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Nell’agosto del 1901 Luigi Pirandello arriva a Coazze con la moglie Antonietta e i figli Stefano, Lietta e Fausto per un soggiorno di alcune settimane accanto alla sorella Lina ed alla sua famiglia. Il viaggio da Roma era stato lungo e impegnativo: un giorno intero dalla capitale a Torino, poi il trenino a vapore da Porta Nuova a Giaveno e infine, forse, il calesse per salire attraverso la via della Buffa, unico accesso carreggiabile di allora, a Coazze.
Frontespizio del Taccuino di Coazze con lo schizzo del campanile fatto da Pirandello.
Avventuroso il viaggio, ma quando Pirandello si trova di fronte il campanile “con una leggenda assai strana per una chiesa” capisce che ai piedi di quell’Ognuno a suo modo, sintesi fulminea del relativismo della sua concezione esistenziale, si apre una nuova avventura conoscitiva.
Quello che diventerà il Taccuino di Coazze, un modesto quadernetto di poche pagine (comprato di slancio?), comincia con lo schizzo del campanile (tratteggiato dall’ultimo piano di Casa Rosa Brusin?) e si riempie rapidamente di annotazioni.
Pirandello si stupisce per il verde, la fertilità e l’abbondanza d’acque di un paese che sulla fine di agosto è “tutto verde come di maggio” e non riarso come la natia Girgenti.
Viaggia in compagnia di Luigi Prever e fissa sinteticamente e meticolosamente nomi geografici e scorci ambientali. Schizza i “tipi” che più lo colpiscono fra i notabili locali e i villeggianti, forse vicini d’alloggio, che frequenta.
Bozzetti che ritroveremo in altre opere, rielaborati come era nel metodo di Pirandello, ed è questo a dare importanza al Taccuino e rilevanza letteraria al soggiorno coazzese, che durò dal 23 agosto all’11 ottobre 1901.
Le novelle Gioventù e La messa di quest’anno sono ambientate a Cargiore, come una parte del romanzo Suo marito, poi rivisto e rinominato Giustino Roncella nato Boggiòlo. Cargiore è anche il titolo di una poesia: il toponimo, rimodellato sulla borgata “Ciargiùr”, è dunque il termine con cui Pirandello si riferisce a Coazze.
Dattiloscritto del romanzo "Giustino Roncella nato Boggiolo" con le correzioni autografe di Pirandello.
Nella novella Di guardia invece Coazze diventa probabilmente “Gori”, lo si intuisce dal fatto che vi si sale da “via della Buffa”, annotata nel Taccuino come “tutta sonora d’acque correnti”.
In Marsina stretta uno dei personaggi dice “Abbiamo le nostre cartiere lassù, a Valsangone”.
Di rilievo, infine, l’evidente influsso del motto di Coazze “Ognuno a suo modo” sul titolo del dramma Ciascuno a suo modo.
La Scuola “Luigi Pirandello” di Coazze
Sabato 9 novembre 2024 la scuola elementare di Coazze ha compiuto 65 anni. La nuova scuola venne infatti attivata il 9 novembre 1959: allora c’erano tante scuole di borgata ma il capoluogo si stava ingrandendo e le vecchie aule dell’ex oratorio, riconvertito in scuola nel 1927, oltre che datate erano insufficienti.
Il nuovo edificio distribuiva le aule attorno a un grande atrio, uno spazio coperto per manifestazioni che mancava a Coazze. E come si usava allora c’era anche un alloggio per il custode.
Tra le iniziative di quei tempi ricordo il “Natale dei Bimbi”: l’amministrazione, credo col supporto di donazioni e in particolare di Armando Campioni, proprietario dell’Indesit, regalava ad ogni alunno un giocattolino. Oggi può parere poca cosa, ma allora per diversi bambini era l’unico regalo natalizio.
Natale dei bimbi, 1960. Il primo a destra in abito scuro è l'allora sindaco Leo Giorcelli.
Vent’anni dopo, nel 1979 alla scuola si dava finalmente un nome: Luigi Pirandello. Già nelle pubblicazioni di Don Pio Rolla e Don Zanella si accennava al soggiorno del grande scrittore siciliano e all’ambientazione di alcune sue opere a Coazze, da lui chiamata Cargiore, ma facilmente riconoscibile.
Don Luciano Allais aveva visto in questa presenza nelle opere di uno scrittore di livello internazionale una opportunità di promozione turistica e culturale e, tutti d’accordo, la scuola venne intitolata al Premio Nobel siciliano. Il suo nome campeggiava in grosse lettere blu sulla facciata, che dopo qualche anno divennero un po’ sbilenche.
Nel 1986 a Coazze si fecero grandi iniziative per il cinquantenario della morte di Pirandello e il Comitato commissionò a Dante “du Freinài” una nuova insegna pirografata su legno. L’insegna, adeguata alla nuova classificazione scolastica (non più scuola elementare, ma primaria), compare, spostata, sulla nuova facciata della scuola, dopo gli ampliamenti e gli adeguamenti antisismici degli scorsi anni.
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9 NOVEMBRE: BUON COMPLEANNO SCUOLA “LUIGI PIRANDELLO” DI COAZZE!