Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Anche nel regno animale esistono specie che ingannano i loro simili: uno di questi è il cuculo (cuculus canoris), un volatile di dimensioni contenute che raggiunge una lunghezza massima di 35 centimetri, con apertura alare compresa tra i 55 e i 60 centimetri e peso variabile tra i 70 ed i 160 grammi (la foto accanto al titolo e quelle di questo articolo sono di Batti Gai).
Il suo verso è onomatopeico: un cucù ciclico, che è facile udire alle soglie della primavera, quando annuncia la stagione alle porte e l'inizio del lavoro agricolo nei campi.
Il cuculo è caratterizzato da piumaggio particolarmente fitto e di colore grigio azzurro, che negli esemplari di sesso femminile può assumere sfumature rossicce. Le zampe sono corte e di colore giallo acceso, così come il becco. La coda è lunga e più ampia alla radice.
Diffuso in Eurasia ed Africa, il cuculo è uccello migratore solito trascorrere l'inverno in Africa meridionale e orientale. In Italia arriva in genere nei primi giorni di aprile, ed è diffuso sia in montagna che in pianura: si adatta infatti a qualsiasi ecosistema, benché prediliga i boschi, in particolare quelli luminosi e dal ricco sottobosco.
Uccello insettivoro, si nutre di insetti, bruchi e ragni; le sue zampe con due dita ricurve gli consentono di restare facilmente in equilibrio sui rami. Vanta un senso dell'orientamento molto sviluppato che consente ai piccoli, circa tre mesi dopo la nascita, di seguire le rotte migratorie dei loro genitori.
Non fa il nido, occupa quello degli altri
Per scegliere il posto dove vivere, il cuculo non studia tanto l'area, quanto la popolazione che la caratterizza: più passeracei ci sono, maggiore sarà la sua possibilità di usurpare un nido. La sua prerogativa più nota, infatti, è il parassitismo di cova, ovvero l'arte di deporre le uova nei nidi altrui, sfruttando la cura garantita ai piccoli da altre specie.
Agli altri uccelli il cuculo non è molto simpatico, in virtù del suo carattere litigioso che emerge in particolare durante la stagione amorosa: per innescare la sua reazione battagliera è sufficiente che senta il canto di un altro uccello.
Il suo famoso cucù fa infatti parte del processo di accoppiamento; diffondendo nell'aria il suo richiamo il cuculo avvisa che sta cercando la compagna. Il maschio canta da mattina a notte fonda, girandosi in continuazione sul ramo per far sì che il suo verso venga percepito ovunque.
Le femmine invece, sempre contesa da più maschi, emette un richiamo gorgogliante. A fecondazione avvenuta, mamma cuculo avrà il compito di deporre le sue uova nel nido di altri volatili. La deposizione avviene direttamente in volo, con infallibile precisione, oppure a terra con successivo trasporto di uovo nel becco.
In maniera molto intelligente, il cuculo depone un solo uovo per ciascun nido (abitualmente di pettirossi e beccafichi, benché non siano esentati i passeracei). Talvolta, per perfezionare il suo inganno, sottrae o mangia una delle uova già presenti.
Il piccolo si schiude dopo circa 12 giorni, e appena nato si libera degli altri pulcini a colpi di becco o facendoli cadere dal nido. Rimane così l'unico ospite, che verrà accudito dai genitori ignari come fosse un proprio nidiaceo per circa tre settimane. Nel frattempo i suoi veri genitori, non dovendo occuparsi dei piccoli, avranno già provveduto a trasferirsi altrove.
LEGGI ANCHE: Che belli questi uccellini sul balcone o in giardino! Vi aiutiamo a riconoscerli
Sono pochi gli animali che distinguono le loro uova da quelle del cuculo, per cui la maggior parte di essi cadono vittime dell'inganno. Oltre a questo atteggiamento ingannevole, il cuculo è oggetto di diffidenza da parte degli altri uccelli per le piume sul petto, che lo rendono simile ad un rapace, e lo confondono con lo sparviero.
Cucù, cucù. Un richiamo presente in molte case
Il canto del cuculo ha ispirato la nascita degli orologi a cucù. Splendide opere in legno di fattura artigianale, tipiche della Svizzera e della Germania, dalle quali, ad ogni rintocco orario, un uccellino meccanico fa capolino segnando con il suo canto il trascorrere del tempo.
Orologi a cucù nella Foresta nera.
Ma dal cuculo hanno tratto spunto anche molti musici: Georg Friedrich Handel compose "Il cuculo e l'usignolo", noto concerto per organo e orchestra, mentre Vivaldi, nell'Estate delle Quattro stagioni lo ha inserito nello spartito come "Cucco", è uno dei nomi con cui è conosciuto.
Anche la comicità di Stanlio ed Ollio ha un legame con il cuculo: le loro scenette sono scandite dalla "canzone del cucù" di Marvin Hatley. Impossibile, per quanto riguarda il grande schermo, non conoscere il film drammatico "Qualcuno volò sul nido del cuculo", tratto dall'omonimo romanzo di Ken Kesey. Una pellicola vincitrice di 5 oscar, diretta da Milos Forman, interpretata da Jack Nicholson e da un nutrito cast di attori, nella quale il nido del cuculo è nient'altro che un manicomio.
J.K. Rowling, autrice della serie di Harry Potter, ha intitolato “Il richiamo del cuculo” il primo libro della serie dedicata a Cormoran Strike, pubblicata con lo pseudonimo di Robert Galbraith.
Pochi sanno, invece, che il rapidissimo beep-beep del cartone animato "Willy il Coyote" è anch'esso membro della famiglia del cuculo. Si tratta di una specie californiana, conosciuta anche come "corridore della strada” o “roadrunner", che anziché volare preferisce sfrecciare a terra ed è capace di raggiungere i 20 km orari.
Capita spesso, mentre si parla di persone anziane o di cose vecchie, smesse o in cattivo stato di dire: "Vecchio come il cucco” (o come il cuculo). Questo modo proverbiale è probabilmente legato alla convinzione, molto diffusa nelle campagne, che il cuculo viva un numero incalcolabile di anni. A far credere questo sono le carni dell'uccello, stoppose e coriacee, proprio come quelle di un vecchio animale.