Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Alla distribuzione e alla conformazione degli insediamenti umani in Valle di Susa contribuirono nei secoli due fattori determinanti: il primo connesso con la natura di grande via di comunicazione, attraverso la quale si convogliavano pellegrini e mercanti, eserciti e predoni, il secondo costituito dall'attività agricola e silvo-pastorale legata allo sfruttamento del suolo, miniere comprese (1).
Fu così che in Val di Susa, lungo le vie di fondovalle sorsero importanti insediamenti umani ad economia agricolo-commerciale, la cui posizione fu determinata dalla possibilità di sfruttamento agricolo del terreno più fertile ed insieme dal sistema di difesa che i villaggi potevano sostenere in caso di scorrerie, saccheggi ed invasioni.
Tipici esempi di tali affermazioni sono il borgo fortificato di Exilles e quei centri minori che nacquero in prossimità di siti naturalmente protetti, come dossi rocciosi o dominio di strade. Significativo in tal senso è l'insediamento di Mollar, che domina l'aspra gola del passaggio obbligato che va da Susa a Gravere.
A fasce di altitudine superiore, invece, i villaggi nascevano con un'organizzazione correlata ai cicli naturali. Perciò se da una parte assistiamo all'affermarsi di centri fortificati come Oulx, a struttura compatta per difendersi dalle scorrerie e dal vento violento di fondo valle, dall'altra gli agglomerati sorti a mezzacosta ebbero in passato un sviluppo notevole per il clima meno umido e ventoso. È da notare che essi superavano come importanza il comune di fondovalle di cui oggi sono frazioni.
Balbières (Cesana).
I nuclei col tempo si infittirono, e una delle ragioni è che la coltura agricola e sociale potè trovare possibilità di scambi con valli adiacenti, loro naturali interlocutrici. A questo proposito è interessante notare le tipologie edilizie simili, se non identiche, di borghi che sorsero in prossimità di valli "cerniera". Bardonecchia, ad esempio, aveva scambi più frequenti con la valle di Nevache e la Maurienne, attraverso il Colle della Scala e il Colle della Rhô, che con la bassa valle.
Altro fattore determinante è la morfologia della valle, segnata dall'azione del ghiacciaio quaternario che, in diversi periodi di glaciazione, ha depositato frequenti ed estese morene sistemate su ripiani in lieve pendio, particolarmente adatti al sorgere di nuclei abitati.
Da un'indagine statistica sugli insediamenti dell'Alta Val di Susa si nota che i 17 centri e nuclei di fondovalle sono distribuiti ad una altitudine compresa tra i 650 e i 1300 metri, mentre le sedi permanenti di terrazzo (a mezzacosta) sono 27, quindi più numerose, ed occupano una fascia altimetrica che va dai 600-800 metri ad un massimo di 1550 metri.
Frenée (Salbertrand).
La distribuzione edilizia e le strutture architettoniche
Mentre nei borghi lungo la strada del Monginevro la distribuzione edilizia risulta piuttosto fitta per proteggere gli abitanti dai pericoli dei predoni e dai rigori del clima (si veda Amazas o l'antico borgo di Oulx), i villaggi a mezzacosta presentano un tessuto edilizio meno denso e nella loro distribuzione seguono norme derivate dal clima, dall'esposizione e dalla possibilità di maggiore sfruttamento dei terreni.
Le abitazioni sorgono sovente sulla roccia, in modo tale da non sacrificare le migliori terre agricole all'edificazione, privilegiando l'allevamento del bestiame e l'agricoltura. All'interno di questa economia gli animali, fonte di reddito più sicura rispetto alle magre culture ed ai cereali, determinano la struttura degli spazi di abitazione: gli ambienti residenziali vengono di conseguenza ed occupano solo un terzo o un quarto dell'intero volume della casa. Gli uomini e gli animali per lo più coabitavano nella stalla, almeno in inverno, mentre la legna e i cereali venivano raccolti nel sottotetto, sano e ventilato.
L'architettura rurale delle grange dell'alta Val di Susa, come gli chalets del Delfinato, era fondata sullo sfruttamento di materiale locale, vale a dire legno e pietre. Le grange erano edificate in pietra per due piani fuori terra e coperte da un grande tetto, costruito completamente in legno nella struttura portante, nel manto di copertura e nelle pareti di tamponamento.
Nel sottotetto trovavano posto la legna e il fieno, mentre il solaio inferiore sul fronte era caratterizzato da lunghi ballatoi (lobio) dove si metteva ad essiccare la biada, protetta dalla sporgenza del tetto. L'uso del legno nelle costruzioni era così diffuso che dovette essere disciplinato già dai primi regolamenti locali del XVI secolo, inducendo così ad un maggiore utilizzo della pietra.
Frazione Cels (Exilles).
Accostate l'una all'altra, le grange erano distribuite assecondando le curve di livello, così il colmo del tetto risultava ortogonale ad esse in modo che la neve non cadesse sulla via principale. Affinché l'acqua di fusione non penetrasse nei muri delle case, venivano distanziate da un breve spazio. Tale distribuzione è evidente a Rochemolles, Bousson, Rollieres, Sauze di Cesana, villaggi in cui il fronte di esposizione risulta rivolto a sud.
In particolare, la stalla occupava parte del primo piano fuori terra ed era coperta da volte a crociera in pietra, poggianti su una o più colonne monolitiche dotate di base a capitelli. Questo tipo di stalla si trova, oltre che in Val di Susa e in Delfinato, anche in Val Pellice e nell'alta Ubaye, e il sistema ricorda chiaramente l'architettura religiosa dei pilastri delle cripte delle chiese.
Per quanto riguarda il periodo di edificazione, le grange dell'alta Val di Susa riportano date di costruzione che vanno dalla fine del '600 al '700-'800, quando si riscontrano un maggiore ampliamento della baita e il moltiplicarsi di ambiente ad uso civile.
Qualche passeggiata per scoprire le borgate dell'alta Valle di Susa:
ALLA SCOPERTA DEL VALLONE DEL RIO GERONDA, DA OULME A CASE FENETRE
UN’ESCURSIONE AD ANELLO ALLE PENDICI DELLO JAFFERAU, DA SAVOULX A GRANGE SOUPAS
A SPASSO TRA LE BORGATE: BALBIÈRE, DESERTES E GRANGE MILLAURES
UN ANELLO INTORNO A PIERRE MENAUD, TRA LE BORGATE DI OULX
Per esemplificare dettagliatamente la struttura del villaggio tipico dell'alta valle, ma anche quella delle valli del Delfinato, attingiamo al lavoro di Gemma Rousset Ferrero, Il Villard racconta, pubblicato nel 1986, un’opera che ben testimonia la vita dei borghi sorti a poca distanza da grandi arterie di transito, collegati solo recentemente con strade di terra battuta (nel caso del Villard solo negli anni '60). Lo stesso vale per i centri a media altezza e più lontani, come le borgate di Thures o di Bessen Haut in Val Argentera.
L'esempio di borgata Villard ad Oulx
Il Villard è una borgata posta a quota 1359 metri, a 3 km dall'autostrada del Frejus. Possiamo considerarlo un villaggio tipico, sopravvissuto ai grandi sconvolgimenti turistici e con una vita ai margini economici perché apparentemente privo di grandi potenzialità di sfruttamento. Fino alla seconda guerra mondiale era completamente abitato; ora purtroppo gli anziani sono deceduti e i giovani tornano solo per nostalgia di un tempo, per conservare le loro abitazioni che raccontano la storia dei secoli.
I locali risultavano così costituiti: l'ingresso (cu), la cucina (kusine), la stalla (étable), e il fienile (grange). Al primo piano troviamo la parte abitabile della cucina e, vicino un piccolo locale interrato, privo di finestre, la cantina o crutin, per il formaggio e il latte. Dall'altro lato si trova la stalla destinata ai bovini, agli ovini e alle galline; i maiali, per ovvi motivi, erano a parte.
Al livello superiore si trovano le camere da letto (solo nelle abitazioni più signorili, in molti alpeggi era la stalla ad essere adibita a questo uso) e il fienile per la conservazione dei prodotti agricoli.
Ciò che di primo acchito può sorprendere in un paesino così piccolo è la presenza di una scuola. Tuttavia non ci si deve stupire, perché fin dal 1700 il livello di istruzione delle vallate soggette al Delfinato era decisamente superiore a quello delle zone di fondovalle e di pianura soggette ai Savoia. Non esisteva la scuola di Stato, ma i capi famiglia più facoltosi stipendiavano i maestri per istruire i figli durante l'inverno.
I maestri di scuola che provenivano dalla Provenza e dal Delfinato migravano stagionalmente nelle vallate degli Escartons ed usavano passeggiare nelle fiere, in mezzo alla gente e al bestiame, con una penna sul cappello che li contraddistingueva e serviva da richiamo ai clienti potenziali.
Già nel 1558 nei conti dell'Escarton di Briançon si trova un finanziamento di 108 fiorini per il maestro di scuola, poiché là egli veniva scelto dai padri di famiglia che si riunivano alla commemorazione dei Santi per decidere la nomina ed esaminarne l'operato. E ancora: l'istruzione era gratuita a Briançon (venivano però pagati 5 o 6 scudi per allievo nei paesi più lontani) e la scuola si faceva nella sala riunioni dei Consoli o nella stanza più illuminata e pulita del paese.
Nel caso di Villard, la frazione potè invece avere un proprio insegnante stabile solo nell'anno scolastico 1862-63; in altri centri di fondovalle naturalmente il tutto era avvenuto in precedenza ed era legato alla Prevostura di Oulx, centro propulsore di istruzione e di arte.
(1) Si veda, al proposito, AA.VV., Valle di Susa - Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, Regione Piemonte, Assessorato per la Cultura, Torino 1977.