Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Li abbiamo lasciati lo scorso anno con il racconto della Francigena del nord, da Bardonecchia a Roma, li ritroviamo con il racconto della Francigena del sud: Valentina e Michele, due Bardonecchiesi doc, hanno portato la bandiera della Val di Susa fino a Santa Maria di Leuca, vivendo un’avventura off road in sella alle loro bici.
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Giorno 9, 870 chilometri. Ecco cosa si legge sul nostro computer di bordo al termine del penultimo giorno di viaggio, quando gli ultimi 60 chilometri ci separano dalla meta. Quel giorno per noi è stato il giorno del silenzio, il giorno in cui i nostri sguardi, solitamente complici, si sono sfiorati a malapena.
Effettivamente non cercavo gli occhi del mio compagno di viaggio, e tanto meno le abituali parole di conforto perché avevo paura… paura di scoprire quale fosse il sentimento celato dietro tutti quei chilometri di caldo, meraviglia e stanchezza: gioia per aver raggiunto la meta o tristezza per aver concluso il viaggio? Quando il viaggio è la meta, questi due sentimenti non posso coesistere, perlomeno in me!
La notte prima dell’ultimo giorno di viaggio ci siamo ritrovati a cena, seduti davanti ad un ottimo piatto salentino nell’incantevole Otranto. Lo sguardo, però, era perso lontano, nelle valli, nel fango, nei sentieri assolati, negli ulivi martoriati, nel mare, nei muri delle case, nei sorrisi e negli abbracci scambiati, nei “buon cammino” ripetuti, nelle bottiglie d’acqua offerte, nelle ciliege e nei “fioroni” rubati.
Insomma, la nostra Francigena è terminata a Santa Maria di Leuca con 930 chilometri di stupore, per un totale di 1780 km da casa nostra. Abbiamo ufficialmente attraversato l’Italia, da Nord a Sud e da Est ad Ovest in bici, in completa autonomia, con tantissimo offroad e pochissimo asfalto. Pensavamo fosse impossibile, e invece…
ISTRUZIONI PER L’USO
La Francigena del nord può essere improvvisata, la Francigena del sud ha bisogno di essere programmata. Mentre sui vari siti ed app la parte nord (sia ciclabile che pedonale) è perfettamente mappata, indicata e segnalata, per la parte sud il discorso cambia.
Quest’anno siamo partiti con un po’ più di programmazione (senza eccedere, ci piace il brivido: la Francigena del sud è stata mappata per coloro che scelgono di percorrerla a piedi, ma per la due ruote non è stato ancora stato fatto un granché, e molte delle tappe pedonali sono davvero difficili da fare in bici (tanta, tanta, tanta spinta, sia in salita che in discesa). Ecco allora che sulla base del percorso pedonale, abbiamo costruito il nostro percorso ciclabile, con varianti minime, ma obbligate.
La Via Appia antica alle porte di Roma.
Ci siamo ritrovati ad attraversare 3 regioni: Lazio, Campania e Puglia, dove, a volte, le infrastrutture ed i trasporti non sono proprio a 5 stelle. Ufficio del turismo di Benevento: “Per raggiungere la costa adriatica, vi conveniene tornare a Napoli e fare il giro dell’Italia in nave”.
Forse è questa la caratteristica che ha reso il viaggio ancora più “wild”: in caso di benzina finita (si intende muscolare) bisogna trovare il modo di fare il pieno con i prodotti offerti dalle piante da frutto locali, ben coltivate, perché per chilometri e chilometri non ci sono centri abitati, non ci sono bar e non ci sono fonti d’acqua.
Ma c’è una cosa che nella parte nord non abbiamo incontrato: l’ospitalità delle persone e la loro generosità. Sarà un luogo comune… ma ad ogni filare d’ulivo, ad ogni piantagione infinita di pomodori, tra una pianta di ciliegie ed una pesche, al tuo passaggio, tutti smettono di lavorare per chiederti da dove vieni, per invitarti a pranzo, per regalarti una bottiglia d’acqua fresca. Ci ha commosso. Ogni giorno. Sarà che siamo partiti la settimana più calda dell’anno con temperature che sfioravano i 37 gradi?
Il Lazio e l’entroterra campano
Il primo giorno di viaggio, scesi dal treno, abbiamo imboccato l’Appia Antica. Era l’ora dell’alba, una luce meravigliosa illuminava la storia: chilometri e chilometri di basolato romano ci hanno portato dalle porte di Roma fino a Castel Gandolfo. Da lì un susseguirsi di perle culturali incredibili, Velletri, Sermoneta, Norma, tutti paesi medievali incastonati su rocche, con dislivelli davvero molto sfidanti. Poi, dolcemente, si scende verso il mare, dove si attraversa il golfo di Terracina e la compagnia della maga Circe ci ha portato fino a Formia, la porta di una parte d’Italia per noi abbastanza sconosciuta: l’entroterra campano.
Benevento.
Pedalata dopo pedalata abbiamo attraversato il Parco regionale del Matese. Una natura unica piena di storia, che domina una pianura infinita, la quale termina con la costa Domizia. Abbiamo conquistato Benevento che, tra infiniti filari di vigne, ci ha sorpreso per la sua incredibile bellezza. E, tra una salita ed una discesa, siamo arrivati nella terra del sole, dove si coltiva il grano e dove la luce è accecante.
Questa, che segna il confine con la Puglia, è una parte di stivale poco abitata ma molto coltivata. Infatti, per entrare nella seconda parte del viaggio, abbiamo attraversato una terra fatta di enormi pale eoliche, di sterrati infinti tra i campi di grano, e di pochissima ombra. Insomma un passaggio quasi dantesco, scandito dall’attraversamento del Tavoliere delle Puglie, con un panorama davvero singolare e una temperatura simile al fuoco
La Puglia
Una volta superata la zona di Foggia, molto calda e senza particolare pregio, abbiamo iniziato a pedalare tra ulivi secolari, parzialmente distrutti dall’epidemia di Xylella, muretti a secco e trulli ancora in uso. Insomma, prima di raggiungere la meravigliosa città di Bari e le tappe di mare, si attraversano le coltivazioni che hanno reso l’Italia famosa nel mondo. Olio, olio e ancora olio. Si dice che gli ulivi secolari siano tutti attorcigliati perché negl’anni abbiano subito l’effetto di rotazione terrestre. E’ stato meraviglioso aver l’occasione di assaggiare “frise ed olio” da un contadino locale, in cambio di qualche aneddoto sul nostro viaggio.
La piana dei Trulli.
Da Bari poi, si cavalca la costa fino a Santa Maria di Leuca. Un sogno. La costa in questa parte di Salento è frastagliata e rocciosa, e il sentiero della Francigena passa proprio lì, bordo mare, disegnato tra scogli, e pianure coltivate, con la famosa litoranea qualche chilometro più in là.
Una volta superato il capo d’Otranto, “ormai è fatta”, ci sentivamo arrivati. Noi da qui abbiamo effettuato una variante, per goderci ancora gli ultimi chilometri di costa che, secondo noi, in questo punto esprime il suo massimo splendore, con calette isolate, raggiungibili solo a piedi o tramite irte scalinate.
L’itinerario ufficiale della Francigena passa qualche chilometro più nell’entroterra per evitare la litoranea, molto trafficata durante i periodi di alta stagione. Tuttavia, noi, complice la sveglia all’alba per il grande caldo e il periodo di bassa stagione, non abbiamo incrociato anima viva, se non qualche ciclista e qualche camminatore intento ad effettuare il Cammino del Salento (itinerario trekking molto ben segnalato, che abbiamo seguito quasi per intero in quest’ultima tappa).
Nel cuore del Salento.
Chilometro dopo chilometro, senza rendercene conto ecco che l’ultimo giorno è arrivato anche per noi. Temperature assurde per il periodo, sole abbagliante e un solo pensiero: dove ci porterà il nostro cammino la prossima volta? La piazza del faro di Santa Maria di Leuca ci ha accolto con un una luce incredibile, la sua pietra bianca ed il contrasto con il blu intenso del mare e del cielo hanno contribuito a rendere ancora più magico e mistico il raggiungimento della meta.
Dopo aver versato qualche classica lacrimuccia emotiva, abbiamo tirato le somme: la nostra Francigena italiana si conclude oggi con 20 giorni, 2 anni, circa 1800 chilometri e circa 18 mila metri di dislivello.
La piazza di Santa Maria di Leuca.
“La porta d’oriente, crocevia di rotte, percorsi, e cammini, Brindisi, città dell’antica storia, ti accoglie. Hai percorso sentieri, strade, vie, incontrato monti, valli, spiagge, pianure e colli, mescolato la tua storia con le storie dei luoghi. Sostieni il tuo spirito con i nostri venti. Beati della nostra bell’acqua, lasciati cullare dalla nostra terra. Ritempra il tuo corpo e la tua mente prima della nuova meta.” Citazione del Testimonium ritirato a Brindisi, reale porto d’imbarco verso la Terra Santa. Niente di più vero.
Entroterra di Benevento.
Tra Campania e Puglia.
Polignano.