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C'è sempre un valido motivo per brindare con un boccale di birra, ma il 18 luglio ce n'è uno in più: si celebra infatti Sant'Arnolfo di Metz, il Santo Patrono dei produttori di birra e dei birrai.
No, non vi stiamo prendendo in giro, esiste davvero questa ricorrenza. Anzi, se vogliamo dirla tutta, di patroni dei birrai di nome Arnolfo (o Arnoldo) ne esistono addirittura due. Ma andiamo con ordine.
Sant'Arnolfo di Metz nacque a Lay-Saint-Cristophe il 13 agosto 582. Discendente di una nobile famiglia secondo alcuni, figlio del Vescovo di Metz secondo altri o addirittura imparentato con i Merovingi, Arnolfo fu nominato Vescovo di Metz, capitale dell'Austrasia, nel 612, benchè non fosse sacerdote ed avesse già moglie e figli. Il fatto di essere Vescovo gli conferì anche prestigiosi incarichi amministrativi, oltre a consentirgli di apportare significative modifiche nell'equilibrio clericale da lui governato.
Dall'unione tra Ansegiso, uno dei suoi figli e Begga, figlia di Pipino di Landen, nacque il nipote Pipino, bisnonno di Carlo Magno. A tal proposito, Arnolfo viene considerato il capostipite della dinastia Carolingia, anche detta "Arnolfingia". Nel 627 si ritirò nell'eremo di Remiremont, in Lorena, dove morì nel 640 (alcuni dicono 641).
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Si narra che, dopo la sua morte, il nipote Goerico fece traslare le reliquie dall'abbazia di Remiremont a quella di Metz. Era il 18 luglio 717 e circa 5 mila uomini, con donne e bambini, si misero in processione per rendergli onore. Quel giorno faceva molto caldo e la processione si fermò a prendere fiato nel paesello di Champigneulles: qui, nell' unica osteria, era rimasto un solo boccale di birra.
Il 14 agosto si ricorda invece Sant'Arnolfo di Soisson. Nato nel Brabante, oggi provincia belga, nel 1040, Arnolfo si arruolò come soldato nell'esercito francese, ma poi scelse di vivere da eremita nel monastero benedettino dell'Abbazia di San Medardo, a Soissons, in Francia. Nel 1077 ne divenne Abate e nel 1081 fu nominato Vescovo della cittadina per volere del clero diocesano e della popolazione, anche se provò senza successo a rifiutare l'incarico. Quando il trono vescovile, alcuni anni dopo, gli venne usurpato, Arnolfo non oppose resistenza: fondò l'abbazia di San Pietro in Oudenburg, dove si ritirò avviando la produzione della birra.
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Iniziò a promuoverne il consumo tra gli abitanti delle zone vicine, per minimizzare il rischio della diffusione del colera, che si propagava tramite l'acqua contaminata. La birra, invece, pur essendo prodotta con acqua, durante il processo di fermentazione veniva bollita e quindi non era soggetta ad agenti patogeni. Fu così che Arnolfo, che morì nel 1087 nell'abbazia di San Pietro, riuscì a salvare la vita a molte persone. Raffigurato in abiti vescovili con in mano una pala per mescolare la birra oppure con una bottiglia ai piedi, è a pieno titolo il protettore dei raccoglitori di luppolo e dei birrai del Belgio, per merito e non per sola leggenda.
Che vogliate rifarvi al primo Arnolfo od al secondo poco importa: se avete voglia di gustarvi una fresca birra estiva... non c'è Santo che tenga!