Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
A Torre Pellice il programma della Fondazione Centro Culturale Valdese per gli “850 anni” avrà inizio il 3 febbraio con il convegno “Eresie di ieri, eresie di oggi” (ore 15,30 - 19,30, Casa valdese, via Beckwith 2).
All’incontro, articolato in due sessioni, interverranno: Marina Benedetti (Università di Milano); Anna Benvenuti (Università di Firenze); Francesco Mores (Università di Milano); Pietro Polito (Centro studi Gobetti); Federico Vercellone (Università Torino); Stefano Tallia (Ordine giornalisti Torino). A moderare e curare le conclusioni Bruna Peyrot e Davide Rosso, Presidente e Direttore della Fondazione Ccv.
L’appuntamento muoverà dal fatto che nella storia singoli e correnti filosofiche o teologiche, personalità e movimenti, sono stati definiti eretici (tra questi i valdesi) diventando eretici senza volerlo, nominati così da chi temeva uno sconvolgimento nell’ordine sociale. Il concetto ha assunto nel tempo significati diversi che si sono sovrapposti; eresia, ha affermato lo storico medievista Gioacchino Volpe, è un «moto di cultura» perché implica che ognuno impari a leggere i fatti mettendoli in relazione alla propria coscienza.
La seconda tappa si terrà il 10 febbraio con l’inaugurazione alle 16 negli spazi della Fondazione Ccv in via Beckwith 3 a Torre Pellice della mostra “Valdo e i valdesi tra storia e mito”, visitabile poi fino al 30 settembre 2024.
L’esposizione, curata da Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur, illustra in due sezioni alcune tappe della costruzione della storia del movimento valdese nel corso di otto secoli, letta attraverso la figura del suo “fondatore”.
Valdo di Lione: “eretico” e “nuovo apostolo”
La prima parte, fornisce un profilo del personaggio Valdo nella Lione del XII secolo attraverso le notizie storiche disponibili, raccontate dalle voci dei testimoni dell’epoca, principalmente di carattere inquisitoriale.
Valdo dopo Valdo: la costruzione di una storia
A partire dal secolo seguente, due opposte visioni si impongono: dopo la morte di Valdo gli avversari ne evidenziarono il ruolo di fondatore di un’eresia recente con lo scopo di screditare il movimento ancora esistente; dall’altro lato, i valdesi, nel richiamarsi all’eredità apostolica, tesero progressivamente a sfumare l’importanza del loro predecessore, fino a dimenticarne l’esistenza per quasi tre secoli.
Con lo sviluppo della Riforma del XVI secolo i protestanti (luterani, anglicani, calvinisti e puritani) fecero ricorso ai valdesi e al suo fondatore per legittimare la propria antichità da opporre alla successione apostolica della Chiesa di Roma. Da qui derivò un’ampia produzione di opere storiche – pubblicate in varie lingue e molti paesi – schierate su fronti contrapposti. Seguendo questa tendenza, presto anche i valdesi sentirono la necessità di costruire un’immagine del proprio passato: in questo processo, Valdo assunse varie funzioni e sfaccettature.
Soltanto alla fine dell’Ottocento un approccio scientifico ai documenti restituì a Valdo una centralità rispetto alle origini del movimento, facendo cadere i miti elaborati nei secoli precedenti e aprendo la strada a una successiva riflessione sulla sua scelta e il suo messaggio.
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QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DEGLI EVENTI
Indirizzo
- Museo Valdese
- 3 Via Beckwith Torre Pellice
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