Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
I Romani danno un’organizzazione amministrativa al territorio alpino, quindi anche all’odierna Valle di Susa, a partire dall’età augustea. I distretti montani sono divisi generalmente in Prefetture, rette da un’autorità di stampo militaresco, dipendente direttamente dall’Imperatore: ognuna corrisponde a un’importante via transalpina e garantisce il controllo sui transiti e sui valichi a cui conducono.
Caduto, nel 476 D.C., l’Impero Romano d’Occidente, con la frammentazione del potere che ne segue il concetto di Provincia sbiadisce fino a cedere il posto a nuove forme di governo, come le Contee e i Ducati dei regni barbarici dell’VIII e IX secolo e le strutture feudali del Regno Carolingio.
Emanuele Filiberto di Savoia, “Testa di Ferro”, rientrato in possesso di parte dei domini dei suoi antenati, fra il 1560 e il 1562 decide lo spostamento della capitale del Ducato da Chambéry a Torino, e divide i suoi “stati di qua dai monti”, in 7 Province. Al governo di ognuna destina un Magistrato di sua piena fiducia e con larghi poteri: il Prefetto, affiancato da un Avvocato Fiscale.
Circa mezzo secolo dopo il figlio e suo successore, Carlo Emanuele I, ritiene opportuno un nuovo intervento sull’organizzazione interna, motivato da ragioni di sicurezza e ordine pubblico, ed ordina la suddivisione dello “Stato di qua dai monti” in 12 Province o “tappe”. Nasce così la provincia di Susa, affiancata da Asti, Biella, Chieri, Cuneo, Ivrea, Mondovì, Pinerolo, Saluzzo, Savigliano, Torino e Vercelli. (...)
L’Editto elenca anche le Comunità che formano la Provincia di Susa appena istituita: l’estensione territoriale giunge non lontano da Torino e a ovest fino a Gravere e Giaglione: da Chaumont (Chiomonte) in su la Valle appartiene ai Francesi e sarà così fino al 1713.
I paesi sono: Alpignano, Avigliana, Almese, Rubiana e San Moro, Beinasco la Riuera (Rivera), Buttigliera et Vrio, Bruino, Bruzolo e San Didero, Buzzolino di Susa (l’attuale Bussoleno), Burgone, Casellette, Celie, Chiaurie (Caprie) e Nouaretto, Cumiana, Condoue, Mochie e Frassinere, Chianoc, Chiusa presso Sant’Ambrosio, Coazze, Col San Giouanni, Giaglione, Grauere, Giaueno, Mathie di Susa, Noualesa, Venaus e Ferrera, Orbazzano, Pianezza, Riualta e Parpaglia, Reano, Riuoli, Susa, Sant’Antonino, San Giorio, Sant’Ambrosio, Trana, Vayes, Valgioie di Susa, Val della Torre et Monastero di Briglione, Villar d’Almese, Villar di Basse, Villar Focchiardo, Candiolo, Gingole, Piobes, Vinouo e Virle. Molte di queste località oggi sono ridotte a frazione.
Susa è dunque insignita della dignità di capoluogo anche se è un centro di modeste dimensioni: giocano a suo favore la storia e le tradizioni militari, ma soprattutto la collocazione geografica. (...)
In seguito al trattato di Cherasco, sottoscritto nel 1796, Napoleone assume il controllo del Piemonte: Re Carlo Emanuele IV abbandona Torino per la Sardegna, insediando la corte a Cagliari e rimanendovi fino al maggio 1814.
Nell’aprile del 1801 Napoleone suddivide la Repubblica francese in Départements e il Piemonte segue la stessa sorte: accantonate le Province, viene suddiviso dapprima in quattro e poi in sei Dipartimenti, molto più estesi: Eridano o del Po con capoluogo Torino (di cui fa parte la Valle), Dora con capoluogo Ivrea (Canavese e Valle d’Aosta), Stura (Cuneese), Sesia (Vercellese), Tanaro (Astigiano e Albese) e l’Agogna (Novarese). (...)
Con l’eclissarsi della stella napoleonica, nel maggio 1814 dall’esilio sardo ricompare a Torino il Re, Vittorio Emanuele I: piccole Province e Intendenti tornano ad essere la colonna portante della Monarchia Sabauda e il 10 novembre 1818 un Regio Editto stabilirà la Nuova Circoscrizione delle Province dei Regi Stati in terra ferma.
Nelle città capoluogo di provincia è insediato un comando militare, guidato da un Colonello che si occupa, oltre che della stretta gestione degli affari militari, di polizia. Accanto un’autorità civile per la gestione del corrente: l’Intendenza con a capo un Intendente a cui compete il controllo delle amministrazioni comunali e la gestione dell’apparato fiscale. Completa la catena di comando il Funzionario riformatore, addetto alla pubblica istruzione.
Le Intendenze sono classificate su tre livelli: Generale, di Prima e Seconda Classe. A Susa risiede un Intendente di Seconda. (...)
Nel 1826 a Susa viene edificato il “Palazzo della Provincia”: ospita l’Intendenza, gli uffici provinciali, quelli fiscali e della pubblica finanza e i Reali Carabinieri.
Con la salita al trono di Carlo Alberto Savoia Carignano, dal 1831 al 1849, si torna a dedicare attenzione alle Province dando loro nuovi poteri. Quella di Susa ha un organico di pochi impiegati, meno di una dozzina: un Ufficio di Gabinetto affidato a un Viceintendente e due Divisioni.
Per entrare nei ruoli della pubblica amministrazione in Valle, come altrove nel Regno di Sardegna, si lavora almeno due anni come “volontario”, ossia senza paga: si deve imparare e dimostrare le proprie buone qualità.
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Le Regie Patenti dell’agosto 1842 potenziano e aumentano di numero le Divisioni. Redigeranno anche un unico bilancio di tutte le Province di loro pertinenza. Per Susa è un colpo durissimo: perde la sua autonomia patrimoniale. I maggiorenti locali, quelli che gli Intendenti consultavano per i problemi di viabilità, ora si riuniranno anche nel Congresso provinciale, presso la Divisione, per i bisogni generici e gli interessi delle piccole Province. Le Lettere Patenti del 31 agosto 1843 decreteranno infatti la formazione di due gruppi consultivi inediti: il Congresso e il Consiglio Provinciale.
Per la formazione del Consiglio annualmente il Governo redige una lista da cui scegliere, fra i “principali proprietari, ma anche fra i personaggi più ragguardevoli e distinti per nascita, per lumi e per esperienza delle cose amministrative”, da 10 a 18 membri. Sono quasi tutti collaboratori stretti o Consiglieri del Sovrano e tra essi si distingue Luigi Des Ambrois de Nevache, nato a Oulx nel 1801: nel 1833 era nella Commissione per i Codici e Intendente generale della Divisione Nizza, poi Ministro di Interni-Lavori Pubblici-Agricoltura e Commercio, promotore della Ferrovia Torino-Susa e del Traforo del Frejus. Sarà anche, nel 1848, fra gli estensori e i firmatari dello Statuto e nello stesso anno deputato del Collegio di Susa, nel 1849 Senatore e nel 1874 Presidente del Senato a Roma dove morirà in quell’anno.
Nel 1848 inizia una nuova era: il criterio elettivo è esteso a tutti gli organi locali. In Valle, come altrove, il corpo elettorale si compone di proprietari immobiliari, impiegati statali, professionisti, compresi insegnanti e laureati vari, commercianti, industriali e artigiani con un certo tenore di vita e dei maggiori fittavoli. Il voto all’inizio è orale, poi scritto e, se non del tutto segreto, riservato.
La Valle di Susa vista da Giaglione (Giorgio Loccisano).
La Provincia di Susa ha una superficie di 1.395,60 chilometri quadrati e gli abitanti sono 81.834, di cui 3.139 nella cittadina. È formata da 8 Mandamenti con capoluoghi Almese, Avigliana, Bussoleno, Cesana Torinese, Condove, Giaveno, Oulx e Susa. I Comuni, uniti attorno a questi, sono 57.
Almese comprende, oltre al paese, Rivera, Rubiana e Villar Dora (prima Villar Almese).
Avigliana con Buttigliera Alta, Chiusa San Michele, Reano, Sant’Ambrogio di Torino e Trana.
Cesana Torinese assieme a Bousson, Champlas-du-Col, Clavières, Désertes, Fénils, Mollières, Sauze di Cesana, Solomiac e Thures.
Bussoleno con Bruzolo,Chianoc, Foresto di Susa, Sant’Antonino di Susa, San Didero, San Giorio, Vayes e Villar Focchiardo.
Condove unitamente a Borgone di Susa, Chiavrie, Frassinere e Mocchie.
Giaveno con Coazze e Valgioje.
Oulx attorniata da Bardonecchia, Beaulard, Melezet, Milaures, Rochemolles, Salbertrand, Sauze d’Oulx e Savoulx.
Susa con Chiomonte (la vecchia Chaumont), Exilles, Ferrera Cenisio, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Novalesa e Venaus.
Il 23 ottobre 1859, dopo la seconda guerra d’Indipendenza, Vittorio Emanuele II firma la “Legge Rattazzi”. Le Province sono 17: 10 negli antichi Stati e 7 in Lombardia. Quattro sono in Piemonte: Torino, Alessandria, Cuneo e Novara.
L’organo esecutivo, che assume la “tutela” dei Comuni, è la Deputazione Provinciale presieduta da un Governatore, il futuro Prefetto, di nomina regia e con un duplice ruolo: capo amministrativo e rappresentante politico del Governo, per cui scelto tra i politici e non tra i funzionari di carriera.
A tutto questo si sacrificano le piccole Province: Susa è ridotta a un ruolo modesto e scarsamente rilevante di Circondario all’interno della vasta Provincia torinese. Un vero e proprio declassamento: solo Provincia e Comune sono enti autarchici, ossia dispongono di potestà pubbliche e hanno la capacità di amministrare i propri interessi con caratteri ed efficacia giuridica uguali allo Stato, i Circondari e i Mandamenti no. La prima conseguenza è non poter più gestire le spese obbligatorie, come ad esempio quelle stradali, ora di spettanza governativa.
Susa e la sua Valle tornano ad essere semplice terra di confine.
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