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Sant'Ambrogio di Torino è situato all'imbocco della val di Susa, ai piedi della Sacra di San Michele, e conta circa 4500 abitanti. Oltre al centro storico sono presenti due frazioni principali, San Pietro e Bertassi, ed altri nuclei abitativi decentrati.
La festa patronale è dedicata a San Giovanni Vincenzo, eremita e fondatore della Sacra, e si celebra durante la domenica più vicina al 21 novembre; compatrono è anche Sant'Ambrogio.
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Il territorio è caratterizzato dalla presenza della Dora Riparia, da alcuni corsi d'acqua minori e da tre canali irrigui, la Bealera di Rivoli (realizzata nel 1310), il Canale della Marchesa Adelaide, scavato tra il 1073 ed il 1091 e successivamente rinominato Canale Cantarana, e il Canale Naviglio.
La storia
Gli studiosi identificano il paese come la base militare romana di Ocèlum, detto l'ultimo luogo delle Gallie, da cui Giulio Cesare intraprese la sua campagna di guerra contro le tribù degli Elvezi che intimidivano i possedimenti romani in Gallia.
A dare luogo ad una base strategica militare a Sant'Ambrogio ha concorso la sua posizione geografica, che lo situa all' imbocco della val di Susa, ai piedi del monte Pirchiriano, dove si crea una strettoia naturale tra i due versanti montuosi della valle.
Il paese assunse il nome di Sant'Ambrogio probabilmente nel VI secolo con l'arrivo dei Longobardi a lui devoti, che in zona avevano costituito l'ultimo presidio al confine.
Nel 773 il paese fu teatro dell'epico scontro che contrappose le truppe dei Franchi comandate da Carlo Magno all'esercito longobardo del principe Adelchi, figlio dell'ultimo re Desiderio.
Sant'Ambrogio a seguito di questa battaglia divenne parte dell'Impero Carolingio; ogni anno, a partire dal 2010, l'ultimo sabato di giugno si tiene a Sant'Ambrogio la rievocazione storica de "la Battaglia delle Chiuse".
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Il paese nel IX e X secolo la Valle fu teatro delle scorrerie e dei saccheggi dei Saraceni, che furono cacciati ad opera di Arduino il Glabro nel 941 che fondò la Marca di Torino.
Lo sviluppo del borgo proseguì fino al 19 maggio 1363, quando le truppe mercenarie inglesi, capitanate da Filippo II di Savoia-Acaia, distrussero il palazzo abbaziale di Sant'Ambrogio e ne saccheggiarono il borgo.
Nel XVI secolo all'appartenenza al Ducato di Savoia seguì un periodo di ricostruzione, ma il palazzo abbaziale venne nuovamente lesionato il 9 e 10 luglio 1630 nel corso dell'assedio di Sant'Ambrogio. La battaglia si svolse nella piana dove sorge la Borgata Bertassi, tra Sant'Ambrogio ed Avigliana, e vide contrapposti l'esercito piemontese guidato da Carlo Emanuele I di Savoia e le truppe del Re di Francia Luigi XIII, comandate dal duca Enrico II di Montmorency.
Nel XVII secolo il borgo continuò ad essere di dominio sabaudo, e venne nuovamente occupato e semidistrutto ancora dai francesi durante l'assedio di Torino del 1706.
Nel 1798 Sant'Ambrogio, come tutta la valle di Susa, passò sotto il dominio napoleonico, che durò fino al 1814.
Il 21 dicembre 1862, con regio decreto di re Vittorio Emanuele II, il paese assunse il nome di "Sant'Ambrogio di Torino".
Gli edifici di rilievo storico e artistico
La Chiesa di San Giovanni Vincenzo
Nel 1757 gli abitanti di Sant'Ambrogio sono 854: la popolazione è più che raddoppiata dall'inizio del secolo e la precedente chiesa romanica risulta parzialmente inagibile.
Il Comune incaricò l'architetto Bernardo Vittone (1702-1770) di costruire una nuova chiesa, la cui costruzione fu affidata al capo mastro Carlo Giuseppe Garratone.
L'edificio fu edificato tra il 1757 e il 1760, e presenta una facciata a profilo concavo realizzata in mattoni a vista.
La chiesa venne affrescata internamente nel 1900 da Luigi Morgari e presenta numerosi arredi di pregio. La pala dell’altare maggiore raffigurante la Madonna col Bambino, sant’Ambrogio e san Giovanni Vincenzo è di Michele Antonio Milocco, il dipinto della Madonna del Rosario e santi domenicani è opera del 1782 di Giovanni Domenico Molinari, la raffinata Via Crucis venne dipinta nel 1783 dal pittore di corte Vittorio Amedeo Rapous, mentre la serie di Apostoli a figura intera, a ornamento delle lesene, è opera di Agostino Verani e risale al 1774-1775.
Tra le più antiche opere pittoriche conservate si segnala l’ancona del Rosario, già attribuita a Bernardino Lanino, con integrazioni seicentesche.
Il campanile, realizzato tra il periodo longobardo e il 1200, era già la torre della precedente Chiesa. All'interno un elegante locale con volta a crocera ed una scala a chiocciola in pietra che metteva la torre in comunicazione con la vecchia chiesa romanica.
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Vincenzo, campanile romanico e Torre comunale
Il Castello
Il Castello abbaziale fu residenza degli abati della Sacra nei secoli tredicesimo e quattordicesimo e subì gravi danni in seguito al saccheggio di una compagnia di ventura inglese nel 1363. Ricostruito, fu danneggiato dai soldati francesi una prima volta nel 1630 e danneggiato definitivamente nel 1706. Da allora gli abitanti del paese iniziarono ad asportarne i materiali. Attualmente rimane una torretta pensile; sono visibili alcune caditoie in mattoni, parte delle mensole in pietra che reggevano il ponte di accesso ed alcuni merli.
Ingresso al Palazzo Abbaziale (1176) restaurato nell'anno 2002.
Le Torri
La Torre Comunale, alta circa 15 metri, risale con ogni probabilità al secolo quindicesimo ed è situata a ridosso della cinta muraria. Molto importanti le pitture venute alla luce al primo piano della torre: la loro datazione è incerta, pur potendo ipotizzare una loro datazione attorno al 1200/1300.
Nel paese sono poi ancora presenti la Torre della Dogana (1200), situata nel luogo dove si trovava la porta d'accesso verso Torino e la Torre del feudo, al centro del paese, inglobata in un edificio più recente (1700).
Torre della Dogana.
Le Mura
La Cinta muraria ad andamento quadrangolare, dalla tessitura costituita da pietre da spacco disposte a spina di pesce e laterizi collocati in vari modi, risale al decimo secolo ed ha una funzione difensiva. Il tratto meglio conservato è ad ovest, per circa 64 metri che hanno un altezza di m 6,50 alla sommità della merlatura ed uno spessore di 90 cm misurato ad altezza d'uomo. Verso l' interno corre il cammino di ronda.
Parte della cinta muraria medievale (XIII secolo) con sullo sfondo la chiesa di San Giovanni Vincenzo (1763).
A partire dal 1871, fino al 1953, l'economia del paese è stata beneficiata dall'attività del Maglificio Fratelli Bosio.
Indirizzo
- Sant'Ambrogio di Torino
- Sant'Ambrogio di Torino TO
- Trova sulla mappa.
- santambrogio.di.torino@comune.santambrogioditorino.to.it
- 011-9324411
- https://www.comune.santambrogioditorino.to.it/