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Oltre a Giovanni Valetti e Francesco Camusso un terzo ciclista negli anni Trenta è stato al vertice del ciclismo mondiale, il giavenese Giuseppe Martano. Gli è mancata la vittoria al Giro o al Tour, ma ha inanellato piazzamenti prestigiosi e vinto classiche e due titoli mondiali da dilettante.
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Giuseppe Martano è nato casualmente in Liguria il 12 maggio 1910 da genitori giavenesi che facevano i giardinieri in Riviera e che qualche anno dopo rientrarono in Val Sangone.
L’approdo di Martano al ciclismo agonistico ricorda la favola di Cenerentola. È un adolescente che ha trovato lavoro ad Avigliana, dove si reca ogni giorno in bici. Rientrando la sera dopo la giornata di lavoro, se trova lungo il tragitto dei corridori si aggrega a loro, e spesso nella salita dei boschi o della Benna Bianca li stacca.
Incoraggiato dagli amici, a 18 anni decide di iscriversi a una gara ciclistica. Ha una bici da passeggio e non da corsa, ma arriva secondo e Molinari, un fabbricante di biciclette torinese, lo nota subito e lo ingaggia con la promessa di una bici da corsa e una lira per ogni chilometro percorso nelle corse che vincerà.
Siamo nel 1928 e Giuseppe vince 18 delle 26 corse a cui partecipa. Nei quattro anni seguenti Martano vince un centinaio di corse e nel 1930 viene selezionato per correre il campionato del mondo dei dilettanti a Liegi.
La fiducia è ben riposta, se è vero che l’azzurro sbaraglia il campo, togliendosi il lusso di anticipare un altro italiano, Eugenio Gestri.
Si corre sullo stesso percorso dei professionisti, partiti poco prima, e a circa due chilometri dal traguardo, ormai solitario al comando dopo aver staccato tutti sull’ultima côte prima di entrare a Liegi, Martano si trova davanti un ingorgo di automobili, al seguito della gara professionistica, che lo rallenta. L’azzurro riesce a fatica a passare e viene raggiunto da Gestri e dal tedesco Rudolf Risch, riuscendo comunque a batterli facilmente in volata.
Giuseppe Martano da professionista nella Frejus, la squadra di una vita.
A fine 1930 Martano passa professionista con la Frejus e nel 1931 ottiene le prime vittorie, al Gran Premio di Roma, alla Coppa Fatigati e alla Coppa Pegazzini; arriva 12° alla Milano-Sanremo.
Nel 1932 Giuseppe viene appositamente riqualificato fra i dilettanti per la gara iridata che si disputa a Roma. Svolge il servizio militare proprio nella capitale, alla Farnesina, e ha molto tempo a disposizione per allenarsi.
Vince un Giro del Piemonte a tappe, in cui gareggiano anche i professionisti, e il 31 agosto 1932, a Roma, vince nuovamente il campionato del mondo dilettanti, superando in volata lo svizzero Paul Egli ed il francese Paul Chocque.
La doppietta mondiale tra i dilettanti, impresa che solo il tedesco orientale Schur riuscirà ad eguagliare nel 1958/1959, vale a Martano il salto definitivo tra i professionisti nel 1933, sempre nella Frejus, squadra a cui rimarrà fedele per tutta la carriera, gareggiando solo in Francia con la Tendil, e con i colori della nazionale italiana sulle strade del Tour de France.
Giuseppe Martano.
Giuseppe Martano vittorioso nella Milano-Torino del 1937.
Il primo Tour, nel 1933, lo affronta come indipendente, cioè senza una squadra. Compete con i favoriti e arriva terzo dietro a Georges Speicher e Learco Guerra, che gli strappa il posto d’onore solo grazie agli abbuoni (allora si davano 2 minuti al vincitore) dell’ultima tappa vinta a Parigi.
L’anno dopo si presenta al Tour come capitano della nazionale italiana. Vince la Grenoble-Gap e insidia la maglia gialla, che andrà a Renè Vietto, arrivando secondo in classifica generale.
Nel 1935 il secondo posto al Giro d’Italia, alle spalle di Vasco Bergamaschi, ma davanti a Giuseppe Olmo e Learco Guerra, è l’ultimo squillo di una carriera che inizia la parabola discendente.
Vincerà ancora nel 1935 il Giro del Lazio e nel 1937 la Milano-Torino e il Gran Prix de Cannes, ma nelle grandi corse a tappe arriveranno solo piazzamenti dignitosi e nel 1939 il suo ultimo Giro d’Italia si concluderà col ritiro già nella prima tappa.
Insignito della cittadinanza onoraria del Comune di Giaveno, Giuseppe Martano muore a Torino il 2 settembre 1994.
Nella foto sopra al titolo: Giuseppe Martano intervistato al Tour de France.
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