Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Il crociere (Loxia curvirostra), uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei Fringillidi, è simile ad un passero ma, a prima vista, può ricordare un pappagallo, per la sua abitudine di appendersi a testa in giù sui rami e per la forma del becco (nella foto in alto un bell'esemplare maschio fotografato da Elio Cavallo).
Proprio questa è la sua particolarità: come spiega il suo nome scientifico curvirostra il suo becco è ricurvo e caratterizzato dagli apici superiore ed inferiore uncinati ed incrociati. Una conformazione che gli permette di divaricare e sgusciare con facilità le pigne, usando in seguito la lingua per nutrirsi dei semi in esse contenuti.
Diffuso nei boschi di conifere, in particolare nelle foreste di abete rosso e nei lariceti, in genere il crociere è una specie sedentaria, che si sposta soltanto se motivato dalla ricerca di cibo. Nell’arco alpino colonizza i boschi tra i 1000 ed i 2200 metri di quota, ma è diffuso anche negli Appennini e sui rilievi di Calabria e Sicilia.
La distinzione tra i due sessi è evidente a partire dal colore: il maschio ha un piumaggio che varia dal rosso mattone all’arancio, con striature grigie su fianchi e capo, mentre le femmine sono brune, con toni dal verde al giallo. Le sue ali nere sono appuntite e la coda, anch’essa di colore nero, è forcuta.
Femmina di Crociere (Federico Dovis).
Un esemplare di crociere misura dai 14 ai 23 cm di lunghezza, con un peso variabile tra i 23 ed i 43 grammi. Ha aspetto robusto, con testa grossa.
Uccello monogamo, si lascia andare ad effusioni amorose anche al di fuori del periodo riproduttivo. La femmina costruisce il nido su una conifera, con preferenza per gli abeti rossi, intrecciando rami e licheni ed imbottendolo di piume, in modo da far fronte anche al rigore invernale. Dopodiché depone in esso da 3 a 5 uova, che provvede a covare per un paio di settimane; nel frattempo il maschio si preoccupa di procacciarle il cibo.
I pulli, ciechi e senza piume alla nascita, vengono nutriti dai genitori per un paio di settimane, dopodiché saranno pronti all’involo, pur restando nei pressi del nido. Alla nascita il loro becco è dritto: assumerà la curvatura della specie con il passare del tempo, in genere tra le due e le quattro settimane di vita.
Crociere mentre si ciba dei semi di una pigna (Federico Dovis).
La riproduzione avviene solitamente tra gennaio e maggio, quando è più facile trovare cibo, benché possa accadere durante l’intero anno; non è raro, infatti, che il crociere femmina porti avanti anche più di quattro covate, spesso aiutato dai primi nati nell’allevamento dei nuovi arrivati.
Non facile da avvistare, è conosciuto come “Uccello di Cristo”
Questa specie ha abitudini diurne ma, a dispetto dell’aspetto colorato e delle dimensioni considerevoli rispetto ad altri fringillidi, non è così semplice avvistarne un esemplare, perché al minimo disturbo si nasconde tra gli alberi. Quando mangia, il crociere individua il cono adatto saltellando tra i rami. Una volta scelto quello preferito, ne allarga le squame al fine di estrarne il seme con la lingua. L’alimentazione a base di semi oleosi lo spinge a bere molto, necessità che d’inverno soddisfa con ghiaccio e neve.
Il richiamo emesso dal crociere che si sta alimentando è un pigolio sommesso, volto ad invitare suoi simili ad unirsi al banchetto, che è composto da pinoli e semi, di cui è particolarmente ghiotto, ma anche di germogli, giovani pigne ed insetti. La sua speranza di vita in natura non supera i 3 anni, mentre in cattività può anche raggiungere gli 8.
Femmina di crociere (Mirella Giacone).
Nella tradizione popolare il crociere è conosciuto come “Uccello di Cristo”. Questa denominazione ha una duplice interpretazione: la prima è legata al fatto che spesso viene avvistato nel periodo natalizio; la seconda ha a che fare con la leggenda che vede protagonista un crociere intento ad estrarre il chiodo di ferro conficcato nella mano di Gesù crocifisso sul Calvario.
La bestiola era coperta di sangue ma continuava incessantemente il suo lavoro con il becco. Gesù, commosso da tanta premura, le si rivolse con dolcezza, benedicendola per il suo intento. Lasciò a ricordo di quel momento alcune tracce: la croce nel suo becco, il sangue sulle piume e la melodia del canto, che pare una preghiera.
Legata alla credenza popolare è anche la denominazione del crociere come “Uccello della gotta”, perché si pensava che fosse in grado di farsi carico delle malattie umane, liberando la popolazione da vari problemi di salute, in primis, appunto, la gotta.