Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Trovare uno scorpione in casa o in giardino non è mai un’esperienza piacevole ma in alcune località della Valle di Susa, baite di montagna o case vicino al bosco, può essere piuttosto comune.
Quello che vive nelle nostre zone è l’Euscorpius Italicus, che predilige luoghi umidi e piccoli anfratti. In basa Valle di Susa è diffuso su entrambi i versanti montani: sul Pirchiriano ma anche dal lato opposto, in Valmessa.
Ce lo racconta Giuliano Bosio, imprenditore vinicolo che, esagerando un po’, identifica il suo comune, Almese, come terra di vipere, processionarie e scorpioni. Durante la sua infanzia li individuava sul soffitto, e allertava la mamma affinché li cacciasse.
"Fino ai sei anni - racconta Giuliano - prima dell'asportazione a caldo delle tonsille (compensata subito dopo da un lauto gelato alla crema e cioccolato per fermare l'emorragia) trascorrevo a letto ammalato molti giorni dell'inverno. Ero “Linfatico”, diceva mia madre. In quelle lunghe ore, intervallate da letture ed iniezioni di penicillina, mi trovavo a studiare a memoria il soffitto.
Era un semplice assito con travi portanti a vista, ricoperto da strati di calce allungata in acqua con i pigmenti rosa. I travi, ritorti e screpolati, erano poi leziosamente decorati da ghirlande di fiori ricavati dalla stesura delle "tinte" con la “mascherina” (oggi le chiamerebbero “stencil”).
Famigliole di scorpioncini neri e rossi, come quello in foto, vi scorrazzavano sopra in lungo ed in largo, soprattutto nelle giornate umide. Ogni tanto cadevano anche sul letto, e allora scattava il richiamo:"Mama, mama! Ven a ciapé u scorpiún!".
Alla scoperta dello scorpione
Appartenenti all’ordine degli artropodi velenosi, gli scorpioni sono stati tra i primi animali a conquistare le terre emerse e attualmente popolano il mondo con circa duemila specie differenti. Tutte si contraddistinguono per il corpo allungato ed una coda segmentata che si conclude con un pungiglione velenoso.
Vicino alla bocca hanno due pedipalpi, appendici sensoriali simili a tenaglie, con cui catturano le prede, ma che utilizzano anche a scopo difensivo. L’addome è suddiviso in dodici segmenti: gli ultimi cinque compongono la coda, che culmina con il telson, che racchiude le ghiandole che secernono il veleno, iniettato tramite un aculeo curvo. Per conoscere la conformazione del terreno sul quale si sta muovendo, lo scorpione utilizza i pettini, organi sensoriali posti sotto l’addome, che nel maschio sono di dimensioni maggiori e hanno più “denti”, anche per individuare i feromoni femminili.
LEGGI ANCHE: La vipera, un incontro estivo che è meglio evitare
La colorazione dell’Euscorpius Italicus è prevalentemente nera, con le zampe di colore più chiaro, solitamente rossiccio. Conduce una vita piuttosto solitaria, e la maggior parte degli incontri con altri esemplari della stessa specie avviene per motivi riproduttivi.
Il corteggiamento da parte dello scorpione maschio nei confronti della femmina avviene agguantando i pedipalpi di quest’ultima, il che rende il movimento simile ad una danza. Di solito avviene nella stagione primaverile ed estiva, e i piccoli possono nascere anche un anno dopo l'accoppiamento.
La femmina dà alla luce fino ad una trentina di piccoli già formati, che subito si sistemano sul dorso della madre, dove rimarranno per circa due settimane, fino alla prima muta. Spesso in questo periodo la femmina non si nutre, per evitare il cannibalismo nei confronti della prole.
Eccezion fatta per gli scorpioni africani, che possono superare i 20 centimetri, quelli rinvenibili in Italia abitualmente non superano i cinque centimetri di lunghezza e non sono pericolosi: salvo casi di allergia alla tossina che viene inoculata la sua puntura non provoca più danni di quanto potrebbe fare quella di una vespa. Oltretutto, è un animale timido e punge solo se stuzzicato o per immobilizzare la preda.
Animale predatore notturno, si nutre di insetti, ragni, invertebrati e suoi simili, che individua percependone le vibrazioni diffuse nell’aria e intercettate dai peli sensoriali dei pedipalpi. Deve difendersi da scolopendre, ragni, lucertole insettivore, uccelli e mammiferi e usa il suo veleno per catturare le prede, iniettando loro un mix di neurotossine che bloccano il funzionamento del sistema nervoso.
Lo scorpione è un animale abbastanza adattabile: va dal deserto alle praterie e savane, ma ne sono stati rinvenuti esemplari anche sulle Ande, sotto rocce coperte di neve a 3600 metri di altitudine. L’habitat dello scorpione italiano è rappresentato soprattutto da vecchie mura, pietraie e legnaie, dove trova rifugio in buchi, anfratti e crepe. Si trova però anche nei campi erbosi e sotto le pietre nelle zone montuose, e si può intrufolare anche nelle case.
Il portale dello Zodiaco (part.) - Foto Franco Borrelli
Lo scorpione è raffigurato nel portale dello Zodiaco della Sacra di San Michele e nel Medioevo fu simbolo dell’eretico, di chi avvelena la comunità e insinua dubbi.
Eppure a molti può evocare sensazioni piacevoli: succede guardando il cielo e la sua costellazione, ricordando un amico di quel segno zodiacale o ascoltando una canzone degli Scorpions (per chi li apprezza). Ad alcuni può anche ricordare l’aperitivo, come agli abitanti di alcuni paesi del sud-est asiatico dove gli scorpioni sono sgranocchiati fritti, come gustoso e croccante snack.