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Se è vero che “tutte le strade portano a Roma”, come afferma un noto adagio, è altrettanto incontestabile che Condove offra numerosi itinerari agli appassionati di montagna. Il Comune è il più grande della Bassa Valle di Susa: si estende infatti per 7.133 ettari, dei quali solo una minima parte, nemmeno il 7%, è rappresentata da territorio pianeggiante. Tutto il resto è abbarbicato alla montagna, compreso tra i due ampi valloni del Gravio a nord-ovest e del Sessi a nord-est, che Condove divide con il vicino comune di Caprie.
Pascoli e boschi sono tipici del versante montano condovese, caratterizzato dalla cime del monte Lunella (2772 metri), di Punta Grifone (2358 metri) e del monte Civrari (2302 mt), a destra del Collombardo (1888 metri), valico alpino in vetta al crinale che fa da spartiacque con la Valle di Viù. Qui ogni anno, la prima domenica di agosto, si celebra la festa “Vurumie bin a le muntagne”, che raduna in quota rappresentanze dei comuni di Lemie e Condove.
Santuario Madonna degli Angeli al Collombardo (Iris Cesare).
Salendo dal concentrico si incontrano poco meno di 80 borgate, la cui toponomastica si ritrova anche nell’anagrafe locale: valgano ad esempio i cognomi Borla, Cugno, Gagnor, Girardi, che danno il nome ad altrettante frazioni.
Di questi insediamenti meritano una citazione a parte Mocchie e Frassinere, che fino al 1936 erano comuni montani e non semplici borgate. Nei censimenti periodici successivi all’Unità d’Italia, Mocchie contava sempre oltre 2 mila abitanti; quello datato 1881 testimonia addirittura 2811 presenze, a cui si aggiungono le 1817 di Frassinere, mentre la popolazione di Condove all’epoca raggiungeva “soltanto” le 1117 unità.
Lo spopolamento e la “discesa al piano”
L’aggregazione tra Condove, Mocchie e Frassinere avvenne l’ 8 luglio 1936, per volontà comune delle tre realtà su consiglio della Prefettura, per porre rimedio, fra l’altro, ai bilanci in rosso delle due amministrazioni montane. Per la realizzazione della strada che ancora oggi collega la montagna all’abitato, Mocchie e Frassinere avevano sostenuto ingenti spese e Condove, che in quel tempo attraversava un momento florido in virtù della industrializzazione del fondovalle, poté farsi carico dei loro debiti.
Santo Stefano a Frassinere (Alexia Panizza).
Nel 1930/31 Condove vantava 10 sedi scolastiche, con 400 iscritti. Nel 1980, 50 anni dopo, il numero si era ridotto ad una sola pluriclasse con 11 alunni. Attualmente i pochi studenti residenti in borgata raggiungono le scuole elementari a bordo di scuolabus, così come delle 6 parrocchie del 1941 non si trova più traccia: attualmente, la messa viene celebrata solo la domenica al Laietto.
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Lo spopolamento montano fu legato alle emigrazioni verso la Francia o alla discesa verso il fondovalle per l’impiego come manodopera negli insediamenti industriali locali, in particolare delle Officine Moncenisio. L’economia montana, fatta di coltivazioni, terrazzamenti, pastorizia, sfruttamento del legname per edilizia e riscaldamento, fucine e molini che macinavano i cereali, venne progressivamente abbandonata.
Solo la tradizione del mercato del mercoledì mattina è proseguita fino ai giorni nostri. Un’abitudine piuttosto radicata, se si considera che l’appuntamento settimanale con il commercio ambulante risale al XVIII secolo, essendo stato istituito nel 1780.
Il fascino degli itinerari
Un fitto reticolo di sentieri e mulattiere permette di affrontare salite più o meno impegnative, che tengano conto del tempo a disposizione e del grado di allenamento di chi vi si cimenta.
Ma anche la strada carrozzabile ci consente di raggiungere angoli e panorami di grande suggestione: scopriamo gli itinerari e le principali borgate del territorio condovese attraverso questa bellissima cartina realizzata qualche anno fa da Elio Giuliano.
Salendo dalla strada che parte dalla piazza del paese, superato il bivio per la Calcina (una borgata raggiungibile solo a piedi dove potete trovare un'azienda che coltiva erbe aromatiche e officinali) e la borgata Giagli, si raggiunge Pralesio.
Qui la strada si biforca: a destra si può salire verso Laietto e Pratobotrile, da cui parte il sentiero per il Collombardo, e verso le borgate Muni e Camporossetto, dal bellissimo panorama sulla valle. Se, invece, subito dopo Pralesio si svolta ancora a destra si raggiungono Sigliodo e Peroldrado, e si prosegue verso la valle del Sessi e le borgate capriesi di Campambiardo e Celle.
Camporossetto (Massimiliano Duretto).
Salendo a sinistra invece si arriva a Mocchie (qui, al Forno di Mocchie, trovate il pane fatto con farine locali ed i prodotti del territorio). Poco più avanti, sulla destra si stacca la lunga carrozzabile, sterrata nel suo ultimo tratto, che conduce al Collombardo attraverso le borgate Bigliasco e Prato del Rio e gli alpeggi dei Rat e di Tomba di Matolda.
Proseguendo sulla strada principale si raggiunge Frassinere (in realtà Borgata Borla) e si torna a costeggiare lo spartiacque con la Valle di Susa, fin “sopra” Borgone, attraversando le borgate Trait, Airassa, Mollette e Prarotto, da cui partono i sentieri che conducono a Rocca Patanua ed a punta Lunella. Da Prarotto la strada prosegue, in discesa, verso la borgata di Maffiotto.
Tramonto a Prarotto (Fabio Santini).
Sul sito del Comune di Condove si può trovare il dettaglio dei vari itinerari e scaricare la relativa cartografia. Per un percorso storico è possibile percorrere il Giro dei distaccamenti partigiani e percorso sacro dell'eccidio di Vaccherezza, che collega tra loro tutte le sedi in cui operò la 113ma Brigata Garibaldi, toccando anche Vaccherezza, dove 13 partigiani trovarono la morte proprio alla viglia della Liberazione, il 20 aprile 1945.
Ovunque si scelga di approfondire la conoscenza del territorio condovese, si troveranno importanti testimonianze del passato: piloni, caratteristiche architettoniche di epoca romanica e barocca, pascoli, alpeggi, bergerie, mulattiere, chiese, cappelle votive. Oltre ad un elemento comune, decisamente non di poco conto, garantito da un ineguagliabile panorama sulla Sacra e sul fondovalle.