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Da qualche anno un progetto turistico che coinvolge Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia è al lavoro per valorizzare la via Francigena, un itinerario europeo che interessa anche il territorio valsusino.
L'asse principale di questo percorso si snoda lungo 80 tappe, per circa 2 mila km complessivi, e ripercorre il tragitto che nel 990 l'Arcivescovo Sigerico completò in 79 giorni tornando a Canterbury da Roma dopo l'investitura del Pallio Arcivescovile da parte del Papa Giovanni XV. Un itinerario che transita dal Gran San Bernardo ed attraversa la Valle d'Aosta.
Ma la via Francigena si compone anche di una rete di sentieri e strade collegati, utilizzati dai numerosi pellegrini fin dall'alto medioevo per dirigersi a Roma, cuore della Cristianità. Un tracciato devozionale ma non solo, lungo il quale nel tempo sono avvenuti scambi di merci, di lingua, di conoscenza e di religioni.
Di questo contesto fa parte anche l'itinerario che storicamente da Santiago di Compostela portava a Roma attraverso la Spagna e la Francia del sud. Un percorso che attraversava i valichi del Moncenisio e del Monginevro, e poi la Valle di Susa fino a Torino, per incrociare infine l'itinerario che scende dalla Valle d'Aosta nella zona di Vercelli e proseguire per Roma.
Il poster ufficiale della Via Francigena
Attualmente questo itinerario nella parte francese non è ancora organizzato, mentre in Spagna esiste da decenni, con il frequentatissimo Cammino di Santiago.
La parte italiana invece è già pronta: suddivisa in nove tappe dai valichi alpini giunge a Vercelli. La prima tappa porta dal colle del Monginevro a Oulx, e la seconda da Oulx a Susa, con una variante che parte dal Colle del Moncenisio ed arriva ugualmente nella città di Cozio.
Da Susa il percorso si biforca sui due versanti della Dora Riparia, conducendo sul lato destro della Dora alla Sacra di San Michele, e poi nelle tappe successive prima a Rivoli e poi a Torino.
Sul lato sinistro invece da Bussoleno si prosegue per Almese, e si arriva a Torino attraverso Caselette ed Alpignano. In totale, in Valle di Susa le tappe del cammino verso Roma sono quattro, con tre varianti.
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Chi si avventura lungo questo importante asse viario ha necessità di avere dei punti di riferimento. Esistono già un sito ed un'app che offrono interessanti informazioni, ma a fare davvero la differenza dovrà essere il territorio.
"A seguito di un piano di marketing elaborato – spiega Eleonora Girodo, referente tecnico dell'Unione Montana Valle Susa per via Francigena e coordinamento turistico – e sulla base di altre evidenze, abbiamo individuato la Via Francigena quale elemento di interpretazione del territorio sia a livello culturale che di fruizione. Una via Francigena pedonale, con trekking a lunga percorrenza, cui si aggiungano la ciclovia, l'outdoor ed una valida offerta enogastronomica, possono davvero essere elementi distintivi".
La via Francigena è un itinerario strategico riconosciuto dalla Regione Piemonte, di cui l'Unione Montana Valle Susa è referente. Nello specifico, l'Unione si occupa della parte informativa e tecnica, anche nel suo ruolo di membro dell'Ufficio di presidenza dell'Associazione europea via Francigena. "Puntiamo – spiega Eleonora - a far conoscere la valle di Susa: tramite criteri univoci ed in sinergia con gli altri territori italiani attraversati, ma anche in un contesto europeo, possiamo condividere una serie di strumenti che altre realtà hanno già sviluppato".
La Via Francigena a San Giorio.
Il tema del cammino lungo la via Francigena come motivazione di vacanza è recente, in precedenza la valenza era prevalentemente religiosa. Dallo studio dei passaggi riscontrati è emerso come vada superata una convinzione piuttosto diffusa. "L'idea del pellegrino che ha pochi soldi e meno spende più è contento – spiega Eleonora – è un concetto ormai stantìo. Esistono ancora tipologie di questo tipo, ma il turista pellegrino è innanzitutto un turista con cultura e capacità di spesa medio alta, che a seguito di 20/25 km di percorrenza quotidiana, alla fine della giornata cerca servizi di qualità".
A tal proposito l'Unione montana valle Susa cerca, di concerto con le altre realtà interessate, di stabilire dei criteri univoci, degli standard di base, di mettere a disposizione informazioni sul tipo di offerta. "Dobbiamo capire come posizionare la valle di Susa all'interno di questo cammino, garantendo un 'offerta che sia davvero qualitativa. Il problema – specifica Eleonora - non è solo la promozione, ma anche la qualità dell'offerta. Dati scarni ma abbastanza esemplificativi ci mostrano un turismo molto attento alle peculiarità del territorio attraversato. Per questo, all'impegno economico dell'ente pubblico deve corrispondere un investimento dei privati, perché la visibilità sul mercato è necessaria per differenziarsi".
Da Rivoli verso Torino (Franco Borrelli).