Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Tra i tanti modi di dire della lingua italiana, c'è la frase "Mi si è accesa la lampadina", che sta ad indicare un ricordo, un'idea, un collegamento che ci compare improvvisamente nei pensieri. In realtà Alessandro Cruto, l'inventore della lampada ad incandescenza, con la sua idea "accese" la cittadina di Alpignano, dove a fine '800 trasferì il suo laboratorio produttivo firmando la nascita di quella che in seguito sarebbe divenuta la nota "Philips" (nella foto sopra al titolo lo stabilimento di Alpignano a fine '800).
Nato a Piossasco il 18 maggio 1847, Alessandro Cruto vanta la primogenitura della lampada ad incandescenza, ancor prima di Thomas Edison, tra l'altro suo coetaneo. Figlio di un capomastro di modeste origini, Cruto si iscrisse ad una scuola di architettura, frequentando in contemporanea le lezioni di fisica sperimentale e chimica all'Università di Torino per dare vita al suo sogno: ottenere diamanti dalla cristallizzazione del carbonio.
Alessandro Cruto
Per non gravare economicamente sulla famiglia aiutò il padre nel lavoro edile, senza tuttavia rinunciare agli studi. Nel 1872 riuscì ad aprire un laboratorio a Piossasco, dove sperimentava la possibilità di ottenere carbonio puro a partire dall'etilene in fase gassosa. Due anni dopo non era riuscito a produrre diamanti, ma era in grado di dare vita a sottili guaine di grafite.
Fu una serie di conferenze ad opera di Galileo Ferraris, anch’egli suo coscritto, aventi per oggetto i progressi dell’elettrotecnica, e gli esperimenti compiuti da Thomas Edison per la ricerca di un filamento idoneo alla sua lampada elettrica, a spingere Cruto ad inventare un filamento di grafite con un coefficiente di resistività positivo, ovvero in grado di aumentare con l’incremento della temperatura.
Il filamento risultò idoneo a sostituire quelli in bambù carbonizzato che venivano impiegati fino a quel momento nelle lampadine elettriche. Nel 1880, autorizzato dal professor Andrea Naccari dell’Università di Torino, Alessandro Cruto sperimentò la sua scoperta nel laboratorio di fisica dell’ateneo. Il 4 marzo 1880, appena 5 mesi dopo Edison, inventore della lampada ad incandescenza, il genio piossaschese ottenne il risultato sperato: una lampadina perfettamente funzionante, che gli valse un incredibile successo all’esposizione di elettricità di Monaco di Baviera (1882).
La lampadina di Cruto
Fu infatti subito evidente che, rispetto alla lampadina di Edison, quella di Cruto avesse un rendimento maggiore ed una luce più bianca. Il successo fu bissato all’esposizione nazionale di Torino del 1884 e gli consentì di vendere il progetto in Francia, Svizzera, Cuba e Usa.
Il vecchio laboratorio di Piossasco, poi divenuto fabbrica, era ormai troppo stretto ed inadeguato: Cruto trasferì dunque la produzione ad Alpignano, in uno stabilimento sulle rive della Dora (incerta la data, alcun la collocano nel 1885, altri l’anno dopo), di cui mantenne la direzione fino al 1889.
Dallo stabilimento alpignanese uscivano ogni giorno 1000 lampade, ma Cruto aveva continue discussioni con la direzione societaria e preferì licenziarsi, dedicandosi nuovamente alla sua passione originaria: l’invenzione. La fabbrica passò di mano in mano fino al fallimento fino a quando, nel 1927, fu poi rilevata dalla Philips.
Presa moglie in età decisamente avanzata, Cruto continuò a sperimentare nel vecchio laboratorio: si cimentò nell’immagazzinamento di energia atmosferica, nella creazione di un giocattolo chiamato “mosca elettrica” e morì, dimenticato da tutti, nel 1908.
Ecomuseo "Sogno di Luce" ad Alpignano
Nel tempo, tuttavia, è stato ricordato a dovere: gli sono state intitolate vie e scuole in alcune cittadine e ad Alpignano è sorto l’ecomuseo "Sogno di Luce", nel quale sono ancora visibili alcuni oggetti usati nei suoi vari esperimenti. Una pasticceria di Alpignano gli ha addirittura dedicato un dolce ad hoc: la lampadina di Alpignano, un semifreddo molto gustoso dall’inconfondibile forma, con tanto di filamento, questa volta non in grafite ma di cioccolato. Perché la luce è sintomo di ingegno, creatività e fantasia in qualsiasi laboratorio: che sia di inventore o pasticcere, ciò che conta è il risultato che si ottiene.
Targa dedicata a Cruto ad Alpignano