Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Chi di voi non ricorda Woody Woodpecker (in Italia Picchiarello), il simpatico protagonista del fumetto e dei cartoon che con il suo ciuffo rosso e la fragorosa risata ispirava subito simpatia? Non ride allo stesso modo ma è comunque altrettanto grazioso il picchio, uccello di cui in Italia esistono 9 specie (in copertina il Picchio Rosso in una bella immagine di Mirella Giacone). Differiscono tra di loro per dimensioni e colori: hanno infatti misure variabili tra i 20 ed i 59 centimetri di lunghezza, con sfumature che variano dal verde, al viola, all'arancione.
Questi animali si nutrono di larve ed insetti parassiti ospitati dai tronchi degli alberi grandi e vecchi, e per questo contribuiscono alla salvaguardia dei boschi. Per alimentarsi, assestano con il loro becco affilato e durissimo dei colpi ripetuti alla corteccia, fino a che riescono a bucarla. Dopodiché, tramite la lingua, che fuoriesce di una decina di centimetri dal becco, ha forma cilindrica ed è ricoperta di setole uncinate, si nutrono sfilando larve, insetti e formiche dal tronco della pianta.
Picchio Nero - Federico Milesi
Nelle nostre zone ne sono presenti quattro specie, che prendono il nome dal colore prevalente del loro piumaggio. Il Picchio Nero, che vive nei boschi di conifere e nelle faggete di montagna, è effettivamente tutto nero, ad eccezione del becco avorio e del capo rosso vivo.
Il Picchio Rosso è principalmente bianco e nero, ma ha un sottocoda di un rosso abbagliante. È molto adattabile e si trova ovunque ci siano alberi, dai castagni ai larici. Quasi uguale come piumaggio, ad eccezione del rosso sotto la coda, che in questo esemplare manca, è il Picchio Rosso Minore. Poco più grande di un passero, non è molto comune, ed è difficile da incontrare.
Il Picchio Verde invece ha il groppone giallo verdastro, e l’immancabile macchia rossa sul capo. Si nutre anche di formiche che trova a terra, e per questo si incontra anche nei frutteti di pianura.
Le quattro specie di picchio presenti nel nostro territorio. Disegno di Elio Giuliano tratto da “Nel Parco con gli acquerelli. Il parco Naturale Orsiera Rocciavré”. 2006, L’Artistica Editrice.
Il picchio, nonostante questi colpi ripetuti, non soffre di mal di testa. Il suo cranio si contraddistingue infatti per una struttura complessa che gli permette di ammortizzare la sequenza di colpi continui. Anche le zampe sono particolari: come nei pappagalli il primo ed il quarto dito sono curvi e rivolti all'indietro, mentre il secondo ed il terzo sono rivolti in avanti. Questa conformazione, insieme alla coda, a cuneo semplice o doppio, che funge da puntello, gli consente di rimanere fermo in perfetto equilibrio su tronchi e rami verticali.
Picchio Verde (Michelangelo Giordano)
Il rumore che il suo becco produce sull'albero è molto simile a quello del trapano, ed anche il sistema di segnalazione ai suoi simili ha un suono particolare, che ricorda il rullìo di un tamburo. In questo modo, il picchio segnala la sua presenza, richiama i suoi compagni segnalando loro la disponibilità di tronchi cavi ed avvisa quando è giunto il cambio di turno per la cova delle uova. Questo tamburellìo è diverso da specie a specie, ed assume ritmi differenti.
Picchio Rosso in volo (Federico Milesi)
Nonostante le dimensioni piuttosto ridotte, il picchio necessità di molto cibo, addirittura da 900 a 1000 larve al giorno, indispensabili anche per sostenere i ritmi di circa 12 mila beccate quotidiane. Il cibo viene condiviso, oltre che con i suoi familiari, anche con suoi simili nelle vicinanze.
Dotato di grande laboriosità e tenacia, il picchio è anche un animale coraggioso. Difende infatti fino alle stremo delle forze i suoi nidi, nei quali i predatori cercano di entrare per sopraffare i pulcini o mangiare le uova, combattendo fino a che riesce ad allontanare il nemico.
Picchio Verde (Batti Gai)