Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Sabato 13 luglio alle ore 21 a Salbertrand, alla sede del Parco naturale Gran Bosco sarà presentato il libro "Valle Susa 1895-1915. Aneddoti e fotografie militari" curato da Pier Giorgio Corino.
A fine Ottocento chi accumunava la passione per la montagna con quella della fotografia, doveva portarsi in quota apparecchiature ingombranti per lastre in vetro fotografiche. Con l’introduzione delle pellicole in rullo su supporto trasparente in celluloide, e la commercializzazione nel 1895 della Pocket Kodak dalle dimensioni tascabili, un numero sempre più ampio di escursionisti muniti di attrezzatura fotografica, percorreva le Alpi occidentali. Ma la passione andò a scontrarsi contro le ordinanze e decreti emessi a fine ‘800 sulla limitazione d'accesso alle aree limitrofe alle fortificazioni, come d'effettuare riprese fotografiche o semplicemente portarsi appresso attrezzature fotografiche. In valle di Susa dove ad ogni piè sospinto si trovavano fortificazioni era preoccupante, ma ciò valeva in specie per i civili, gli ufficiali non si preoccupavano o meglio forse non consideravano che il divieto riguardasse anche loro. Il portarsi dietro durante le attività del servizio militare la macchina fotografica non era cosa comune, sono foto indubbiamente rare. In questa ricerca sono state recuperate oltre 400 fotografie per quell’arco di tempo che va dal 1895 al 1915, che immortalano uomini persi ormai nel tempo. Dietro ai soldati si stagliano ambienti ed i panorami della valle che ci riportano in contesti ormai persi, dove le montagne emergono con forza dalle immagini e dalle loro storie, storie tratte da memorie militari e articoli di La Stampa e della Gazzetta piemontese, che parlano spesso degli eventi che si vedono nelle fotografie. Storie di uomini, è impressionante che tutto sia cambiato, ma che in concreto nulla è cambiato.
Nella foto di copertina scattata al Colle della Scala il 14 luglio 1899 troviamo ufficiali italiani e francesi con le loro famiglie, nonché un plotone di Chasseurs alpins. Scorrendo i visi viene da chiedersi chi sono quegli uomini; molti cercano con la testa un varco nel gruppo per essere fotografati. Sono stati dimenticati per oltre un secolo, come tutti quei militari che abitano le fotografie del libro. Per la massima parte di quei volti non conosciamo il nome, ma osservando i visi vi troverete nel mondo del passato: i bambini sempre mossi, l’alterigia degli ufficiali, il bon ton delle signore, la signorina con la benda sull’occhio, il ragazzino vestito alla marinara, il civile con camicia con colletto rigido a punte alte che sorride, il chasseur che solleva la tromba per farsi riconoscere: tutto il fascino di un passato, forse scomodo se paragonato al nostro, ma affascinante. Sempre, se uno era nato dalla parte giusta.