Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Questa settimana siamo stati ospiti da amici a Beaune, capitale enologica della Borgogna, dove le vigne di pinot nero e chardonnay si perdono a vista d’occhio e regalano vini tra i più importanti e costosi al mondo. Qui arrivano appassionati ed esperti da ogni angolo del pianeta e tutti i ristoranti hanno carte dei vini che sembrano delle enciclopedie, con prezzi che spesso superano le tre cifre.
I nostri amici lavorano nella ristorazione e, grazie a loro, abbiamo potuto partecipare al primo salone sull’aligoté, un vitigno della Borgogna poco conosciuto perché messo in ombra dal pinot nero e dallo chardonnay. Fortunatamente la sua fama di vino adatto solo all'aperitivo, miscelato con il cassis, sta cambiando, e molti produttori stanno lavorando per far riscoprire questo vitigno che è molto gradevole, può invecchiare bene e non ha nulla da invidiare al suo fratello maggiore: lo chardonnay.
Tra i vari vigneron con cui abbiamo chiacchierato al salone, ci ha colpito Julien Altaber con il suo aligoté vinificato seguendo le regole della coltivazione biodinamica, che spiccava tra gli altri vini, in buona parte convenzionali. Abbiamo raccontato del nostro viaggio a Julien e lui ci ha proposto di andare a fare una degustazione nella sua cantina e, visto il nostro interesse, ci ha chiesto di dargli una mano in una delle sue vigne di St. Aubin. A fine giornata, in cambio del nostro aiuto, Julien ci ha regalato un po’ di bottiglie per il nostro Tour de France dai vignaioli... cosa chiedere di più?!
Visto che la Borgogna confina con lo Jura, ne abbiamo approfittato per andare alla scoperta di questo territorio famoso per il formaggio comté, i vitigni rossi tipici trousseau e poulsard e il vin jaune.
Il vin jaune è prodotto da uve savagnin ed invecchiato, minimo 6 anni, in botte scolma dove i lieviti creano una pellicola detta "voile", che protegge il vino e fa sì che non diventi aceto ma, grazie all'ossidazione, acquisti negli anni profumi intensi e sapori veramente unici: mallo di noce, mela verde... L’abbinamento classico del vin jaune è con il comté.
Altra particolarità del vin jaune è la bottiglia da 62 cl, quantità che corrisponde a ciò che rimane di un litro di vino dopo l'evaporazione che subisce nella botte scolma.
Tutti lo dovrebbero provare, almeno una volta nella vita, perché è un vino senza paragoni, così come il territorio in cui viene prodotto. Lo Jura, infatti, è veramente una regione bellissima con colline, grandi prati dove pascolano mucche e cavalli, vigne e piccoli paesini: insomma, merita di essere visitato anche dai non appassionati di vino!
Purtroppo in questo momento è molto difficile avere degli appuntamenti con i produttori perché è un periodo di grandi lavori in vigna. Noi però abbiamo avuto la grandissima fortuna di partecipare a due degustazioni a Pupillin, prima da Philippe Bornard e poi a casa del famosissimo Pierre Overnoy, un simpatico vigneron ottantenne che, insieme al collaboratore Emanuel Houillon, porta avanti la tradizione di questi vini insegnatagli dal padre e dal nonno. Overnoy è considerato a livello internazionale il guru del vino naturale dello Jura; infatti ci siamo ritrovati a degustare a casa sua insieme ad esperti ed appassionati di tutto il mondo: dal Giappone all’America, dalla Francia alla Spagna.