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Il detto “veloce come una lepre” non è certo stato coniato a caso. La lepre comune o lepre europea (Lepus europaeus), mammifero appartenente alla famiglia dei leporidi, si distingue infatti per la sua incredibile velocità, che le consente di raggiungere, su brevi tratti rettilinei, i 60 km orari.
Originaria dell’Europa e dell’Asia ma ormai diffusa in tutto il mondo, dopo essere stata introdotta in America ed Australia, la lepre colonizza prati e pascoli vicino a boschi e siepi, ove è facile vederla sfrecciare, specialmente all’imbrunire.
Lepre in fuga (Mirella Giacone).
La lepre ha grandi occhi gialli, posti ai lati del capo, fatto che consente all’animale di disporre di un campo visivo molto ampio, che arriva quasi a 360 gradi. Le orecchie sono lunghe e terminano con una punta nera che contraddistingue anche il pennacchio della coda a fiocco. La loro dimensione e la grande mobilità che le contraddistingue garantiscono alla lepre un udito sviluppato.
La lepre ha una forma slanciata, caratterizzata da arti posteriori più lunghi di quelli anteriori, il che le consente di correre velocemente e compiere grandi balzi, fino a raggiungere 2,5 metri di lunghezza e 1,5 metri di altezza. Inoltre, è protagonista di scarti e deviazioni impreviste, con cui confonde i suoi predatori, che sono abitualmente rapaci, lupi e volpi.
Sul muso spiccano lunghe vibrisse bianche. Il suo pelo fulvo grigiastro, con striature nere sul dorso e grigie nelle parti inferiori, muta due volte l’anno, abitualmente ad aprile ed ottobre. Il mantello estivo è più corto, quello invernale più lungo e fitto, molto morbido e tendente maggiormente al grigio.
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Pochi sanno che la lepre in acqua si rivela essere un’ottima nuotatrice. Erbivora e molto vorace, si alimenta con foglie, germogli, cortecce ed erbe. Come tutti i lagomorfi, le sue zampe non hanno cuscinetti nella parte inferiore, ma sono ricoperte da peli che garantiscono una migliore presa sul terreno.
I denti incisivi, dietro ai quali se ne nasconde una seconda fila più piccola, sono sviluppati ed in perenne crescita. Le lepri curano molto la pulizia del mantello, che effettuano in autonomia, grazie ad una estrema flessibilità del collo.
Un animale da non confondere con il coniglio
La lepre si riproduce tra marzo ed ottobre, partorendo dalle 2 alle 4 volte, con cucciolate variabili mediamente di 4 esemplari, benché siano state registrate nascite di 10 leprotti a parto. Per proteggere i piccoli dai predatori la madre li nasconde nell’erba alta, evitando di lasciarli raggruppati tutti insieme per evitare che vengano ghermiti e uccisi. L’accoppiamento tra lepri prevede un vero e proprio rituale, caratterizzato da inseguimenti, lotte e competizioni tra maschi dominanti.
Sia la lepre che il coniglio appartengono alla famiglia dei leporidi, ma si distinguono per alcune caratteristiche piuttosto evidenti. La lepre comune è infatti più grande del coniglio, con orecchie più lunghe. Mentre il coniglio è un animale piuttosto sociale, la lepre ha un carattere decisamente solitario. Il coniglio scava buchi nel terreno, la lepre no e adibisce a tana avvallamenti del terreno e cavità naturali.
Nella fase dell’accoppiamento i conigli femmina si concedono con maggiore remissività, mentre le femmine delle lepri non sempre sono predisposte e costringono il maschio, oltre a lunghi inseguimenti, a veri e propri scontri fisici, Differenti, tra le due specie, sono anche i periodi della gestazione. I leprotti nascono dopo 43 giorni, i conigli al termine di una gravidanza di un mese. I conigli vengono alla luce glabri e con gli occhi chiusi, fatto che costringe la mamma a star loro vicina per un paio di settimane per favorirne la termoregolazione. I leprotti nascono già ricoperti di pelo e, ad un’ora dalla nascita, sono in grado di correre in maniera autonoma.
Animale timido e prudente, quando si accorge di essere in pericolo la lepre evita di fuggire, ma si immobilizza cercando di mimetizzarsi nell’ambiente che la circonda. Questa accortezza si riduce durante la stagione riproduttiva: in quel periodo, la lepre abbassa la sua difensiva, convogliando tutti i suoi sforzi alla conquista della femmina in estro.
Durante la primavera, infatti, non è raro assistere a violenti combattimenti tra maschi che con violente zampate e morsi rivendicano il diritto all’accoppiamento. Da questi atteggiamenti deriva il detto anglosassone “Mad as a March hare”, ovvero pazzo come una lepre a marzo.