Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Con l’arrivo del freddo, non vediamo l’ora di sentire il calore proveniente dalla legna che arde e quindi di accendere il nostro “Putagè” o la classica stufetta. Ma dobbiamo fare molta attenzione alla pulizia della canna fumaria.
Quando la stufa è accesa infatti, i fumi e le faville all’interno del camino vengono risucchiate dall’effetto Venturi (tiraggio); nel “tragitto” si spengono e alcune di esse escono dal comignolo, mentre altre (quasi tutte) si fermano sulle pareti del tubo e formano uno strato di fuliggine. Di conseguenza, una scarsa o mancata pulizia, oltre a farci spendere di più in quantità di legna da bruciare, può farci incappare anche in un incendio del camino stesso.
Vediamo i due casi nello specifico:
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con una canna fumaria intasata, avremmo una spesa maggiore perchè i depositi di fuliggine sui bordi del tubo faranno sì che lo stesso abbia una sezione minore e quindi un tiraggio peggiore, dunque dovremmo bruciare più legna per scaldarci (3 mm di fuliggine si formano nell'arco di poco più di un mese di utilizzo costante del nostro caminetto o stufa);
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quando il camino è acceso, se si verifica una fiammata più alta del solito o in condizioni di vento asciutto e freddo che risucchia le faville, lo strato di fuliggine depositato sulla superficie interna potrebbe incendiarsi (la fuliggine è un ottimo combustibile) e, grazie al notevole flusso di aria, si potrebbe verificare una violenta combustione che produce rapidamente molto calore (circa 800 - 1.000 °C), un grande rumore e spesso forti vibrazioni.
E’ molto importante bruciare sempre dell'ottima legna secca e molto poco resinosa. La resina brucia male (scoppietta) e si attacca ai bordi della canna fumaria, ostruendola e formando ancora più fuliggine. Molto spesso, purtroppo, gli incendi dei camini si propagano anche al resto dell'edificio perchè sono moltissimi i tetti con struttura in legno, quindi la pulizia, spesso sottovalutata, è vivamente consigliata almeno una volta l'anno prima della stagione fredda.
Le tubazioni delle canne fumarie, per quanto riguarda le nuove installazioni, sono in inox, mentre un tempo erano tubazioni di eternit o in cemento. La stessa canna fumaria, molto spesso, era passante nel tetto e a stretto contatto con le travi in legno, e di conseguenza sottoponeva l'orditura a forti temperature; ora con le nuove tubazioni in inox si hanno i tubi a doppia camera con uno strato coibentato, per ovviare appunto a questo problema.
Il calore che si sviluppa durante l'incendio all'interno del tubo, può provocare deformazioni, rotture o fessurazioni della stessa tubazione; in questo caso, il calore e le fiamme si propagano al di fuori di esso, intaccando i travetti della struttura e diventando così un "incendio tetto". In casi estremi, spesso per una scarsissima pulizia, le faville accese fuoriescono dal comignolo e cadono sulle piante in giardino o all'interno della grondaia, magari piena di foglie secche.