Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Parlare di merenda ad un bambino di oggi equivale, nella maggior parte dei casi, a suggerirgli una pausa con uno snack od una merendina confenzionata, spesso gustati in maniera distratta con lo sguardo fisso alla tv o dinnanzi ad un pc. Ma nei ricordi di chi ha qualche anno in più, nominando la merenda affiora una realtà differente, fatta di bontà e di piccole attenzioni che oggi non sono più molto in voga.
Le mamme e le nonne di una volta (forse ci saranno ancora singolari eccezioni, ma per la stragrande maggioranza dei piccini oggi non è così), si dedicavano con amore alla celebrazione dell'appuntamento, un piacevole rito di metà pomeriggio.
Prima della merenda i compiti. Dopo, se restava tempo, un po' di svago, qualche programma per ragazzi in tv, in attesa che fosse il momento della cena, cui seguiva il Carosello, anch'esso collocato a scandire un prima ed un dopo. Prima di Carosello si poteva ancora temporeggiare, dopo il Carosello scattava l'ora x del letto e del riposo notturno.
Cosa caratterizzava le merende di una volta? Diciamo che, oltre alla frutta che la faceva da padrone specialmente nel periodo estivo (poveri quelli che non hanno mai avuto modo di gustare una manciata di frutti raccolti nel bosco ed il sapore delle fragoline selvatiche!), il pane ha spesso avuto un ruolo da protagonista.
Pane con burro e zucchero, con burro ed un velo di marmellata o miele, insaporito con olio, sale fino ed origano, con prosciutto, con salame, con cioccolato, per soddisfare appetiti dolci o salati. E, a partire dagli anni 60, con la mitica Nutella.
Una delle ricette "regine" dell'infanzia, prima che lo spauracchio della salmonella e mille altri divieti nel consumo di uova crude arrivassero a segnare lo spartiacque tra il consumabile e non, era l'uovo sbattuto (euv toirà). Una sorta di crema dolce, a base di uova e zucchero, che arricchiva lo stomaco e l'appuntamento, sporcando amorevolmente di giallo le labbra dei bimbi.
Indispensabile, per la sua realizzazione, disporre di un uovo freschissimo, da rompere con cura separando il tuorlo dall'albume. Mentre la chiara d'uovo sarebbe stata destinata ad altre ricette, il tuorlo veniva messo in una scodella dall'imboccatura larga ed amalgamato, con vigore, con un paio di cucchiai di zucchero.
Si sarebbe venuta così a formare una crema soffice che via via, durante l'amalgama, avrebbe cambiato colore, diventando sempre più chiara rispetto al giallo vivo iniziale.
Una golosità da gustare accompagnata da grissini, ma altrettanto deliziosa se spalmata su una fetta di pane, magari impreziosita dal tocco finale della mescola di un cucchiaino di cacao amaro. Un valido ricostituente per bimbi inappetenti, ma anche gustoso corroborante per una piccola tregua pomeridiana di un pomeriggio di studi o di lavoro.
Perchè non tutti i bambini avevano la fortuna di godere di tanto svago, alcuni dovevano anche occuparsi di lavori domestici, di pascolo di animali o di altre incombenze che gli adulti richiedevano loro. Ma tutti, o quasi, meritavano una sana e gustosa merenda.