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Aggiornamento 19 marzo 2020
In considerazione dell'emergenza sanitaria, la direzione del gruppo Intesa San Paolo ha comunicato al Comune che la filiale di Condove resterà aperta fino a data da destinarsi.
Condove, 12 febbraio 2020
Tutto è partito il 5 febbraio scorso, quando Intesa San Paolo ha comunicato la chiusura della filiale di Condove a partire dal prossimo 21 marzo. Una decisione che farebbe venire meno un punto di riferimento per circa 2000 correntisti, presente sul territorio da 27 anni.
L’Amministrazione Comunale di Condove ha dato voce al malessere dei cittadini e, in collaborazione con l'UNCEM (Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani), ha chiesto solidarietà ed impegno al mondo politico ed istituzionale. Su questo tema è stato così depositato un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale, per chiedere il rinvio della chiusura e un tavolo con le banche per capire come mantenere la presenza degli sportelli bancari anche nei territori periferici e montani.
La questione sarà discussa presso la biblioteca "Margherita Hack" di Condove SABATO 15 FEBBRAIO, dalle ore 10,30, in un incontro organizzato da UNCEM e Comune di Condove a cui sono invitati sindaci e amministratori locali, soggetti economici, commerciali e industriali, rappresentanti di categoria e cittadini, per esprimere il disagio per questa scelta e provare ad avanzare delle proposte.
"Ci rendiamo conto che la digitalizzazione dei servizi sta mettendo in discussione la necessità della rete di filiali presenti sul territorio - dicono il sindaco di Condove Jacopo Suppo ed il presidente nazionale UNCEM Marco Bussone nella lettera di invito. - Restiamo però convinti che una grande azienda deve avere la consapevolezza del ruolo sociale che ricopre. Abbandonare i territori preferendo una gestione automatizzata è una scelta destinata ad aumentare la distanza e la diffidenza che i cittadini hanno nei confronti del mondo bancario e delle istituzioni che hanno il dovere di normarne le attività.
Purtroppo questo è solo l’ultimo passo di un percorso che ha visto le banche allontanarsi sempre di più dai territori che le hanno viste nascere e che le hanno fatte crescere. La rottura del rapporto tra il credito, le imprese e le famiglie, anche nei territori periferici, è senza dubbio una delle cause della crisi economica che stiamo attraversando da diversi anni e di cui non si vede la fine.
Eppure, i nostri territori in difficoltà, possono rappresentare una leva di sviluppo notevole per tutto il territorio nazionale. Sono tempi in cui si discute di emergenza climatica, di inquinamento, di difesa dell’ambiente e di riconversione economica e industriale in ottica green. Quali territori, se non quelli non urbani, possono rappresentare dei luoghi privilegiati su cui investire in questa direzione?
Crediamo sia giunto il tempo di una riflessione approfondita sulle trasformazioni che stanno investendo la nostra quotidianità e i territori periferici - concludono Suppo e Bussone - I cambiamenti storici che stiamo vivendo devono essere gestiti insieme, da tutti gli attori protagonisti, e non possono essere subiti da istituzioni locali e cittadini senza possibilità di discussione".