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Sorge a Forno di Coazze, ufficialmente si chiama Piazza Luigi Milano ed è intitolata al primo comandante partigiano della Val Sangone, ma è comunemente nota come “Finestra sulla Resistenza”.
Nella verde conca che dal “Palèis d’Cavùr” sale alla “Madunìŋa” tutto parla della Resistenza: la via che la solca, l’Ossario appollaiato come aquila vigile in alto sulla destra, la tragica Fossa Comune che nasconde la vergogna degli uomini appartandosi discosta sulla rive del Sangone.
Qui nel maggio1944, nei pressi del torrente Sangone, i nazifasciti portarono 24 partigiani catturati e detenuti nella scuola elementare di Coazze, li costrinsero a scavare una grande fossa e poi li mitragliarono alle gambe, facendoli cadere vivi nella cavità, dove morirono dissanguati. Per due giorni i nazifascisti impedirono alla popolazione di avvicinarsi, poi gettarono sui corpi sassi e terra e se ne andarono. Altri quattro partigiani furono fucilati a Forno.
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All’inizio erano soprattutto i partigiani e i loro parenti a frequentare questi luoghi, poi l’ANPI ha cominciato a promuovere le visite scolastiche e si è sentito il bisogno di un ambiente didattico, che aiutasse gli scolari a capire cos’è stata la Resistenza ed a contestualizzare quanto stavano visitando.
Nel 1988, in occasione dei grandi lavori di ristrutturazione promossi dal Comitato di Gestione, guidato da Leo Giorcelli, oltre al viale monumentale d’accesso all’Ossario si è pensato a dare migliore accessibilità alla Fossa Comune.
Il piazzale Luigi Milano nel 1991, con le bacheche, la scala in cemento di discesa alla fossa comune. I cippi con le targhe sono poi stati spostati vicino alla strada.
Inaugurato il nuovo viale l’8 maggio 1988, alla presenza del Ministro della Difesa Valerio Zanone, l’anno dopo sono cominciati i lavori di sistemazione dell’accesso alla Fossa Comune. Acquisito il terreno, a valle della strada carrozzabile si è creato un terrapieno: qui nel 1991 è stata inaugurata un’area di accoglienza, intitolata al comandante Luigi Milano, con targhe commemorative e pannelli che illustrano in breve gli avvenimenti legati alla Resistenza locale e propongono gli itinerari di visita e le mappe dei sentieri partigiani.
Accanto al manufatto si è costruita una scala che facilitasse la discesa verso la Fossa Comune, anche grazie ad un sentiero allargato e lastricato.
Dopo una sostanziale ristrutturazione, nel 2012 l’area è stata coperta, denominata “Finestra sulla Resistenza” e pensata come punto di partenza per la visita dei luoghi della memoria resistenziale e in primo luogo della Fossa Comune, accessibile scendendo verso il Sangone attraverso un ampio sentiero attrezzato. L’inaugurazione è avvenuta il 13 maggio 2012, in concomitanza con la tradizionale Commemorazione dell’Ossario.
L’area coperta, progettata per offrire uno spazio coperto ai visitatori: siamo a circa 1000 metri di altitudine e in caso di pioggia non ci sarebbe altro riparo per le scolaresche in visita.
Esposti alle intemperie i pannelli hanno resistito per anni a un lento deterioramento e, quando si è reso indispensabile rimettere a nuovo l’area, col sostegno della Città Metropolitana di Torino, si è deciso di ripensare alla funzione dei cartelloni.
Dal 2021 infatti, con la riapertura del Museo della Resistenza a Coazze, le scolaresche in visita vi trovano un percorso didattico approfondito, replicarlo in sintesi nella Finestra sulla Resistenza è parso superfluo. Il Comitato Scientifico del Museo ha quindi progettato sei nuovi pannelli, che sono stati pensati come introduzione e non come sovrapposizione a quelli del Museo coazzese, a cui si ricollegano anche nella impostazione grafica.
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Essi sono stati affiancati da due mappe dei sentieri partigiani, un invito a percorrere gli itinerari che portano alle bellezze dell’alta Val Sangone, che affacciandosi dalla “finestra” si intuiscono solamente.
Il 25 aprile 2024, a 80 anni dalla tragedia della Fossa Comune, la nuova sistemazione è stata inaugurata con una semplice cerimonia. Una vivida cornice di bianche nevi e verdi prati ha richiamato il tricolore, sperando che il rosso non debba mai più essere versato dal sangue di chi combatte per la libertà.
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