Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La Popilia japonica, comunemente nota come scarabeo giapponese, è una specie invasiva appartenente alla famiglia Scarabaeidae.
In Giappone ed in Cina, dove i nemici naturali della specie tengono le popolazioni sotto controllo, questo coleottero non è responsabile di gravi infestazioni ma in Europa invece è considerato una delle principali minacce per l'agricoltura e gli ecosistemi.
Gli adulti si nutrono infatti delle foglie, dei fiori e dei frutti di oltre 300 specie vegetali, tra cui alberi da frutto (tra le specie preferite la vite, ma anche meli, peri, ciliegi), colture erbacee (mais, soia) e piante ornamentali (rose, tigli. Le larve invece danneggiano le radici di prati, colture erbacee e tappeti erbosi, causando ingiallimento e morte delle piante.
La Popilia Japonica
Gli individui adulti hanno una forma ovale, sono lunghi da 8 a 11 mm e larghi da 5 a 7 mm. Il corpo è di un brillante verde metallico con le elitre di color bruno ramato.
Cinque macchie di peli bianchi su ogni lato dell'addome e un paio delle stesse sull'ultimo segmento addominale distinguono inequivocabilmente la Popilia Japonica dagli altri coleotteri di aspetto simile.
Questi insetti preferiscono climi temperati e umidi, colonizzano sia aree agricole che ambienti urbani e naturali e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole. Generalmente pascolano in gruppo, cominciando dalle fronde più alte della pianta e muovendosi gradualmente verso il basso.
Pochi individui non riescono a fare grandi danni ma costituiscono comunque una grave minaccia: producono infatti dei feromoni che funzionano da richiamo, e se i gruppi diventano numerosi possono compromettere gravemente la salute delle piante.
Gli adulti si alimentano stando sulla pagina superiore delle foglie, masticando il tessuto presente tra le nervature: le foglie infestate, mantenendo solo la rete delle nervature, assumono un caratteristico aspetto scheletrico.
Le larve si cibano principalmente sulle radici delle piante erbose o graminacee, arrivando spesso a distruggere completamente il tappeto erboso di prati, parchi e campi da golf. Le piante infestate vedono ridursi la loro capacità di assorbire acqua dal terreno e quindi di resistere ai periodi di clima caldo e secco.
Nella maggior parte del suo areale la Popillia japonica porta a compimento il suo ciclo vitale in un unico anno, ma alcune popolazioni che abitano zone dal clima più freddo possono completare il loro sviluppo in 2 anni.
Gli adulti emergono dal terreno in estate, si nutrono e dopo l’accoppiamento la femmina si introduce nel suolo fino a una profondità di 5–10 cm e deposita da 1 a 3 uova. Poi emerge nuovamente dopo uno o più giorni e ricomincia a nutrirsi e ad accoppiarsi. Nel corso della sua vita adulta una femmina può entrare nel terreno per più di 16 volte e depositare un totale di 40-60 uova.
Le uova si schiudono in 10-14 giorni. Le larve, sempre nutrendosi delle radici, attraversano tre stadi, l’ultimo dei quali autunnale. La maggior parte di esse sverna a una profondità di 5–15 cm, per poi risvegliarsi in primavera;l’insetto adulto emerge dal terreno a partire da metà maggio, nelle aree con clima più caldo, e in giugno-luglio nelle regioni con clima più freddo.
La sua diffusione nel mondo
Negli Stati Uniti questa specie è comparsa per la prima volta nel 1916, probabilmente introdotta attraverso larve contenute in bulbi di piante di iris. Nel 1918 il Dipartimento dell'agricoltura e le autorità del New Jersey tentarono di eradicare questa specie ma l'infestazione era ormai in stadio così avanzato da renderla impossibile: nel 1967 19 stati ospitavano infestazioni gravi e altri 4 infestazioni limitate. Si prevede che presto questo coleottero colonizzerà tutti gli stati che affacciano sul Golfo del Messico.
È stato rinvenuto per la prima volta in Europa nell'estate 2014, nei pressi del fiume Ticino in Lombardia. La zona infestata si è poi progressivamente allargata, e nel 2017 è stato localizzato anche nella Svizzera italiana.
Gli individui adulti sono in grado di volare e si spostano anche in questo modo, ma relativamente lentamente. In Lombardia è stato stimato che i confini dell’area infestata si allarghino a una velocità di circa 10 chilometri all’anno, sebbene le iniziative del servizio fitosanitario siano riuscite in parte a contenere l’ingrandimento del suo areale.
In Piemonte l'insetto è stato osservato soprattutto nelle province di Torino e Novara, dove si è diffuso rapidamente grazie alla vicinanza con zone già infestate della Lombardia e alla disponibilità di habitat favorevoli.
Nelle nostre zone finora la Regione Piemonte considera infestata Torino e la cintura nord (Caselle, Borgaro, Leinì, San Mauro…), mentre la fascia successiva, fino ad Almese, Avigliana, Cumiana, Scalenghe, è considerata zona cuscinetto, in cui la loro presenza non è ancora stata osservata ma da tenere sotto controllo.
Le strategie di controllo e di lotta
Per riuscire a pianificare e migliorare le appropriate strategie di controllo del coleottero giapponese occorre innanzi tutto monitorare l'area di interesse per quanto riguarda la presenza sia delle larve sia degli individui adulti.
Una stima della popolazione di adulti può essere ottenuta impiegando trappole che catturano i coleotteri utilizzando esche chimiche (feromoni ed essenze vegetali).
Trappola per scarabei giapponesi (Il Post - Servizio fitosanitario della Regione Lombardia)
Delle larve occorre stimare la densità nel terreno ovvero il numero di individui per metro quadrato per poi valutare la gravità dell'infestazione e decidere quale metodo di lotta è più opportuno. La tecnica di campionamento consiste nello scavare con una paletta nel terreno buche quadrate di 20 cm di lato, cercando le larve all'interno della zolla estratta e nelle radici delle piante.
I metodi di contrasto possono essere agronomici (rimozione delle piante infestate e impianto di specie immuni o resistenti, controllo delle aree irrigate per limitare lo sviluppo delle larve) o biologici: l’impiego di vermi nematodi e funghi patogeni contro le larve e l’introduzione controllata di parassiti naturali, come la Tiphia vernalis. una piccola vespa simile a una formica alata. In primavera, dopo un breve periodo speso ad alimentarsi e ad accoppiarsi, la femmina di questa vespa scava nel terreno, paralizza una larva di coleottero giapponese usando il suo aculeo e poi deposita un uovo all'interno del suo corpo: quando l'uovo si schiude la larva della vespa si sviluppa consumando il suo ospite.
In altri casi si rende necessario il trattamento con insetticidi chimici.
La legislazione prevede controlli fitosanitari su piante e terreni movimentati da aree infestate, il divieto di trasporto di terreno e vegetazione potenzialmente contaminati e campagne di sensibilizzazione rivolte ad agricoltori e cittadini.
Il Settore Fitosanitario ed i servizi tecnico scientifici della Regione Piemonte, in collaborazione con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, in dal 2014 hanno attivato interventi di monitoraggio, contenimento e contrasto alla diffusione dell’insetto.
Le trappole a feromoni sono diffuse nelle zone colpite per monitorare e contenere la popolazione, mentre si stanno sperimentando approcci di contrasto integrati basati su metodi biologici e chimici.
Tutte le informazioni relative a Popillia Japonica e al Piano di azione regionale possono essere reperite sul sito della Regione Piemonte a questo link.
Eventuali avvistamenti si possono segnalare alla Regione Piemonte alla mail entomologia@regione.piemonte.it