Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La Sacra di San Michele, simbolo della Regione Piemonte (sopra al titolo in una bella immagine di Duilio Fiorille), per i valsusini è motivo d’orgoglio, meta di frequenti visite e "angelo custode" che caratterizza il profilo della vassa valle e la protegge dall'alto. Ma la Sacra punta a divenire ancora più famosa, essendo candidata ad entrare nel novero del patrimonio Unesco.
“Tutto è nato – racconta Dario Fracchia, sindaco di Sant’Ambrogio fino al 2019 – da uno scambio di pareri con il professor Enrico Moncalvo del Politecnico di Torino, che nel 2014 aveva avviato dei laboratori di studio con gli studenti universitari per approfondire lo studio del territorio. Abbiamo così scoperto che l’abbazia rientrava già in una candidatura seriale: in effetti i grandi monumenti, candidati singolarmente, sarebbero troppi. L’orientamento dell’Unesco è quello di candidare dei fenomeni culturali che meritano di essere tramandati ai posteri. La Sacra, pertanto, è stata inserita nel progetto “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale”, insieme ad altre 7 abbazie di 4 regioni diverse”.
Sono state scelte solo 8 delle 157 abbazie benedettine della penisola: oltre alla Sacra sono inserite Subiaco, Montecassino, San Vincenzo al Volturno, Farfa, San Pietro al Monte a Civate, Sant’Angelo in Formis a Capua, San Vittore alle Chiuse a Genga, ognuna delle quali sta preparando un dossier con un inquadramento storico culturale ed un piano gestionale del bene, seguendo dei criteri comuni.
Primi raggi di sole sulla Sacra di San Michele - Federico Dovis
Giugno 2023, presentato "Terre di Sacra, terre lente"
Il 13 giugno 2023 è stato presentato, nella prestigiosa cornice della foresteria della Sacra di San Michele, “Terre di Sacra, Terre lente”, il piano di sviluppo a base culturale destinato al territorio che circonda l’importante bene faro della Valle di Susa e simbolo della Regione Piemonte.
Un piano, frutto del tavolo di lavoro “Terre di Sacra”, nato informalmente nel 2016 e formalizzato nel 2019. I fondatori all’epoca furono i Comuni di Avigliana, Chiusa di San Michele, Sant'Ambrogio di Torino e Valgioie, con capofila l’Unione Montana Valle Susa; a questi si aggiunsero l’associazione Amici della Sacra, il Gruppo DAI Impresa e, successivamente, i Comuni di Vaie e Giaveno.
Nonostante le fondamenta fossero state gettate alcuni anni fa, come ha spiegato Andrea Archinà, vicepresidente dell’Unione Montana Valle Susa (ente capofila del progetto) e sindaco di Avigliana “quando la Regione ci invitò a presentare i progetti per candidarli al PNRR, ci rendemmo conto che mancava consapevolezza complessiva sulla strategia: abbiamo quindi capito che necessitavamo di un supporto tecnico e ci siamo rivolti a Promo PA. Come Unione abbiamo fatto la stessa cosa, realizzando un piano di sviluppo complessivo del territorio, presentato a marzo, di cui Terre di Sacra è una parte. Grazie a questa comunione d’intenti e a un’analisi del territorio e dello stato dei progetti, oggi possiamo trovare il modo di finanziarli”.
Sacra di San Michele - Buda Cristian
Presupposti che fanno capire, secondo il rettore della Sacra don Claudio Papa, come: “qui si stia puntando molto in alto, realizzando una proposta che avrà importanti ricadute, economiche e non solo”. Ma per far portare avanti un progetto di tale portata, è necessaria la collaborazione di tutti, come ha evidenziato l’assessore regionale a Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio: “Qui i sindaci hanno scelto di non coltivare più ciascuno il proprio orto, ma di guardare più in là, ad un progetto importante che valorizza un bene faro”.
Linea su cui converge la sindaca di Sant’Ambrogio Antonella Falchero, per la quale: “noi amministratori abbiamo una missione importante: rendere i cittadini consapevoli di cos’è la Sacra e qual è il suo valore storico, architettonico, culturale e trasferire questa consapevolezza alle nuove generazioni". Concorde anche il presidente della Consulta Valorizzazione Beni Artistici e Culturali di Torino Giorgio Marsiaj, che ha sottolineato come: “la cultura è la ricchezza più importante del Paese”.
Il piano, sostenuto dalla Consulta per la Valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino e realizzato da Promo PA Fondazione, è stato sviluppato con la collaborazione dei Comuni partner dell’Accordo Terre di Sacra, della Sacra di San Michele e di una serie di stakeholder locali coinvolti nel processo di crescita del territorio.
Il documento è basato su due punti: cultura e sviluppo sostenibile, da cui il claim “Terre di Sacra, Terre lente”. Partendo da un’analisi puntuale di tutti i progetti presentati dagli Enti del territorio, si è arrivati all’individuazione di 4 macro settori di intervento: connettività e accessibilità (sia intese come rete viaria, che come digitalizzazione), turismo lento e silver tourism, welfare culturale, sviluppo sostenibile. I progetti sono stati quindi suddivisi per ambito di pertinenza a seconda del loro legame con il culto micaelico, la Via Francigena, o lo sviluppo green del territorio (comunità energetiche e green communities).
Partendo dall’analisi delle criticità, come ad esempio la mobilità attorno all’abbazia, il piano è andato ad individuare le progettualità che possono determinarne una soluzione, in questo caso, tra le altre, un hub presso il Comune di Sant’Ambrogio. Elemento importante è anche la riqualificazione dei beni attorno alla Sacra, come la Cava D’Andrade sul territorio di Chiusa e la Chiesa di San Bartolomeo ad Avigliana. Beni che dovranno essere messi in rete, con l’obiettivo di realizzare un sistema museale diffuso. E poi occorrerà lavorare sulla ricettività, con lo sviluppo di strutture già esistenti, come l’area camper di Chiusa di San Michele, o in via di realizzazione, come l’Ostello del Pellegrino, sempre a Chiusa.
Sacra di San Michele accarezzata dalla Luna (eclissi del 21/01/2019) - Stefano Zanarello Photography
La Candidatura UNESCO della Sacra
Tassello fondamentale del puzzle è la candidatura della Sacra di San Michele a patrimonio dell’umanità. Candidatura che procede, anche se si tratta di un processo complesso e potenzialmente ancora lungo, come spiegato da Giulio Mondini, chair holder della Cattedra UNESCO. Per diventare bene UNESCO infatti, sono necessari alcuni requisiti essenziali: rispondere ai principi di autenticità, integrità, universalità ed eccezionalità, rispettare almeno 1 dei 10 criteri che identificano un bene come patrimonio dell’umanità e distinguersi dai territori già iscritti attraverso un’analisi comparativa.
Nel caso della Sacra, il "pretesto" per la candidatura seriale sua e degli altri 7 siti è dato dal suo essere espressione del monachesimo benedettino, che ha avuto impatto sulla crescita culturale delle civiltà medievale, ha realizzato complessi architettonici e artistici di straordinaria bellezza che si inseriscono nel contesto naturale conservando l'ambiente, e a costruito sedi in cui il patrimonio universale di conoscenze è stato per secoli recuperato e conservato.
“Oggi siamo ad un momento cruciale", ha spiegato Mondini, “qualche settimana fa al Ministero della Cultura ha preso le redini del processo: un passo di grande importanza, già molto difficile da raggiungere”.
Nel prossimo mese, verranno quindi creati un comitato di pilotaggio (pubblico), un comitato scientifico e gruppo tecnico (fondazione Links: Compagnia San Paolo e Politecnico Torino), che si occuperà di redigere il dossier di candidatura. A settembre ci sarà quindi il cosiddetto “preliminary assessment”: l’incontro con ICOMOS, ente che si occuperà di valutare la validità della candidatura e che entro un anno (settembre 2024) dovrebbe dare il suo responso. Lì inizierà poi il vero accesso alla candidatura che dovrebbe portare la Sacra tra gli altri beni patrimonio dell’umanità.
La strada è però ancora lunga e complessa e per far sì che la candidatura possa procedere senza intoppi è necessario che si risolvano prima le diverse criticità, come ad esempio la viabilità, già mappate nel piano “Terre di Sacra, Terre lente”. Anche dall'attuazione di quest’ultimo, dipendono le sorti della proposta.
Un gioiello incastonato nelle montagne, la Sacra di San Michele sulla sommità del monte Pirchiriano - Valerio Minato