Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Incendi, alluvioni, calamità: in prima linea nel combatterli (e nel monitorare il territorio per prevenirli) ci sono i vigili del fuoco e gli Aib, volontari Anti Incendi Boschivi. Ma realmente, quali sono i compiti degli gli Aib? E quanti sono in valle di Susa?
Va detto in primo luogo che i gruppi AIB lavorano per la prevenzione e il contrasto di tutte le calamità naturali. Incendi boschivi, alluvioni e allerta meteo li vedono infatti protagonisti, oltre che nelle azioni operative, anche del Coordinamento delle operazioni, che si effettua attraverso i COC (Centri Operativi Comunali) aperti in collaborazione con gli enti locali.
Abbiamo incontrato Stefano Lergo, presidente degli Aib di Sant'Antonino e responsabile del Centro servizi torinese per il volontariato Vol.To, oltre che responsabile della Protezione Civile della Provincia di Torino. "Gli incendi di un anno fa - spiega - hanno presentato una serie di problematiche dovute allo scioglimento del Corpo forestale, passato ai vigili del fuoco senza che questi fossero stati formati con competenze specifiche: il coordinamento a terra è sempre stato fatto dal Corpo forestale, che aveva una perfetta conoscenza del territorio. Nel 2017 una serie di concause, tra cui la siccità ed alcuni errori di valutazione, hanno creato dei problemi, ma tutto sommato siamo riusciti a fronteggiare bene l'emergenza".
Le cifre del territorio le snocciola invece Marco Paschero, caposquadra di Susa e per ben 9 anni comandante del distaccamento Area di base 28, l'organismo che raggruppa gli Aib della bassa valle di Susa e val Cenischia, una carica che da febbraio 2020 è ricoperta da Efrem Alberto.
"In Piemonte gli Aib contano su circa 5 mila uomini, di cui il 10 per cento, circa 500, copre il territorio della valle di Susa. Diciamo che, tolti Avigliana e Borgone, che sono sedi di distaccamenti dei vigili del fuoco, tutte le realtà comunali hanno una squadra Aib locale, ciascuna composta da un numero variabile tra i 20 ed i 50 elementi".
Personale volontario, che non percepisce un soldo in cambio del servizio prestato, ma scende in campo con spirito di abnegazione per rendersi utile nell'emergenza. "Durante gli incendi dell'autunno valsusino – racconta Paschero, che smessa la divisa arancione nella vita di tutti i giorni è un panettiere – abbiamo avuto giornate davvero intense. Molti di noi lavoravano 8 ore, ne passavano altrettante per arginare il fuoco e dedicavano le restanti 8 a dividersi tra alimentazione, riposo e famiglia. Una fatica estenuante, con persone stremate dalle giornate di fiamme. Che furono 8, da domenica a domenica, cui fecero seguito una decina di giorni di bonifica e poi, finalmente, la pioggia".
Ma il problema fu ben superato, con competenza ed anche collaborazione. Che rapporti avete con i Vigli del Fuoco? "Abbiamo un ottimo rapporto – ci dice Paschero – che negli anni è andato via via crescendo. Una collaborazione stretta, che si alimenta di stima reciproca e che fa sì che ci si completi a vicenda. I vigili del fuoco sono più operativi in ambito urbano e rurale, noi abbiamo maggiore competenza nel bosco. Loro hanno mezzi che noi non possediamo e viceversa. Spesso gli AIB sono l'unica realtà associativa all'interno di comuni di dimensioni piccole e la nostra disponibilità di pale e moduli fa la differenza quando ci sono alluvioni ed allagamenti".
Nel caso di Allerta Meteo gli AIB vengono attivati dal servizio di Protezione Civile, in base ai bollettini diramati dalla Regione Piemonte tramite l'Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Ma in caso di incendio chi chiama questi corpi ad intervenire? "Oggi qualsiasi segnalazione viene recepita dal 112, dopodichè si viene incanalati ai vigili del fuoco che, dalla loro sala operativa, provvedono a comunicare la chiamata alla nostra USP (Unità di supporto decisionale). Questa trasmette la richiesta al comandante di distaccamento locale e da questi viene inoltrata alla squadra interessata".
Certo, ogni tanto, giungono anche avvistamenti non veritieri o frutto di suggestione. "Può capitare – precisa Paschero – nel caso di abbruciamenti, quando si grida al fuoco al levarsi di una piccola colonna di fumo. Talvolta, specie sopra Bruzolo o Borgone, ci segnalano fiamme nelle borgate montane dove c'è l'abitudine di posizionare delle luci arancioni. La loro vista, magari accompagnata a qualche fruscio di vento che fa ondeggiare le piante, può trarre in inganno. Noi comunque andiamo sempre sul posto a verificare, la segnalazione potrebbe essere reale".
Come in molte realtà associative, anche agli Aib serve nuova linfa. "Per entrare a far parte del corpo Aib – spiega Paschero – è sufficiente aver compiuto i 16 anni. Fino ai 18 non è consentito operare sul fuoco, attività che viene vietata anche dopo i 65 anni, in quanto si tratta di un'operazione rischiosa, per la quale viene richiesta anche una certa prestanza fisica. Ciò non significa, tuttavia, che non si possa essere utili diversamente".
Le attività all'interno della squadra sono molteplici,e coinvolgono anche il gentil sesso. "La sola squadra di Susa conta circa il 40% di donne, che sono molto affidabili anche come operatività nell'emergenza. Invitiamo la popolazione ad avvicinarsi alle nostre sedi, a contattare i referenti comunali, ad andare a far visita alle squadre locali, per capire molto di più in merito al nostro impegno". E magari a far scattare quel colpo di fulmine che dura nel tempo. Come fu per Marco Paschero, pronto a tagliare il traguardo dei 30 anni di servizio con l'orgoglio di far parte di un gruppo coeso, che crede in quel che fa e che rappresenta un importante punto di riferimento per il territorio.
Un gruppo che fronteggia alluvioni, incendi, allagamenti e calamità, sempre all'insegna dello spirito di squadra. E che può contare sul plauso di persone riconoscenti, che si rendono protagoniste di donazioni o anche solo di un piccolo gesto. Come quello dell'amica Nadia che, nell'autunno di fuoco del 2017, lasciò dinnanzi alla sede della squadra di Susa due confezioni d'acqua minerale accompagnate da un biglietto semplice ma efficace: "So che in questo momento ne avete bisogno".
Così come una valle intera sa che, quando servono, gli Aib ed i Vigili del Fuoco ci sono. Sempre.
AIB al lavoro durante una emergenza per garantire il regolare deflusso delle acque.
Un aiuto alla popolazione colpita da calamità naturali.
Dopo l'incendio di Valdellatorre si mette in sicurezza il territorio.
Ringraziamo per le immagini Stefano Lergo (AIB Sant'Antonino) e il Gruppo AIB di Villar Focchiardo.