Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
La lepre variabile o lepre bianca, mammifero appartenente alla famiglia dei leporidi, assomiglia alla lepre comune ma le due specie, pur avendo abitudini molto simili, non vanno confuse tra di loro. Giunta a noi fin dalle glaciazioni del Quaternario, è un animale che vive abitualmente alle latitudini settentrionali più estreme.Tuttavia si è adattata benissimo anche sulle Alpi, dove non è difficile, nella stagione invernale, avvistarne qualche esemplare.
Deve il suo nome alla mutazione che la sua pelliccia assume nel corso delle stagioni: marrone-rossiccia sul dorso con il ventre bianco nella stagione estiva, d'inverno diventa completamente bianca, fatta eccezione per la punta delle orecchie, di colore nero. Per far fronte all'arrivo dell'inverno, non solo la pelliccia cambia colore, ma anche le zampe posteriori dell'animale si adattano, ricoprendosi di un pelo fitto che consente alla lepre di muoversi meglio sulla neve.
Lepre variabile in Bassa Valle di Susa (foto di Dante Alpe)
Insomma, è come se calzasse una sorta di ciaspola che, oltre a permetterle di non sprofondare, le consente anche, pur venendo a contatto con il terreno gelato, di mantenere una temperatura corporea costante. Più piccola e con orecchie di dimensioni ridotte rispetto alla lepre comune, proprio in virtù del pelo sugli arti posteriori la lepre variabile lascia una traccia molto più marcata sul terreno.
Non va in letargo d'inverno, ma migra in piccoli gruppi verso sud: abitualmente solitaria, nella stagione più fredda è solita raggrupparsi in branchi di numero variabile che contano dai 20 ai 100 esemplari. Quando si sente minacciata, si solleva sulle zampe posteriori ed osserva il circondario stando guardinga. I suoi predatori principali sono volpi, gufi reali e corvidi.
Ogni cucciolata conta da uno a sei piccoli, nati dopo una gestazione di una cinquantina di giorni: abitualmente il parto avviene due volte l'anno e l'aspettativa di vita è di circa 8 anni.
Lepre variabile in Alta Valle, in un inverno avaro di neve (foto di Dante Alpe)
Essenzialmente vegetariana, la lepre variabile si nutre quasi esclusivamente di erica o di piante gelate che conservano nei tessuti le sostanze nutritive. È in grado di sopravvivere anche solo alimentandosi di cortecce di betulla, di salice nano e di aghi di conifere. Non ama vivere nei cunicoli del terreno: preferisce spostarsi in superficie e, se scava nella neve, lo fa per cercare cibo o per rifugiarsi. Attiva prevalentemente in orario notturno, è comunque visibile anche di giorno, ben più della lepre comune ed in particolare d'estate.
"Consapevole di riuscire a confondersi perfettamente con l'ambiente circostante – racconta la guardiaparco Valentina Mangini, in servizio presso il parco Alpi Cozie – la lepre variabile riesce a restare immobile per non farsi sorprendere. Capita, nei nostri passaggi sul territorio, di incrociarle e di scorgerle solo all'ultimo momento. Se si rendono conto di essere state viste fuggono, altrimenti se si fa finta di niente restano ferme, in attesa che l'umano passi oltre.
Spesso, specialmente nella stagione invernale, facciamo finta di non vederle, perchè hanno già poco da mangiare e farle fuggire vorrebbe dire costringerle ad un inutile dispendio di energie". Già, perchè la lepre variabile è uno splendido animaletto, che ispira subito simpatia. Fosse anche solo per la sua abilità nel rendersi invisibile perfino all'occhio più esperto.
Lepre variabile tra gli ontani (foto di Dante Alpe)