Laboratorio Alte Valli - Cuore innovativo
Nell'America del Nord si celebra il giorno della marmotta, che coincide con il 2 febbraio, corrispondente alla nostra Candelora. Osservando il comportamento della marmotta all'uscita dal suo rifugio, si comprenderà infatti se l'inverno stia per finire o meno: se non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso sarà presto primavera; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata si spaventerà e tornerà di corsa nella sua tana, e l'inverno continuerà per altre sei settimane.
In Valle di Susa invece, quando si avvista una marmotta, vuol dire che è arrivata la bella stagione. Già, perchè questo simpatico roditore (sopra al titolo in un bello scatto di Alberto Blisa), appartenente alla famiglia delle Sciuridae, da ottobre ad aprile va in letargo ed esce dalla sua tana soltanto quando la primavera è alle porte. Esistono numerose sottospecie di marmotta (grigia, dell’Alaska, dal ventre giallo, dalla testa nera, dell’Himalaya, ecc.). Quella che possiamo avvistare nelle nostre zone, in aree comprese tra i 1.500 ed i 3 mila metri di altitudine, è la marmotta delle Alpi, diffusa appunto sull’arco alpino e reintrodotta dal corpo forestale dello Stato, dalla metà del secolo scorso, anche sulle principali cime dell'appennino tosco-emiliano.
Marmotta - Maria Rita Brun
La marmotta, dal corpo piuttosto tozzo e dalla pelliccia di colore grigio bruno, pesa circa 5 kg e raggiunge una lunghezza di 70 centimetri, di cui 20 di coda. Ha zampe possenti con artigli molto lunghi. In particolare quelli delle zampe anteriori, che utilizza per scavare. Il suo muso è piccolo con orecchie tonde e piccole e lunghe vibrisse poste a fianco del naso, che utilizza con funzione sensoriale. Grazie alla posizione dei suoi occhi, la marmotta ha un campo visivo molto largo. I denti incisivi, che crescono continuamente, vengono consumati dalla masticazione quotidiana.
Marmotte - Elio Pallard
È nota per essere un animale sociale e territoriale, che utilizza dei suoni molto simili ai fischi per comunicare con i suoi simili, specialmente quando è in stato di allerta. Se annusa un pericolo, infatti, la marmotta sentinella si erge sulle zampette ed emette il tipico grido a bocca aperta, di origine laringea, che differisce a seconda del rischio. Se è un grido singolo sta ad indicare una minaccia dall’alto (rapace), se è in serie segnala un pericolo di lato (volpe, cane, uomo). L’intensità del suono indica la distanza del predatore ed è udibile fino ad un chilometro di distanza.
La marmotta è vegetariana: si nutre di semi e molti tipi di erbe, bacche, licheni, muschi, radici e fiori. È in grado di vivere e riprodursi anche in contesti inospitali quali l’alta montagna. La stagione degli amori è la primavera: i piccoli nascono dopo una gestazione di un mese e mezzo circa, in numero da due a cinque. La mamma li allatta per 42 giorni, dopodiché escono dalla tana, pressapoco nei primi giorni di luglio. Durante la fase di letargia il cuore rallenta i suoi battiti, che passano da 130 a 15 al minuto, e la temperatura corporea diminuisce di 30°, assestandosi sui 5°. Il respiro è appena percettibile e l’animale dorme profondamente, consumando in maniera lenta e progressiva le scorte di grasso accumulate nel corpo durante la bella stagione.
Marmotta in Alta Valle di Susa - Maria Rita Brun
È animale sociale anche in questa lunga fase invernale: durante il letargo non è sola ed i cuccioli hanno maggiore possibilità di sopravvivere all’inverno se sono scaldati da mamma, papà e fratelli maggiori. Se uno degli adulti non è nella tana, probabilmente oltre la metà della cucciolata non supererà il rigore invernale. Morirà per il freddo a causa della dimensione ridotta, che non consente di accumulare grasso a sufficienza prima di cadere nel sonno profondo. La marmotta segna il suo territorio mediante una secrezione delle ghiandole poste nei cuscinetti plantari delle zampe anteriori, nella regione anale e sul muso. Una curiosità contraddistingue questo grazioso animale: non si abbevera alle fonti ed ai ruscelli, ma si disseta esclusivamente consumando erba e rugiada del mattino.