniziano a scalfire la corazza di Julien. Lui non ha nessuno che lo attende, nessun posto che può chiamare casa. Eppure, per quanto si ostini a rinnegarlo, il passato che si è lasciato alle spalle pian piano si riprende la scena. Una parlata familiare, il nome di un torrente, quello di un paese di montanari. E il volto di una donna che riaffiora tra i pensieri, riportandolo a un tempo in cui la felicità era ancora possibile. In questo esordio narrativo, Gianni Oliva innesta nel racconto degli ultimi, concitati mesi del primo conflitto mondiale una vicenda privata dolorosamente intensa. Un romanzo di amore e guerra, di montagne e neve, di uomini piccoli e grandi rimescolati dalla Storia.
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